Lì dove dei problemi almeno si discute

Una delle delusioni più cocenti dell’attuale governo M5S a Roma è stata la totale assenza di dibattito pubblico sui problemi cittadini.

Quelli della democrazia dal basso, dell’uno vale uno, dei portavoce dei cittadini nell’amministrazione, una volta giunti nella stanza dei bottoni hanno chiuso tutte le porte inaugurando una gestione alla “ghe pensi mi” che neanche il Berlusconi dei tempi migliori.

Esempi eclatanti sono stati la questione del nuovo stadio della Roma, dove la pretesa del Sindaco Raggi di fare tutto da sola, scegliendosi collaboratori poi rivelatisi dei faccendieri interessati, ha portato alla sostituzione di un ottimo progetto con un papocchio al ribasso ed a tutto interesse del costruttore, oppure la scandalosa gestione del referendum sull’ATAC, prima rinviato di mesi senza motivo ed ora ignorato e depotenziato o anche il vergognoso voltafaccia sul referendum promesso in campagna elettorale per le Olimpiadi e poi mai tenuto.

 

 

 

Si potrebbe pensare che garantire la partecipazione dei cittadini alle scelte dell’amministrazione sia una cosa complicata in una realtà grande come Roma, ma le cose non stanno affatto così.

Vediamo infatti come si comporta la municipalità di Parigi quando ci sono da prendere decisioni strategiche che avranno impatti notevoli sulla vita dei cittadini. Qualche giorno fa ci è apparso su facebook l’esempio che segue, relativo ad un dibattito pubblico promosso sulla possibilità di rendere gratuiti i mezzi pubblici in città.

 

 

In sostanza si invitano i cittadini a partecipare ad un incontro pubblico presso la sede del Comune dove discutere uno studio effettuato riguardo l’eventuale gratuità del trasporto pubblico.

L’invito è circostanziato e prevede anche la possibilità di fornire contributi. Inoltre l’agenda dell’incontro prevede anche una sessione per il dibattito con i cittadini.

 

Fantascienza rispetto al nulla che ci ritroviamo nella Roma targata M5S, dove nelle rarissime occasioni di incontro pubblico con le istituzioni ai cittadini è concesso il solo ruolo di spettatori silenti.

 

Se Roma vorrà progredire e mettersi al passo con gli esempi migliori di grande città in Europa dovrà necessariamente arrivare a queste forme di partecipazione. Ci vorrà tempo ma pensiamo sia una cosa inesorabile. Peccato che coloro che più di ogni altro facevano sperare in un salto di qualità nella partecipazione dei cittadini si siano rivelati i più accaniti accentratori che si siano mai visti a Roma.

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Continuano i sit-in itineranti della Rete di Associazioni per una Città Vivibile per denunciare i problemi e chiedere all’amministrazione un dialogo strutturato e continuativo con i cittadini.

Dopo Campo de’ Fiori, tocca a Trastevere (il 21/11 p.v.)

Basta strage stradale a Roma (ma anche in tutta Italia)!
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Perché i tassisti romani devono sempre farsi riconoscere?
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Da romani, @GiorgiaMeloni e @gualtierieurope, se anche voi ve ne vergognate, perché non vi sedete ad un tavolo e affrontate il problema con le rispettive competenze?

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