di Mercurio Viaggiatore (@mercuriopsi)
Uno degli hobby del giornalismo ad effetto è “sparare” sugli autisti dell’ATAC: un obiettivo semplice, che trova facilmente consenso. Per la verità non è un hobby di molti, ma i social fanno facilmente da cassa di risonanza.
Il tema prediletto da sempre è l’assenteismo (e veramente non se ne può più). Basterebbe andare sul sito del Comune di Roma, per verificare che la situazione è simile a quella di ATAC (qui il link):
Ci scrive un rappresentante del Comitato Utenti Lavoratori di ATAC e RomaTPL: “la maggioranza degli autisti supera i 40gg di ferie arretrate, con punte di quasi 100gg. Durante l’anno si maturano 30gg di ferie, e nel periodo estivo ogni autista ha la possibilità di avere 2 settimane di ferie, in rari casi il massimo arriva alle 3 settimane, compresi i riposi. La turnazione consente una media nell’anno di 22 riposi domenicali, per cui 30 domeniche sono lavorative, oltre a effettuare il turno nelle altre festività. La percentuale delle assenze per malattia tra i conducenti si aggira intorno al 5,6%, ma occorre puntualizzare: disturbi gastrointestinali, vescicali, mal di testa, disturbi lombosacrali ecc. possono essere sopportabili dietro una scrivania, non di certo alla guida di un mezzo per oltre 6,30 ore continuative nel traffico di Roma, oltretutto in mancanza di servizi igienici ai capolinea!”.
Qualche giorno fa è uscito un articolo sugli autisti dediti a “scorribande” stradali di ogni tipo, che avevano accumulato oltre mezzo milione di euro di multe tra il 2010 ed il 2013.
Sempre il Rappresentante di prima osserva: “vero, le multe arrivano ad ATAC (proprietaria dei mezzi) e non può essere diversamente, ma immediatamente l’Azienda le fa recapitare al responsabile del mancato rispetto del Codice Della Strada. Le multe non solo venivano pagate e vengono pagate, ma a secondo della gravità della contestazione si aggiunge un procedimento disciplinare in base al R.D. 148/31”.
Una considerazione finale: il servizio di superficie di ATAC precipita sempre più in basso, e l’assentesimo nel 2017 ha inciso solo per una percentuale di circa il 6% sulla mancata produzione. C’è poi un considerevole 24% di km non effettuati che vengono pagati lo stesso dal Comune (con i nostri soldi) e denominati “cause esogene”, mentre la parte più consistente, ben il 67%, sono km non effettuati per altri motivi, principalmente indisponibilità mezzi per guasto. Non è il caso di focalizzare la nostra attenzione di utenti sulla parte più consistente della torta?
Giusto segnalare comportamenti scorretti di singoli autisti, ma non è un’idea vincente sparare a zero su tutta la categoria (e non è nemmeno corretto). Questa guerra tra poveri può fare molto comodo per sviare l’attenzione dalla vera radice dei problemi di ATAC, che è qualche gradino più in alto.