Ma un Presidente un po’ più Presidente no?

L’art. 18, comma 1, dello Statuto di Roma Capitale recita:

L’Assemblea Capitolina è presieduta dal Presidente che la rappresenta.“.

 

Assemblea Capitolina che è così definita dall’art. 16 comma 1:

L’Assemblea Capitolina è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo di Roma Capitale. […]

 

Il Presidente rappresenta quindi l’Assemblea Capitolina ed essendo questa un’adunanza composta da una maggioranza ed una o più opposizioni, è indispensabile che tale rappresentanza sia minimamente distribuita, nel senso che chi presiede è il Presidente di tutti e non il capo di una fazione.

Questa necessità di una sorta di terzietà del ruolo del Presidente dell’Assemblea Capitolina deve sfuggire a Marcello De Vito che fin dall’inizio del suo mandato non ha mai nascosto una spiccata partigianeria nei confronti del movimento a cui appartiene. Nulla di particolarmente nuovo sotto il cielo di Roma, soprattutto se ricordiamo che solo tre anni fa circa chi ricopriva il ruolo di Presidente si dovette dimettere dopo essersi ritrovato nella lista degli indagati dell’operazione “Mondo di mezzo” (era Mirko Coratti del Partito Democratico).

C’è però il fatto che tra le promesse del M5S c’era quella di cambiare tutto, di ridare pulizia e dignità alla politica, mentre nel caso del Presidente De Vito assistiamo ad un crescendo di schieramento partitico che, ad avviso di chi scrive, cozza con i doveri di una figura in qualche modo super partes.

Basta dare un’occhiata alla pagina facebook del Presidente per trovarvi post su post a sostegno di Luigi Di Maio, di Roberta Lombardi e di altri candidati alle prossime elezioni, così come post di abbastanza becera polemica politica contro il PD e Renzi. Non che qui si abbia qualche interesse a difendere questi ultimi (chi ci segue sa quanto male pensiamo del PD romano e quanto non perdiamo mai l’occasione per dargli addosso), ma da un Presidente dell’Assemblea Capitolina ci si aspetterebbe un volare un po’ più alto, focalizzato sui problemi cittadini, su come spronare l’amministrazione (il cielo solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno), lasciando al resto del movimento la battaglia elettorale più spiccia.

 

deVito

 

C’è poi un recente post del Presidente De Vito che abbiamo trovato particolarmente stonato, quello pubblicato a seguito della caduta del governo del Municipio III. Eccone il testo:

Nel 3° municipio da quest’oggi esiste solo il M5S. L’opposizione decreta la sua inesistenza.

Il municipio infatti sarà governato dalla sindaca Raggi e dal suo commissario (vedremo se e chi sarà).
L’opposizione ieri ha preferito decretare la sua inesistenza.
Evidentemente era troppo difficile accettare i successi ed i risultati nell’interesse del territorio raggiunti da Roberta Capoccioni, la giunta ed i consiglieri tutti, ben riepilogati qui: https://m.facebook.com/Roberta-Capoccioni-Presidente-Muni…/….

Molto meglio quindi decretare la propria inesistenza, con un atto politicamente strumentale, in barba al risultato delle elezioni
Va detto ai cittadini che il lavoro per il territorio proseguirà anche nella assenza dell’opposizione.
Forza Roberta Capoccioni Presidente Municipio III

 

Ebbene no, Presidente De Vito, il Municipio III è caduto non tanto per volere dell’opposizione, cosa peraltro fisiologica in una normale democrazia (a cos’altro dovrebbe puntare un’opposizione se non a far cadere il governo in carica sperando di sostituirlo a seguito di nuove elezioni?), quanto per il dissolversi della maggioranza decretata dalle ultime elezioni. La Presidente Capoccioni non è stata infatti sfiduciata a seguito di un golpe della minoranza, bensì da un regolare voto del Consiglio Municipale in cui la maggioranza che aveva inizialmente sostenuto la Presidente non esisteva più. Forse più che continuare a sostenere acriticamente una Presidente sfiduciata dal proprio Consiglio valeva la pena di interrogarsi sul come si sia arrivati a ciò e quali possano essere state le responsabilità di quest’ultima.

Comunque non è bello che chi presiede l’aula Giulio Cesare dia una spiegazione così partigiana e scorretta di una normalissima dinamica democratica, per di più in presenza di collegamenti familiari del Presidente con gli accadimenti in Municipio III.

 

Altro spiacevole episodio di cui si è reso protagonista un Presidente De Vito super-coinvolto nell’attuale campagna elettorale riguarda l’errata denuncia di affissioni abusive di altri schieramenti. Fidandosi infatti di alcuni attivisti, il Presidente De Vito ha pubblicato un post su affissioni presunte abusive ma che in realtà erano regolari, scomodando inutilmente anche la Polizia Roma Capitale e IoSegnalo. Il post è stato poi rimosso da facebook ma documentato da chi ha segnalato l’errore.

 

DiVeroli

 

Non che non ci si possa sbagliare, ma perché il Presidente dell’Assemblea Capitolina deve farsi accusare, a ragione, di scrivere stupidaggini solo per aver deciso di entrare nell’agone elettorale?

 

In conclusione, pur comprendendo la passione che un attivista del M5S può provare nel momento in cui si intravede una possibilità per il MoVimento di arrivare alla guida del paese, chi scrive ritiene che il Presidente De Vito avrebbe dovuto mantenere una posizione meno schierata e movimentista. Nulla quaestio sul fatto che uno nella sua posizione possa dare una mano al MoVimento, ad esempio partecipando ad incontri pubblici, ma la cosa dovrebbe avvenire tenendo sempre presente che si occupa un ruolo istituzionale a rappresentanza di tutti i cittadini e gli schieramenti politici.

O si fa il Presidente dell’Assemblea Capitolina o l’attivista del M5S. De Vito avrebbe dovuto deciderlo prima. Non è mai troppo tardi per rimediare ma rimane l’ennesima dimostrazione del poco rispetto che i rappresentanti del M5S hanno per le istituzioni democratiche.

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