L’incendio è una scusa. Non può essere diversamente. A Fiumicino è in corso una specie di boicottaggio silente da parte di qualcuno e c’è da meravigliarsi che finora non sia scoppiata una rivolta dei passeggeri.
La chiusura di un terminal, infatti, non può giustificare ritardi sui voli di 4 o 5 ore. Si comprende l’affollamento, si accettano le file, ma perché un aereo deve attendere ore al proprio parcheggio, con i passeggeri a bordo? Quale nesso c’è con la chiusura di un terminal? Le piste sono le stesse di prima e così le torri di controllo.
Evidentemente la responsabilità è tutta di una dirigenza (quella di Adr) che fa pena e di una classe di lavoratori che non aspetta altro che la scusa per smettere di fare il proprio dovere.
Giovedì 28 maggio (ma è così tutti i giorni ormai) il 70 per cento dei voli nazionali ed europei è in ritardo. I monitor danno indicazioni superficiali e non veritiere. Guardate qui sotto: i ritardi sono indicati in circa un’ora o poco più. E invece tutti – davvero tutti – i voli decolleranno molto dopo.
La folla si assiepa davanti ai monitor in attesa di capire quale sarà il cancello di imbarco assegnato. Ma l’orario previsto si sposta in avanti ogni 20 minuti. Dunque le indicazioni sono del tutto inutili, anzi dannose.
I passeggeri chiamano in continuazione amici e parenti in attesa all’aeroporto di destinazione per comunicare che “il volo è stato di nuovo spostato”.
L’aria è irrespirabile. Non ci sono posti a sedere per tutti e qualche sparuto addetto di Adr non dà informazioni semplicemente perché non ne ha neanche lui.
Che la situazione sia sempre così lo prova il video che mostra un Formigoni furioso che sbatte in terra il telefono del personale e dà dei “coglioni” a tutti gli impiegati che lo circondano. Il senatore, con la sua arroganza crede di poterselo permettere, mentre i passeggeri comuni restano spaesati e sconcertati.
[youtube url=”https://youtu.be/CKoualvMv9c”]
Altra testimonianza ci arriva via Twitter da un passeggero inglese, Patrick Stewart, che non riporterà un bel racconto di Roma ai suoi connazionali. Centinaia di stranieri in fila al controllo passaporti e un solo ufficiale. Quale sarà il nesso con l’incendio? Ovviamente nessuno. E’ solo disorganizzazione.
Ma torniamo al racconto. Il nostro volo, diretto a Nizza, era previsto per le 20.10. Il monitor, come potete vedere, riporta un orario stimato alle 22.00. Alle 23 ancora non si sapeva nulla. L’orario stimato restava le 22 (!!!). E così per quasi tutti gli altri.
La folla guarda gli schermi con rassegnazione, ormai consapevole che da lì non verrà nessuna informazione utile. Alle 23.30 una addetta del personale di terra passa tra la gente gridando: “Volo per Nizza? Chi va a Nizza? Gate 12”. Le facciamo notare che i monitor non riportano nulla e che forse sarebbe meglio chiamare all’altoparlante dato che diverse persone, ormai stremate, potrebbero essere riverse in terra in qualche angolo dello scalo (sedie non ce ne sono). Ma sembra di parlare al vento. La ragazza prosegue gridando (ovviamente solo in italiano): “Volo per Nizza…”
Saliamo a bordo, sono ormai le 24.00. Il comandante si scusa, spiegando che l’aereo era pronto da tempo ma “da quando c’è stato l’incendio qui non si capisce più niente” (parole testuali). E nessuno di noi può immaginare che resteremo fermi sulla piazzola di sosta ancora per un’ora, senza motivo. Il comandante torna a rassicurare i passeggeri: “Non ci fanno partire chissà perché. Ma pare che tra poco si sblocchi”. E invece nulla. Il volo decollerà solo all’1.00 del mattino.
I volti degli stranieri a bordo sono un misto di compassione e indignazione per un paese che non si smentisce mai.
Nell’attesa avevamo pensato di fare uno spuntino. Dopo una fila interminabile al bar, prendiamo un’insalata e una bottiglietta di acqua da consumare in piedi. Costo: 18 euro e 10. Neanche fosse stata preparata da Gualtiero Marchesi in persona.
Arrivederci Roma!
2 risposte
Con una cialtronaggine del genere dovremo affrontarci il Giubileo, da quello non si scappa.
Ma almeno finiamola di fantasticare sulle possibili Olimpiadi a Roma. Famo ride! E o il Sindaco riesce a risolverli i problemi, come sta dimostrando di non saper fare, o quando parla di Olimpiadi fa ridere anche lui.
Mia madre, 76 anni, è stata costretta in piedi per due ore ieri a Fiumicino perché non si poteva sedere da nessuna parte. A parte la maleducazione della gente dato che qualcuno poteva pure alzarsi per farla sedere, mi chiedo quanti anni ci vorranno perché questo aeroporto torni normale?