A maggio di quest’anno ci eravamo complimentati col Sindaco Raggi per l’immediata solidarietà dimostrata ai titolari del Roxy bar, la coppia che aveva fronteggiato le prepotenze di alcuni rampolli del clan Casamonica subendo la devastazione del locale e ripetute minacce.
Per una volta eravamo ben lieti di poter scrivere:
“Ben fatto Sindaco Raggi, molto ben fatto!”
Ebbene ieri c’è stata la prima sentenza del processo scaturito da quei fatti e gli imputati sono stati condannati per lesioni, violenza privata e minacce, il tutto aggravato dal metodo mafioso.
Tutto bene quindi? Neanche per sogno, perché a fianco della notizia della condanna di tutti gli accusati le cronache hanno riferito della mancata costituzione di parte civile di Roma Capitale perché la domanda sarebbe stata consegnata in ritardo.
Quindi la solidarietà espressa dal Sindaco capiamo essersi fermata alla visita di cortesia a favore di telecamere, non essendosi concretizzata in un atto formale come la costituzione di parte civile del Comune di Roma.
La cosa è particolarmente grave in quanto tale costituzione, che in circostanze simili dovrebbe essere iniziativa autonoma dell’amministrazione, era stata formalmente richiesta anche dall’Assemblea Capitolina. A maggio infatti, qualche settimana dopo l’aggressione al bar Roxy, Giorgia Meloni aveva presentato una mozione che impegnava il Sindaco a costituire Roma Capitale come parte civile nel processo; tale mozione era stata appoggiata sia dal gruppo M5S che da quello del PD e quindi approvata all’unanimità dall’aula.
Come possa essere che gli uffici non abbiano presentato in tempo la richiesta è cosa che sfugge alla comprensione.
Peraltro da più parti la notizia di questa mancata costituzione di parte civile viene data oggi, in occasione delle prime condanne al processo. Ma in realtà la cosa era già conosciuta, sollevata ad esempio alla fine di luglio dal consigliere comunale Marco Palumbo. È da allora infatti che sono scaduti i termini per la costituzione almeno per i tre imputati che hanno chiesto il rito abbreviato.
Un’istituzione come Roma Capitale che non riesce a gestire neanche i compiti più elementari, quelli che non richiedono risorse particolari ma solo un normale funzionamento degli uffici e delle procedure, richiederebbe l’intervento urgente di qualche autorità superiore.
Seppure si volesse essere comprensivi con l’amministrazione per la mancata risoluzione di problemi complicati come quello dei rifiuti a Roma, la gestione di ATAC o della mobilità cittadina, se qui non riesce a presentare in tempo neanche una banale pratica ad un tribunale vuol dire che siamo davvero “alla frutta”. Peraltro trattasi di operazione che lo stesso Sindaco avrebbe potuto fare in prima persona, in virtù dell’esperienza professionale maturata prima del suo incarico pubblico.
Non ci sono molti altri commenti da fare a questo ennesimo fallimento dell’amministrazione M5S aRoma se non rilevare che siamo a -23 giorni dal giorno fatidico, quello a partire dal quale si potrà sperare in una ripartenza della città (tutta da dimostrare, peraltro).