Mentre si discute del GRAB, Villa Ada è sotto un altro attacco

Gli eventi dell'Estate Romana rischiano di avere un aumentato impatto sulla villa: estesi fino a Capodanno e con OSP gratuite anche per le attività commerciali. Una riflessione dall'Osservatorio Sherwood

La polemica sul passaggio del GRAB dentro Villa Ada prosegue, ad intensità minore ma sempre maggiore confusione, grazie anche alla Soprintendenza di Stato che prima avrebbe dato l’assenso e poi l’avrebbe negato.

Noi abbiamo provato ad illustrare le ragioni dei due fronti, sia di quelli che si oppongono strenuamente a tale passaggio, sia di coloro che cercano di spiegare come la cosa sostanzialmente non cambierebbe la situazione attuale, a parte risistemare alcuni viali della villa, stante che già oggi le biciclette possono accedere liberamente.

La nostra impressione è che in questa storia non abbia aiutato il nome del progetto, GRAB: probabilmente quel termine fa pensare ad un traffico di biciclette dentro la villa tipo Raccordo Anulare in orario di punta, cosa che probabilmente non sarebbe visto che trattasi di percorso cicloturistico.

 

Staremo a vedere come si procederà, ma nel frattempo vogliamo riprendere una nuova riflessione dell’Osservatorio Sherwood, una delle organizzazioni di cittadini che più ha a cuore la tutela di Villa Ada, che mette in guardia sugli aumentati impatti che avrà la prossima Estate Romana sulla villa.

Da un recente post sulla loro pagina facebook:

 

L’Estate Romana? Senza oneri e sino a Capodanno

 

Solo una piccola riflessione su quanto si prefigura per gli eventi dell’Estate Romana, che ancora una volta rischiano di ripercuotersi con forte impatto su Villa Ada (nonostante i ripetuti appelli ad una delocalizzazione al di fuori del parco). “Complice” il Covid, la Giunta Capitolina ha deciso che “tutte le attività culturali potranno richiedere la concessione di suolo pubblico gratuita, sia per gli spazi destinati alla cultura che per quelli commerciali funzionali alle iniziative culturali”, inoltre “a questa agevolazione si aggiunge la possibilità, per i progetti vincitori dei bandi dell’Estate Romana, di realizzare i progetti non più entro il 30 settembre ma entro il 31 dicembre 2021” (https://www.comune.roma.it/…/occupazione-suolo-pubblico…).
Dunque zero pagamenti, anche per le attività commerciali. E kermesse estive che possono arrivare sino a Capodanno. Due richieste che gli organizzatori degli eventi avevano posto come “irrinunciabili” (ottenendo comunque anche la possibilità di rinviare tutto al 2022 senza perdere assegnazioni e contributi). Una “deregulation” che rischia di avere effetti pesanti sul parco, soprattutto in termini di “privatizzazione lucrativa” della penisola del lago grande (con ritorno nullo per le casse pubbliche).

 

Nel post si dà poi notizia dell’annullamento da parte del TAR della graduatoria dell’Estate Romana per Villa Ada, con la necessità da parte del Campidoglio di riscrivere tale graduatoria, anche se curiosamente sono già partite le prevendite di alcuni concerti.

 

Non possiamo non condividere le preoccupazioni degli amici dell’Osservatorio Sherwood, anche perché nelle decisioni del Comune scorgiamo ancora una volta lo stile “Coia”, ossia la tendenza a cancellare tutte le regole con la scusa di aiutare l’imprenditoria cittadina a ripartire.

Nulla quaestio sulla necessità di incentivare le attività che hanno sofferto per le conseguenze della pandemia, ma anzitutto la cosa deve avere dei limiti e poi non si comprende perché anche le occupazioni commerciali debbano essere gratuite, a meno di non voler far guadagnare immotivatamente di più qualche concessionario.

 

Sulla necessità di limiti alle agevolazioni, c’è l’esempio del Caffè Greco di via Condotti a mostrare cosa accade quando si crea il far west.

Secondo il Municipio I quattro delle cinque pedale installate sulla strada dal locale sono illegittime, perché oscurano le vetrine dei negozi attigui, ma l’esercente ha già preannunciato un ricorso. A suo dire le pedane aggiuntive sono indispensabili perché consentono di pagare altri 5 dipendenti, peccato però che il danno causato alle altre attività rischia di far perdere il posto a qualcuno dei loro dipendenti.,

Un’amministrazione pubblica responsabile si farebbe carico delle diverse esigenze e medierebbe tra esse puntando al miglior compromesso.

L’attuale amministrazione capitolina, col “mazzarino” Coia a dirigere il commercio, ha invece abdicato a qualsiasi bilanciamento degli interessi contrapposti, abrogando tutto l’abrogabile e lasciando il rimanente privo di efficaci controlli.

 

Ci auguriamo, e auguriamo agli amici dell’Osservatorio Sherwood, di non dover assistere a devastazioni esagerate a Villa Ada, anche se siamo sicuri che se ciò dovesse accadere non vi sarà nessuna autorità a ricordare eventuali limiti.

 

 

Cogliamo l’occasione anche per congratularci con l’Osservatorio Sherwood per la pulizia di alcune targhe toponomastiche presenti nella villa, fatta in collaborazione con l’Associazione Amici di Villa Ada e i Leprotti di Villa Ada.

Augusto Ciuffini, Don Lorenzo Milani, Don Giuseppe Dossetti, Jean Monnet, Federico Chabod, Francesco Luigi Ferrari … sono alcuni dei nomi che sono tornati leggibili sulle targhe.

 

 

Non foss’altro per questo genere di impegno che questi cittadini dovrebbero essere ascoltati dalle istituzioni, ma con l’attuale amministrazione ciò è stato sempre impossibile.

Non vediamo l’ora che arrivi quella nuova di amministrazione capitolina, perché continuiamo ad essere convinti che a ottobre un cambio vi sarà, nella speranza che essa vorrà finalmente dare ascolto a chi con il proprio impegno contribuisce al miglioramento della nostra città.

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