Mentre la maggioranza in Campidoglio prosegue il percorso a tappe forzate verso l’approvazione della delibera che sancirà l’interesse pubblico (!?!) relativamente al progetto sul nuovo stadio a Tor di Valle, in barba a qualsiasi accezione dei termini “Trasparenzaq e partecipazione”, l’ex assessore all’urbanistica del governo Marino, Giovanni Caudo, ha rifatto i conti e sembrerebbero mancare una trentina di milioni all’appello.
Qui il suo post da cui estraiamo il seguente passaggio (grassetto nostro):
“… ho spiegato che il mancato ricalcolo del valore equivalente, che serve a determinare l’ammontare delle cubature a fronte del valore delle opere pubbliche di interesse generale poste a carico del privato, determina un minore valore per Roma Capitale, per tutti noi, di circa 30 milioni di euro. Danno economico per la città che si somma a tutti gli altri rilevi che configurano l’evaporazione del pubblico interesse. L’assessore in aula ha detto che il valore è stato invece ricalcolato e verificato. Strano, perché dopo la verifica è risultato identico al precedente al centesimo, 805,5 euro a mq. Il progetto invece è sostanzialmente diverso, e il costo di costruzione di un grattacielo è cosa diversa (maggiore costo di fondazioni, strutture e tecnologia) di quello di palazzi di 7/8 piani, tipologia standard e piuttosto consueta a Roma.
Ricalcolando questo dato come da regolamento del Comune, si ottiene un valore di circa 1.100 euro a mq. Vuol dire che a fronte dei 100 mila mq di edificabilità aggiuntiva (di quella prevista dal PRG) concessa dai grillini dovevano essere poste a carico del privato opere di interesse generale per 110 milioni di euro e non per 80,6 milioni. Ne mancano quasi 30 milioni, mancano a tutti noi, sono soldi che invece restano al proponente.”
Si potrà essere d’accordo o meno con le idee del prof. Caudo in materia di urbanistica, ma solo qualcuno in cattiva fede può non riconoscergli onestà intellettuale.
Visto quindi che questa accusa di aver inspiegabilmente ridotto l’onere per il privato di circa 30 milioni viene da un riconosciuto esperto in urbanistica, oltre che da un galantuomo, fino a prova contraria, potrebbe l’attuale assessore all’urbanistica spiegare la discrasia tra i suoi calcoli e quelli del prof. Caudo?
In assenza di una risposta da parte dell’assessore, sarebbe davvero il caso che qualcuno tra il Presidente De Vito, il capogruppo Ferrara o anche lo stesso Sindaco Raggi diano una spiegazione al riguardo, perché a nessuno possa mai rimanere il dubbio che sia stato fatto un ingiustificato favore di 30 milioni al privato.