La premessa è scontata: si è trattato di elezioni politiche nazionali e dunque la ricaduta sul comune di Roma non è diretta. Ciò nonostante, molti si aspettavano un ridimensionamento del Movimento 5stelle nella capitale a seguito della pessima prova data fin qui dalla giunta Raggi. E invece il voto di domenica ha confermato i pentastellati come primo partito nella capitale, in linea con quanto avvenuto a livello nazionale. Non è questa la sede per analizzare le motivazioni del successo grillino in Italia, ma certamente quello che molti considerano un voto di cambiamento e di protesta non vale per Roma.
Qui il cambiamento c’è stato due anni fa e i segnali sono andati tutti nella direzione della conservazione: appoggio alle piccole lobbies (dai tassisti ai bancarellari), poco bastone e molta carota con i dipendenti comunali, una politica su Atac da brivido fatta solo di mantenimento dello status quo, nessuna svolta su rifiuti e decoro. Per non parlare del favore fatto ai costruttori con l’operazione Stadio della Roma. Insomma, motivi per premiare il 5stelle e vederlo come forza di cambiamento a Roma non ce ne sono proprio.
Il rischio concreto è che la Raggi e i suoi possano prendere questo risultato come incoraggiamento ad andare avanti nella stessa direzione fatta di una giunta che cambia gli assessori ogni due mesi, di totale assenza di visione strategica sul futuro della città e di sudditanza nei confronti delle consorterie. A questo proposito vale la pena ricordare il problema dei dipendenti Atac che si sono assentati in massa dal lavoro perché scrutatori di seggio. Nelle giornate di domenica e di ieri il trasporto pubblico è stato di fatto dimezzato. Un’amministrazione davvero attenta alle esigenze dei cittadini avrebbe fatto in un altro modo: avrebbe emanato una circolare che imponeva agli autisti-scrutatori di seggio di dare adeguato preavviso della loro assenza. E avrebbe trovato dei sostituti richiamando personale dalle ferie e pagando straordinari. Insomma bastava organizzarsi. E invece niente: nel solco della peggiore tradizione romana, anche il management di Atac nominato (e sostituito già due volte) dai 5stelle si è disinteressato del servizio ai cittadini e si è occupato solo dei dipendenti.
Sono elementi che dovrebbero far riflettere i romani che invece hanno voluto premiare di nuovo i 5stelle, forse per punire gli altri due schieramenti. Il centro-destra che con Alemanno ha espresso la peggiore amministrazione del Campidoglio dal dopoguerra ad oggi. E il centro-sinistra con un Pd clientelare e autolesionista al punto da aver affossato da solo il Sindaco che aveva eletto. E’ chiaro che le alternative erano difficili da digerire, ma una cittadinanza consapevole avrebbe usato questo voto per dare un segnale netto a chi governa la città. Un po’ come avviene negli Stati Uniti con le elezioni di midterm che servono proprio a tastare l’umore degli elettori a metà mandato.
Si vede che i romani sono contenti di come viene amministrata Roma. Si lamentano per le buche che in questi giorni sono diventate onnipresenti, si schifano per i rifiuti non raccolti, si indignano per il trasporto inefficiente. Ma poi confermano chi non solo non ha mosso un dito per migliorare, ma anzi ha in qualche modo aggravato la situazione con la sua inerzia.
Notizie confortanti arrivano da alcuni collegi: ad esempio l’elezione di Riccardo Magi al Gianicolense che ha battuto l’ex iena grillina Dino Giarrusso. Il radicale Magi ha molto lottato per mettere a gara il servizio di trasporto raccogliendo le firme per il referendum su Atac. All’Ardeatino non ce l’ha fatta Davide Bordoni, assessore al commercio di Alemanno che diede pessima prova su ambulanti e cartelloni, battuto dalla dem Patrizia Prestipino. Molto male è andato Matteo Orfini, arrivato terzo nel suo collegio di Torre Angela, dopo il grillino Fioramonti e la leghista Mannucci. Orfini paga sicuramente lo scotto della crisi del Pd ma anche il suo atteggiamento distruttivo nei confronti della giunta Marino.
Nell’insieme comunque il Movimento5Stelle vince in tutti i quartieri in termini percentuali, tranne in centro e a Parioli/Trieste/Salario/Bologna dove il Pd tiene. Esattamente come avvenne nel 2016 per le comunali, tanto è vero che I° e II° Municipio sono gli unici ad essere governati dal centro sinistra.
Discorso diverso alla Regione, dove Zingaretti viene riconfermato e prende circa 300 mila voti in più rispetto alle politiche. La Lombardi arriva solo terza, dopo un Parisi che ha rimontato in maniera insperata. Avremo tempo di analizzare il risultato della Pisana e non vogliamo farlo qui per non allungare troppo questo articolo.
Se per sbrogliare la matassa del governo nazionale occorrerà molto tempo, su Roma un dato è certo: la Raggi che meritava di essere bacchettata, adesso si sentirà investita di una nuova forza. E per Roma non è un buon presagio.
5 risposte
tutto condividibilissimo.
verrebbe da chiedere agli elettori del collatino o di torre angela come hanno potuto premiare lo schieramento del sindaco in carica proprio nei giorni in cui le loro strade sono divenute ancora più impraticabili di quanto siano mai state. non penseranno mica che siano stati quelli del pd nottetempo a ridurle così?
oppure sarebbe interessante sapere dagli elettori del tuscolano perché hanno voluto premiare paola taverna, considerato che anche da loro le cose vanno tutt’altro che bene e senza contare che la senatrice uscente nei 5 anni di mandato si è riuscita a distinguere solo nello spendere mensilmente cifre iperboliche per spese telefoniche – il cielo solo sa come abbia fatto e sarebbe proprio il caso che mostrasse qualche ricevuta
Faccio notare che, rispetto al resto della Regione, a Roma il M5Stelle ha preso meno voti e il PD (+ coalizione centrosinistra) più voti, e solo grazie a questo dato Zingaretti ce l’ha fatta.
Certo, visto il disastro frutto di saccente incompetenza pentastrillata, ci si aspettava un risultato ancor più basso a Roma .
Però non ragionate come certe “piattaforme” sfornaBufale quotidiane stravolgi realtà, che numericamente e semplicemente è questa:
– Zingaretti ha vinto su Parisi, stravinto su Lombardi (3°);
– in 11 municipi Romani il PD è di nuovo 1° partito (negli altri 4 è la destra)
– l’Effetto Raggi c’è stato , eccome, almeno un – 4% in netta controtendenza con le illusioni del reddito di nullafacenza del resto del Paese
Siamo tornati ad analizzare il voto correggendo quanto riportato in questo articolo.
https://www.diarioromano.it/?p=21533
Sì, certo, l’effetto Raggi c’è stato ma quasi impercettibile e comunque tale da consentire al M5S di poter dire di aver vinto la maggioranza dei collegi del nazionale a Roma.
Dopo quasi due anni di stallo totale del governo cittadino e con una situazione che sta precipitando ancora di più è davvero difficile capire cosa passi per la testa agli elettori.
D’accordo che le altre proposte politiche erano tutt’altro che allettanti ma perché farsi sfuggire l’occasione per mandare in messaggio chiaro al M5S che così proprio non va?
Mah …