Forse non tutti sanno che le maggiori competenze legislative in materia di commercio sono in capo alle regioni, per cui molte delle cose che a Roma si posso o non si possono fare in materia di negozi o di commercio su area pubblica dipendono da leggi regionali.
Di queste leggi ve ne sono almeno 6, approvate in tempi diversi, che prevedono un totale di circa 300 articoli.
Per capire quanto queste leggi influiscano sul commercio cittadino basti citare la norma del cosiddetto ‘principio di equivalenza’, quella per cui quando si sposta un esercizio commerciale ambulante bisogna attribuirgli una nuova postazione che abbia lo stesso valore commerciale di quello precedente. Questa norma è prevista dall’art. 44 della legge regionale n.33/1999 al comma 3-bis che così recita:
“3-bis. Qualora il comune proceda alla revoca del posteggio e della relativa autorizzazione per i motivi previsti dall’Art. 28, comma 16 del decreto legislativo n. 114/1998, l’operatore interessato ha diritto ad ottenere un altro posteggio. Il posteggio concesso in sostituzione dei posteggio revocato deve essere equivalente, non puo’
avere una superficie inferiore e deve essere localizzato, possibilmente, in conformita’ alle scelte dell’operatore. Questi, in attesa dell’assegnazione del nuovo posteggio, ha facolta’ di esercitare nell’area che ritiene piu’ adatta, della medesima
superficie del posteggio revocato, nel rispetto delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti, nonche’ delle limitazioni e dei divieti posti per motivi di carattere igienico-sanitario, di sicurezza stradale o per altri motivi di pubblico interesse.”
Da notare la formula: [l’operatore] “… in attesa dell’assegnazione … ha facolta’ di esercitare nell’area che ritiene piu’ adatta”, che tradisce un favore esagerato nei confronti dell’operatore commerciale e considerazione nulla per eventuali luoghi tutelati della città. A titolo di cronaca il comma 3-bis riportato sopra non esisteva nel testo originario della legge 33/1999 ma è stato aggiunto da una successiva legge regionale (n.12/2001) approvata durante l’amministrazione Storace.
Tornando al coacervo di norme regionali, nel lontano giugno 2014 il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, organizzò una conferenza stampa per presentare il nuovo testo unico sul commercio della Regione Lazio, provvedimento pensato per superare tutte le norme preesistenti in materia passando da 300 a 124 articoli.
Obiettivi dichiarati dell’iniziativa legislativa erano semplificazione, decentramento ai Comuni ed innovazione.
In particolare l’aspetto del decentramento prevedeva importanti novità per i Comuni, tra cui:
– l’abolizione del cosiddetto ‘principio di equivalenza’;
– pieni poteri sul commercio su area pubblica;
– divieto di esercizio di commercio itinerante nei centri storici dei Comuni superiori a 30 mila abitanti, concedendo loro la facoltà di individuare altre aree dove estendere il divieto.
Nella conferenza stampa il Presidente Zingaretti disse che entro la fine di luglio il testo sarebbe stato approvato dalla Giunta e che la discussione in Consiglio sarebbe partita subito dopo l’estate.
Ebbene l’approvazione in Giunta avvenne effettivamente ai primi di agosto del 2014 ma dopo quel passaggio del testo si sono perse le tracce. L’unica notizia che abbiamo trovato in merito risale all’ottobre 2015, quando sembra che una parte del testo sia passata nella Commissione VIII del Consiglio Regionale. Poi più nulla.
E dire che il Presidente Zingaretti aveva presentato la cosa come quasi fatta:
“È un’altra promessa mantenuta. Per la prima volta nella storia il Lazio avrà una legge sul commercio, cancelliamo sei leggi sui vari aspetti della vita del commercio nel Lazio, e da 300 e più articoli ne faremo solo 124, e soprattutto dentro un unico testo …”
“Quindi è un altro impegno mantenuto. Entro la fine di luglio approveremo il testo in giunta, da settembre parte la sfida del Consiglio, ma è un altro segno che il Lazio sta cambiando profondamente la sua fisionomia“.
Forse è il caso che il Presidente Zingaretti riprenda in mano le promesse di due anni fa e vada a sferzare la sua maggioranza affinché si decidano a varare la nuova normativa, supponendo che in essa siano rimasti i punti tanto reclamizzati. Non ci stupiremmo infatti se le forze che nel 2001 convinsero la maggioranza Storace a scrivere il “principio di equivalenza” di cui sopra, evidentemente sotto dettatura di una certa parte, fossero riuscite ad avere un tale efficace ascolto anche con questa maggioranza.
Lo ha capito Zingaretti che dopo Roma la prossima conquista del M5S è la Regione Lazio o no? E se la cosa non gli è sfuggita, vuole assistere inerme alla sua destituzione o vuole finalmente provare a fare qualcosa per i cittadini del Lazio?
Una risposta
per non parlare del nuovo Piano Gestione Rifiuti che è strategico anche per Roma e che fu ugualmente promesso nel 2014, con tanto di conferenza stampa in pompa magna e che è finito in qualche cassetto, favorendo così le lobby della monnezza ed aggravando il degrado cittadino.
Per non parlare della Legge Regionale sulla partecipazione dei cittadini, inserita anch’essa come uno dei primi punti del programma allorchè Zingaretti fu eletto, Legge che pure è missing in Pisana.
Per non parlare de…… la lista è lunghina assai….