L’ultima volta che abbiamo riconosciuto un merito all’amministrazione attuale è stato all’inizio di quest’anno, quando grazie all’iniziativa dell’ex assessore Meloni (al di là del tentativo del Sindaco di attribuirne il merito all’inutile riforma di Andrea Coia) si riuscirono a spostare le bancarelle fuori dai marciapiedi di via Tuscolana. E prima di allora dobbiamo risalire allo scorso settembre per un evento simile, allorché apprendemmo della nomina del Disability Manager.
Checché se ne pensi, non siamo noi restii a riconoscere gli eventuali meriti all’attuale amministrazione capitolina; è che con un’azione amministrativa praticamente assente e spesso controproducente quando presente, le nostre pagine non possono che essere una sequela di critiche il più possibile ragionate e documentate.
Siamo ben lieti per una volta di riconoscere la validità dell’iniziativa presentata ieri dal Sindaco Raggi insieme all’assessore alla Cultura Bergamo: si tratta dell’istituzione della carta “MIC” (Musei In Comune) che al costo annuo di 5 euro consente a residenti e domiciliati a Roma di accedere gratuitamente a tutti i musei civici della città, ovvero: i Musei Capitolini, la Centrale Montemartini, i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, il Museo di Roma in Palazzo Braschi, il Museo di Roma in Trastevere, i Musei di Villa Torlonia (Casino dei Principi, Casino Nobile, Casina delle Civette), il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Civico di Zoologia e la Galleria comunale d’Arte Moderna. L’ingresso gratuito vale sia per le collezioni permanenti che le mostre temporanee.
Anche se non è il prezzo del biglietto a frenare i romani dal visitare i musei civici, siamo sicuri che in molti approfitteranno della carta MIC per scoprirli tali musei, visitandoli periodicamente e così riappropriandosi di pezzi di valore della storia di Roma.
Sinceri complimenti al Sindaco Raggi e all’assessore Bergamo per un’iniziativa che a nostro avviso porterà ad un’incremento delle entrate economiche dei musei, grazie all’acquisto delle carte MIC, ed una loro rivitalizzazione grazie ai maggiori afflussi di romani.
Due sole domande un filino polemiche, tanto per non perdere l’abitudine. Anzitutto perché chiamarla “card” e non semplicemente “carta”? Qualcuno in Campidoglio ancora pensa che infarcendo il proprio vocabolario di inutili termini inglesi si sia più “fichi”?
Inoltre, perché ci sono voluti due anni per un’iniziativa tanto semplice quanto efficace?
Una risposta