L’unica città in Europa (mondo?) che va indietro sulla raccolta differenziata

L'AMA comunica la "rimodulazione" del servizio di raccolta rifiuti, ripristinando i cassonetti stradali a Colli Aniene e al Torrino. Quattro anni di piroette hanno portato a questo fallimento

La questione rifiuti a Roma è forse quella in cui l’amministrazione Raggi ha collezionato più fallimenti. Si è passati dal salvifico assessore Muraro, poi malamente accantonata perché coinvolta in indagini, alla macchietta Montanari che è arrivata a spacciare una rivoluzionaria raccolta differenziata con i chip (quella che avrebbe impiegato 191 anni ad essere estesa a tutta Roma) per finire con il sindaco Raggi che decide di tenersi la delega salvo nominare a fine 2019 una delegata di cui non si è mai sentito nulla.

Anche dalla parte dell’AMA c’è stato un frenetico avvicendarsi di vertici, con episodi poco edificanti tra la municipalizzata e il Comune di Roma, finito con la nomina di Stefano Zaghis ad amministratore unico, un grillino della prima ora che mai in passato si era occupato di gestione dei rifiuti.

 

I risultati di quattro anni passati ad avvicendare assessori e vertici AMA erano molto evidenti sulle strade romane prima dell’emergenza COVID19, quando la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali ha drasticamente fatto calare la produzione di rifiuti riportando la situazione ad uno stato di quasi normalità.

Ovviamente l’aspettativa è che alla ripartenza di tutte le attività i problemi non potranno che ripresentarsi tali e quali, con l’aggravante che pare che AMA abbia deciso di riprendersi la gestione della raccolta per le utenze non domestiche con la possibilità che anch’esse conferiscano nei cassonetti stradali.

 

In assenza di speranze su possibili miglioramenti della raccolta stradale dei rifiuti, AMA ha comunicato l’intenzione di eliminare la raccolta porta a porta in alcune zone di Roma, ripristinando lì i cassonetti stradali. Si tratta di Colli Aniene nel Municipio IV e del Torrino nel Municpio IX. La motivazione di una tale scelta è che alcune zone poco si prestano alla raccolta porta a porta, per la presenza di “ostacoli” o di una particolare conformazione urbanistica.

Da notare che AMA ha chiarito che non si tratta di passi indietro rispetto ai piani bensì di “rimodulazioni”.

 

Distinzioni lessicali a parte, è chiaro ormai come AMA stia gettando la spugna, rassegnandosi ad una differenziazione dei rifiuti solo sulla carta ed accettando nei fatti di gestire in gran parte rifiuti indifferenziati con costi economici ed ambientali enormi.

Tutti sanno infatti che la raccolta differenziata tramite cassonetti stradali incustoditi non consente di ottenere frazioni differenziate della qualità necessaria per essere vendute per il riciclo. Inoltre la presenza di cassonetti in strada in alcune zone di Roma costituisce un disincentivo alla differenziata, potendo le persone conferire nei cassonetti come e quanto vogliono senza mai rischiare alcun controllo.

 

Possiamo quindi dire che il capolavoro di Virginia Raggi sui rifiuti a Roma si sta pienamente concretizzando: laddove in tutto il mondo la differenziazione spinta dei rifiuti è l’unica soluzione efficace per una gestione sostenibile degli stessi, a Roma si decide di andare nella direzione diametralmente opposta, consentendo alle persone di conferire i propri rifiuti senza alcun controllo nei cassonetti stradali.

È questa l’ennesima e più sonora sconfitta di un movimento che si è sempre definito “ambientalista” ma non avendo la più pallida idea di come mettere in pratica il facile slogan.

 

Ci vorranno anni per recuperare il percorso virtuoso che era stato introdotto a Roma qualche anno fa, quello che prevedeva la raccolta porta a porta spinta come mezzo per ridurre la produzione dei rifiuti e raccogliere frazioni ben differenziate e quindi dotate di un qualche valore.

Nel frattempo predisponiamoci ad assistere a nuovi indecorosi spettacoli di discariche cittadine col Sindaco che saprà solo dare la colpa ai soliti “zozzoni”.

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Una risposta

  1. Che dire? I fatti parlano da soli.Mi vantavo con amici residenti in altri quartieri per il servizio della raccolta differenziata,intendendo con cio’ la separazione tra il bio e l’indifferenziata; servizio che fino ad ora aveva funzionato bene.Prendiamo atto di questo arretramento civile e sociale, anche se non ho ben capito i motivi, forse solo economici.

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Continuano i sit-in itineranti della Rete di Associazioni per una Città Vivibile per denunciare i problemi e chiedere all’amministrazione un dialogo strutturato e continuativo con i cittadini.

Dopo Campo de’ Fiori, tocca a Trastevere (il 21/11 p.v.)

Basta strage stradale a Roma (ma anche in tutta Italia)!
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Perché i tassisti romani devono sempre farsi riconoscere?
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