L’ambulantato a Roma ha toccato vette mai viste prima. Bancarelle ovunque, sui marciapiedi, in curva, nei giardini, davanti ai monumenti. Un commercio ipertrofico e troppo spesso vicino all’illegalità come sta emergendo dall’inchiesta che ha visto protagonisti alcuni membri della famiglia Tredicine e altri esponenti delle associazioni di categoria.
Si era affacciato un primo, timido segnale da parte del Movimento 5Stelle di ripristino della legalità e del decoro. Dopo lo spostamento dei banchi da via Tuscolana, tra pochi giorni sarebbe stata la volta di via Tiburtina. Inoltre, secondo la proposta approvata dalla Commissione Attività Produttive, le attuali licenze di “rotazione” sarebbero divenute postazioni fisse ma in luoghi meno invasivi.
L’illusione che questa amministrazione potesse davvero andare contro un lobby è durata poche settimane. Ieri l’assessore Cafarotti ha annunciato che la delibera 30, che prevedeva questi spostamenti, è stata ritirata. “Il mio è un assessorato che crea lavoro – ha detto l’assessore in una improvvisata conferenza stampa – per questo ho coinvolto i parlamentari nazionali e pure Luigi Di Maio che si è detto d’accordo nel ritirare questa decisione”. Nel video che segue si può osservare il cuor di leone mostrato da Cafarotti davanti agli operatori.
E’ bastato, insomma, che un gruppo di ambulanti si radunasse sotto gli uffici di via dei Cerchi per protestare contro gli spostamenti che questi sono stati subito eliminati. Nel frattempo il presidente della commissione commercio Andrea Coia, estensore della delibera, ha ammesso che a tre giorni dalle elezioni europee questo provvedimento sarebbe stato strumentalizzato. “Dobbiamo dare decoro e legalità attraverso il dialogo con gli operatori in modo che possano fare le loro proposte”, ha spiegato un democristiano Coia a Romadailynews.
Insomma tra Cafarotti, Coia e Di Maio non si sa chi si sia spaventato di più dopo la modesta manifestazione di piazza degli ambulanti. Non sono stati in grado di mantenere il punto neanche per una giornata. Una ammissione di debolezza che non fa bene all’immagine del Campidoglio, sotto scacco di ogni piccola corporazione.
In tutto ciò l’interesse di Roma va a farsi benedire. Che importa che via Cola di Rienzo sia un suq come neanche a Marrakesh. Chissene frega se i pedoni in via Tiburtina devono camminare in strada perché il marciapiede è invaso da mutande, scarpe cinesi e magliette sintetiche. E soprattutto nessuna attenzione per i commercianti tradizionali che pagano gli affitti, sono soggetti a continui controlli della polizia locale, devono tenere il personale in regola e emettono scontrini ad ogni vendita. Che chiudano! Lascino che la vendita sul territorio romano avvenga attraverso i banchi di poche famiglie che assoldano solo ragazzi del Bangladesh, pagati una miseria e senza contratto.
L’inchiesta di questi mesi, che ha scoperchiato un verminaio di corruzione e tangenti per l’assegnazione dei posti nei mercati e nelle strade commerciali, non vale nulla. Tutto deve restare così come è adesso. Nel segno del “cambiamento”, termine di cui il governo nazionale abusa prendendo per idioti tutti gli italiani. D’altronde che Di Maio andasse a braccetto con i Tredicine si era visto più volte quando scese in piazza con loro contro la direttiva Bolkestein e quando il suo presidente del Consiglio, Conte, si era fatto fotografare con tutti gli esponenti dell’ambulantato romano, subito dopo aver rimandato all’anno del mai l’applicazione della direttiva europea.
A questo punto né in I Municipio (del quale abbiamo parlato pochi giorni fa), né negli altri Municipi cambierà nulla per i prossimi anni. Le bancarelle resteranno dove sono, inamovibili, brutte e indegne di una capitale occidentale.
E’ proprio questo il cambiamento!
2 risposte
Fra tutte le lobby che azzannano la città di Roma (Dai costruttori a scendere fino ai cosiddetti “urtisti” passando dai dipendenti comunali ed i tassisti) non avrei mai immaginato che i bancarellari fossero fra i più potenti.
Non si finisce mai di imparare in questa disastrata città.
Cafarotti, nun te vorrei di’ gnente, ma pure la mafia e la camorra creano lavoro………..
Non è che per far lavorare i bancarellari, puoi condannare intere vie e la gente che ci abita/lavora al degrado