Lezioni per l’assessore Meloni – Le OSP

Per cercare di aiutare il neo assessore Meloni a comprendere qual è la situazione che il suo ufficio deve fronteggiare nei vari aspetti di cui è competente, abbiamo pensato di raccontargliela noi, immaginando di mettergli a disposizione una sorta di bignami dei vari problemi. Le abbiamo chiamate “lezioni per l’assessore” non per ridicolizzarlo ma prendendo atto della sua evidente non conoscenza dei tanti problemi che a Roma tendono a prendere pieghe del tutto originali ed inaspettate.

Tanto per capirci, in quale altra capitale europea ci si sarebbe accorti con anni di ritardo (solo grazie alla sempre benemerita Marta Leonori) che un numero esorbitante di attività commerciali (migliaia!) erano intestate a persone con indirizzi fittizzi permettendogli così di ignorare qualsiasi sanzione o provvedimento giudiziario?

 

Dopo la prima puntata in cui abbiamo cercato di chiarire all’assessore Meloni un punto fondamentale del commercio ambulante a Roma, ossia che il vero problema non è l’abusivismo bensì il numero enorme di licenze ambulanti attive a Roma (oltre 12.000, più di Toscana, Umbria e Marche messe insieme!), con questo pezzo vorremmo dargli una sommaria ma crediamo efficace visione di un altro verminaio tutto romano, ossia la questione delle occupazioni di suolo pubblico (OSP) dei locali di somministrazione (bar e ristoranti).

Iniziamo col dire che se è l’abusivismo che l’assessore vuole colpire in maniera prioritaria, ebbene il settore delle OSP gli darà senz’altro grandissime soddisfazioni. Stime prudenziali dicono infatti che a Roma almeno il 70% di tavolini esterni dei locali è in qualche modo abusivo, perché non rispettano le prescrizioni della concessione (abusi parziali) o perché non assistiti proprio da nessuna concessione (abusi totali).

Per dare all’assessore un’immagine viva della situazione, riteniamo utile riportare quanto dichiarato dalla Presidente Alfonsi lo scorso aprile nell’ambito dell’ennesimo intervento di contrasto all’abusivismo in materia di OSP (grassetto nostro):

Nel caso di quest’ultimo locale – continua Alfonsi – assistiamo purtroppo ad un comportamento di totale disprezzo delle regole comuni. Dopo due interventi di rimozione nel giro di appena una settimana, siamo stati avvisati che avevano ricominciato a mettere i tavoli fuori, e siamo intervenuti di nuovo oggi. Evidentemente avvisati che in zona c’erano i vigili, i gestori hanno fatto in tempo a rimuovere tavoli e sedie. Rifacciamo il sequestro di quello che hanno lasciatto sul suolo pubblico, ma il punto vero è che non si può rimandare oltre l’adozione di una norma che preveda sanzioni più efficaci, dall’annullamento della osp fino alla revoca della licenza amministrativa, dopo un certo numero di ripetizioni di simili infrazioni. Non è pensabile che un’amministrazione pubblica non sia in condizioni di arginare questo fenomeno e di ripristinare una forma di controllo del territorio.“.

 

E di locali che hanno subito interventi ripetuti di rimozione, a volte a distanza di pochi giorni, non c’è solo quello citato dalla Alfonsi ma un numero esorbitante, segno che la normativa incentiva gli abusi anziché scoraggiarli.

In effetti per i locali che violano le concessioni OSP le norme prevedono essenzialmente delle sanzioni pecunarie che sono ridicole rispetto a quello che un taolvo esterno può far guadagnare, tant’è che non solo gli esercenti non ne sono spaventati, ma sono anche disposti a subire il sequestro degli arredi, che tanto con i guadagni si ripagano velocemente anche quelli.

Il problema centrale in questa materia non è quindi tanto l’introduzione delle borchie o di altri metodi per segnalare OSP abusive, bensì la possibilità di punire gli  abusi in maniera tale da renderli non economicamente convenienti per l’esercente. Vanno forse previste delle chiusure dei locali per periodi prolungati (non per qualche giorno solo, che in quel caso gli esercenti ne approfittano per far fare le ferie al personale) o sanzioni pecuniarie crescenti che dopo la prima infrazione riescano a scoraggiare gli abusi. Chiaramente il nuovo sistema sanzionatorio va disegnato tenendo presente le normative regionali e nazionali, ma senz’altro esso dovrà essere ben diverso dai buffetti che oggi vengono comminati agli abusivi.

Da sottolineare che l’abusivismo, soprattutto quello totale (ossia quello di locali del tutto privi di conessioni OSP), rappresenta anche una concorrenza sleale tra esercenti, per cui abbiamo innumerevoli strade in cui esercizi titolari di concessioni OSP si fronteggiano ad altri esercizi che ne sono del tutto privi ma espongono ugualmente i tavoli all’esterno. Esempi emblematici in tal genere sono rintracciabili in via delle Carrozze (dove vi è un locale che ha probabilmente il record di rimozioni e sanzioni ma continua impunemente ad invadere la strada con i propri tavolini completamente abusivi), via Mario de’ Fiori, via della Croce, via della Vite, per limitarsi al solo rione Campo Marzio.

 

Altro aspetto centrale della questione OSP è l’irrisorietà dei canoni di concessione, laddove essi raggiungono la stratosferica cifra di circa 79 centesimi al mq al giorno solo nei luoghi più prestigiosi tipo piazza Navona. 79 CENTESIMI DI EURO AL MQ AL GIORNO!

Considerato che in un mq ci sta un tavolino, quanto ci metterà un esercente a ripagarsi il canone di concessione giornaliero? Anche ammesso che gli servirà la prima consumazione su quel tavolo, per tutto il resto del giorno esso non gli costerà più nulla. Ovviamente non c’è nulla di male che un esercente guadagni anche tanto, ma se un tavolino può rendere anche diverse centinaia di euro al giorno (senza arrivare a quelli di qualche locale prestigioso dove si possono pagare anche conti esorbitanti), perché un Comune dissestato come quello di Roma vuole accontentarsi di soli 79 centesimi?

Peraltro le sanzioni pecuniarie sono commisurate ai canoni di occupazione, per cui sanzioni ridicole sono strettamente collegate ai bassi canoni.

Le foto che seguono mostrano qualche esempio di quanto abbiamo descritto.

 

 

croce
Un modo facile di scoprire gli abusi è vedere dove mancano gli ombrelloni:
in genere sono tavolini non autorizzati

 

carrozze
Locali in regola operano vicino a locali senza alcuna concessione

 

4fontane
Tavolini installati in piena sede stradale, alle pendici del Quirinale.
  Potranno mai essere regolari?

 

Nella speranza di aver fornito all’assessore Meloni qualche utile indicazione sul settore delle OSP per i locali di somministrazione, rimaniamo a sua disposizione per ogni ulteriore informazione o suggerimento in materia.

 

 

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