Manutenzione del verde: i bandi non sono partiti perché nessuno sapeva scriverli

Verde abbandonato II° Municipio via Mascagni

 

Questa storia delle gare di appalto per la manutenzione del verde si conferma il simbolo di una pessima politica e di una burocrazia inetta (quando non connivente). Sono trascorsi esattamente due anni da quando l’inchiesta di Mafia Capitale portò agli arresti l’ex direttore del Servizio Giardini Claudio Turella, scoperto con 500mila euro di mazzette nascoste in casa. Gli appalti concessi alle cooperative che facevano capo a Buzzi e Carminati vennero tutti invalidati per infiltrazioni mafiose.

Roma restò improvvisamente senza alcuna manutenzione del verde pubblico, se non per gli scarsi e sporadici interventi degli uomini del Servizio Giardini, ridotti a 300 su un organico di 1200, con la metà dei mezzi meccanici guasti. Il risultato lo conosciamo tutti: parchi in abbandono, aiuole impraticabili, spartitraffico con l’erba così alta che non si vedono più i cigli. Mai negli ultimi 20 anni la capitale era stata così degradata dal punto di vista del verde pubblico. Più volte, da queste pagine, ce la siamo presa con i precedenti amministratori: dall’ex assessore Estella Marino all’ex presidente del 2° Municipio Gerace che aveva candidamente ammesso di non occuparsi più di verde proprio perchè gli appalti erano stati cancellati. Ci sembrava assurdo che degli amministratori competenti non trovassero soluzioni alternative, magari temporanee, ma utili a non far diventare Roma una giungla.

“Presto indiremo nuove gare” assicurava l’assessore Marino, “non si dovrà aspettare ancora molto”. E invece siamo a ottobre del 2016 e nessuna gara è mai stata bandita. Né il commissario Tronca ha avuto il coraggio di farlo (nonostante le avesse promesse per marzo) e fino ad ora neanche la nuova giunta a 5stelle. Ma perché in tutto questo tempo non si è riusciti a bandire una gara? I soldi erano stati stanziati e dunque non si trattava di un problema economico. Ebbene il Messaggero rivela che il motivo sta tutto nell’incompetenza della burocrazia: negli uffici dell’assessorato all’Ambiente nessuno, dagli impiegati ai dirigenti, è stato in grado di scrivere correttamente il testo del bando. E così i 4,5 milioni di euro che erano pronti ad essere spesi per le potature sono rimasti in cassa. E gli alberi sono sempre più allo stato brado al punto che due giorni fa, a Torre Gaia, ne è caduto uno su un pulmino che trasportava bambini.

Verde in abbandono

 

Nel frattempo i giardinieri dipendenti del Comune sono andati in pensione e i 300 che rimangono in servizio hanno un’età media di 52 anni. Dunque tra turni, riposi e difficoltà oggettive legate all’età di alcuni (che hanno anche 60/63 anni) è impossibile pensare che le risorse interne siano sufficienti a garantire uno standard minimo di manutenzione.

Insomma da una parte la politica che ha deciso da tempo di esternalizzare un servizio e poi quando ha dovuto bloccare le gare non ha saputo predisporne di nuove. Dall’altra la macchina amministrativa così pigra e chiusa in se stessa al punto di non essere in grado di scrivere un bando.

Forse entro fine anno, l’assessore Muraro potrebbe sbloccare i primi appalti per un valore di 15 milioni. Ma c’è poco da sperarci sia per le condizioni di difficoltà politica nelle quali sta operando la responsabile dell’Ambiente, sia perchè troppe volte abbiamo sentito ripetere che le gare erano in dirittura d’arrivo ma nella realtà non sono mai partite.

E le condizioni del verde peggiorano ogni giorno di più al punto che sarà molto difficile riprendere il controllo della vegetazione quando finalmente questa città proverà ad essere più normale.

 

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