Vogliamo dedicare anche noi un post a Marco Pannella, in occasione della sua scomparsa. E lo facciamo sia perché il leader radicale ha rappresentato una guida politica con cui tantissimi italiani sono cresciuti nei decenni passati, incluso qualcuno della nostra redazione, sia perché la sua figura è quanto mai attuale nel panorama odierno di Roma. Siamo infatti in campagna elettorale, per quanto a dir poco asfittica, e veniamo dallo scoppio dello scandalo denominato “Mafia Capitale”, che tra le sue declinazioni ha visto anche il commissariamento del Municipio X di Ostia per conclamate infiltrazioni mafiose. Finalmente, nel 2015, è scoppiato il bubbone e si è decretata la presenza della mafia ad Ostia. Alla buon’ora, si dirà, meglio tardi che mai.
Ebbene la presenza di organizzazioni mafiose ad Ostia fu denunciata da Marco Pannella nel lontano 1992, durante i 100 giorni in cui assunse la carica di Presidente dell’allora Circoscrizione XIII. Il leader radicale volle con quell’esperienza dimostrare che la legalità è un prerequisito per ogni civile convivenza, soprattutto è una garanzia per difendere i più deboli dalle prepotenze dei più forti; e con il pugno di ferro che adottò contro la lotta all’abusivismo edilizio diede a vedere che il rispetto della legge non era un problema di regole o di procedure, ma solo di volontà politica. Sembrerebbe contraddittorio parlare di pugno di ferro in associazione con una persona che aveva fatto della non-violenza la cifra della sua esistenza, ma al contrario il contrasto alla violenza dei prepotenti e degli abusivi richiede la giusta fermezza, un coraggio simile al medico coscienzioso che recide l’arto per salvare il paziente (in contrapposizione al medico pietoso che porta alla morte).
Contro le costruzioni abusive Pannella usò le ruspe, e per contrastare le violente proteste dei proprietari arrivò a chiamare l’esercito, grazie ai poteri speciali che gli vennero attribuiti. Queste alcune delle sue dichiarazioni al tempo:
“Non sto lottando contro gli abusivi, ma contro quelli che, con la scusa di difendere i manufatti in costruzione, dominano il territorio, dividono e terrorizzano la gente“.
“Dietro questi presunti difensori dei più deboli c’è una selva di piccoli e medi costruttori che hanno accumulato grandi ricchezze in poco tempo. Non sta a noi, posto che lo volessimo, annullare queste situazioni. Ma combattere contro queste organizzazioni, questo sì“.
Infine:
“Non ci fermeremo di fronte alle intimidazioni e alla violenza. Se la mafia dovesse impedire l’opera di demolizione dei manufatti chiederemo l’intervento del genio militare. Il territorio della XIII Circoscrizione è in alcune sue parti importanti occupato e controllato dalla mafia. Lo ripeto, da organizzazioni mafiose che hanno promosso e promuovono un nuovo micro-abusivismo di massa, cercando di legare a questo fenomeno, con la violenza, l’intero popolo degli abusivi. In questa Circoscrizione gran parte della popolazione è costituita da abusivi consolidati.”
Nel 1992 Marco Pannella già parlava di “micro-abusivismo di massa”, viene in mente qualche somiglianza con il panorama che abbiamo di fronte oggi a Roma? Cos’altro sono le scritte vandaliche, i venditori abusivi, l’evasione tariffaria sui mezzi pubblici, le bancarelle abusive e non, il cosiddetto “tavolino selvaggio”, la sosta selvaggia generalizzata, e innumerevoli altri piccoli fenomeni di degrado se non “micro-abusvismo di massa”? E come dimostrò Pannella ad Ostia, il modo per contrastare con efficacia tale abusivismo diffuso non può che essere l’applicazione della legge con la giusta fermezza, col pugno duro, senza timore di essere presi per destrorsi estremi (che poi sono quelli che invece della legge se ne fanno maggiori beffe).
Sono passati 24 anni dall’unica esperienza di governo di Marco Pannella, e purtroppo sembrano essere passati invano, se ancora siamo al punto che la mafia ad Ostia è stata appena scoperta ed il Municipio X è ancora commissariato.
L’aver ragione troppo presto è stata l’altra cifra del leader radicale, e purtroppo ciò corrisponde quasi sempre all’avere torto. Ma seppure è un peccato aver perso 24 anni, che invece potevano essere spesi a rimettere in sesto una Roma che già al tempo presentava in nuce i problemi che ci hanno portato alla situazione attuale, già sarebbe una buona notizia poter sperare che la lezione di Marco Pannella sia stata fatta propria da qualcuno dei contendenti alla poltrona di Sindaco di Roma.
Ed invece ci ritroviamo con dei candidati che al Presidente della XIII Circoscrizione Marco Pannella non sarebbero degni neanche di fare i portaborse, tanto generiche e stentate appaiono le loro proposte per affrontare il disastro romano.
Quanto ne avrebbe bisogno Roma di un Sindaco come quel Marco Pannella, soprattutto nel degrado morale e materiale in cui versa oggi la città. Ma purtroppo questo non avverrà, non in queste elezioni almeno, laddove i cittadini dovranno scegliere tra i uno dei nani che il panorama politico mette a disposizione. Mancano ancora un paio di settimane alle elezioni, e per qualcuno di quei nani ci sarebbe ancora il tempo di fare uno scatto di reni e dimostrare di essere almeno una speranza per questa città, facendo chiarezza sui programmi, le procedure e le donne e uomini con cui si vorrà riprendere in mano Roma. C’è l’esempio di Marco Pannella ad indicare una possibile strada, non c’è che da seguirlo, ringraziandolo perché ancora una volta tracciò il giusto percorso.
3 risposte
la legalità è un prerequisito per ogni civile convivenza, soprattutto è una garanzia per difendere i più deboli dalle prepotenze dei più forti”
Da applausi ! da qui le querele presentate per diffamazione e calunnia !
Solo un appunto, cercare di ricondurre il pensiero immenso di Pannella a voi e di conseguenza ai giornali di partito e di noti imprenditori ….penso si commenti da solo ! Se non era senatore a vita….il merito è proprio di queste persone ! Altrochè !
Senatore a vita?
Senatore a vita?