Con questo post vogliamo cominciare ad aprire delle finestre sulla classe politica cittadina per dare elementi utili a giudicare l’operato degli eletti.
Premettiamo che l’esperienza fatta in anni di lotte contro i cartelloni, con innumerevoli occasioni di confronto con assessori, consiglieri e presidenti sia a livello comunale che municipale, ci hanno mostrato un livello generalmente molto basso del personale politico romano, con numerose punte a livelli veramente imbarazzanti. Peraltro le storie di Mafia Capitale stanno dimostrando che le nostre impressioni erano tutt’altro che esagerate, con una moltitudine di gente interessata solo al proprio tornaconto personale.
Volendo quindi evitare di descrivere la pochezza, laddove non la vera delinquenza, di troppi politici, cercheremo di concentrarci sugli esempi di eletti locali che hanno dimostrato passione e competenza nell’operato politico. In queste analisi non faremo distinzione tra forze di maggioranza e di opposizione, giacché riteniamo entrambi i ruoli fondamentali per il corretto gioco democratico. Come infatti ci si aspetta dalla maggioranza di governare nell’interesse dei cittadini, l’opposizione ha il fondamentale compito di controllarne l’operato; e ben ricordiamo noi cosa ha significato per la lotta ai cartelloni il ruolo del tutto assente che ebbero forze di opposizione come il PD o SEL durante l’era Alemanno (e le storie di Mafia Capitale ce ne stanno anche spiegando i perché).
Non si tratta di sponsorizzare in maniera generica qualche politico, bensì dare visibilità a coloro che a nostro avviso sono degni rappresentanti dei cittadini, a prescindere dal condividere o meno le loro idee.
Il primo politico di cui vogliamo occuparci è Riccardo Magi, consigliere comunale eletto nella lista civica per Marino che però fin dall’inizio al Sindaco non ha risparmiato critiche e sollecitazioni, finendo col subire da Marino la richiesta di dimissioni dalla carica.
Nella giornata di ieri è uscita su Il Manifesto un’intervista al consigliere Magi di cui vogliamo riportare alcune dichiarazioni:
“Quando abbiamo reso pubblico che il costo dei campi rom per Roma è di quasi 24 milioni l’anno, tutti soldi che vanno ai famosi gestori di servizi, dalla giunta e dalla maggioranza per lo più la reazione è stata: è meglio che queste cifre non girino”
“Dopo la prima esplosione dell’inchiesta, a dicembre, per sei mesi l’amministrazione è stata paralizzata, con il fiato sospeso in attesa della nuova ondata di arresti. Il Pd, è il partito di stragrande maggioranza, ha fatto più che altro un’operazione estetica per essere più presentabile.”
“I campi rom, per esempio, si possono chiudere. Non con le ruspe, come dice Salvini, ma con il cervello e con le buone prassi come in altri paesi, accedendo ai fondi europei. Diventerebbe l’ occasione per politiche rivolte non solo ai rom ma a tutti i cittadini in difficoltà abitativa. E invece su questo oggi siamo allo stesso punto di due anni fa (ce ne eravamo accorti, ndr). È scoppiato il bubbone sui centri di accoglienza, ma anche lì non si è fatta non dico una riforma, neanche il monitoraggio sulle convenzioni e sui servizi previsti ma non erogati.”
“Marino colga questa seconda e ultima chiamata, ma faccia un patto con la città e con la maggioranza: sue due-tre cose centrali. L’onestà non basta, dovrebbe essere scontata. Per andare avanti come ora, tanto vale staccare la spina.”
Se anche un consigliere attento come Riccardo Magi fa un invito simile al nostro al Sindaco c’è qualche piccola speranza in più che costui ci pensi su.
P.s.: segnaliamo anche un accenno del consigliere Magi alla questione della metro C. “… l’anno scorso abbiamo fatto un esposto sulla Metro C. E presto si scoperchierà anche questa pentola. È la più grande opera in realizzazione in Italia, sotto il controllo del comune a cui però è sfuggita completamente di mano. È saltato il quadro finanziario e quello giuridico, non c’è un progetto definitivo.”. Cercheremo di tornarci sulla metro C con qualche riflessione non manichea. Non siamo contrari all’opera né pensiamo che vada fatta a rischio di dichiarare bancarotta. Quello che non è ammissibile è che il Comune abbia perso il controllo su un’opera tanto importante ed invasiva.