Nuovo scontro sulle pedonalizzazioni a Monti

Da un paio di giorni ha ripreso vigore lo scontro sull’intervento di pedonalizzazione che l’amministrazione sta preparando per il rione Monti.

La nuova scintilla l’ha accesa la consigliera Nathalie Naim che, tramite accessi agli atti amministrativi, ha scoperto che pur nel silenzio generale quel progetto sta andando avanti raccogliendo tutti i necesssari pareri dagli uffici. I suoi post su facebook qui e qui.

Al primo articolo uscito su Repubblica ha replicato il Presidente Stefano dal suo facebook. Questo l’incipit:

 

Per fortuna, nel 2017, è possibile spendere 30€, prendere un aereo e vedere come sono organizzati i centri storici in qualsiasi (qualsiasi) altra città occidentale (e non solo).

Ovunque solo benefici per tutti, dal punto di vista sociale, ambientale, economico, di qualità della vita, dei valori immobiliari.

 

Di questa vera e propria guerra cittadina ce ne siamo già occupati a febbraio di quest’anno, quando abbiamo provato a spiegare le posizioni in campo formulando nel contempo una proposta che avrebbe potuto metterle d’accordo.

 

Purtroppo la netta impressione è di trovarsi di fronte ad una storia simile a quella del regolamento sul commercio in area pubblica, con l’amministrazione che ha già deciso tutto ed i cittadini che provano invano un’interlocuzione costruttiva.

Spiace dire questo, considerato che certamente il Presidente Stefàno, promotore del progetto di pedonalizzazione a Monti, non è certo paragonabile al Presidente Coia, l’indiscusso campione del commercio ambulante a Roma. Ma guardando a come le cose stanno procedendo non si vede proprio alcuna apertura al dialogo da parte dell’amministrazione.

E dire che di punti deboli un qualsiasi progetto di pedonalizzazione a Roma ne avrebbe numerosi.

All’affermazione di Stefàno, che basta andare in qualsiasi altra citta occidentale per vedere come sono sistemati i centri storici, è facile rispondere che in realtà basta farsi due passi a piedi per il centro di Roma per vedere come sono combinate tutte (TUTTE) le aree pedonali esistenti. Ecco come vengono descritte in uno dei commenti lasciati su facebook:

La pedonalizzazione a Roma è una catastrofe, basta guardare cosa è accaduto alle strade del percorso Trevi – Pantheon: oggi sono piene di negozi di souvenir o ristoranti in mano alla mafia, tavolini che riempiono la strada, ambulanti abusivi e bancarelle. Tutti i negozi storici e gli artigiani sono stati “cacciati”, e quasi tutti i residenti se ne sono andati.

 

Strade come via dei Pastini o via della Croce o le tantissime pedonalizzate a Trastevere sono divenute delle mense a cielo aperto, preda di tavolini in gran parte abusivi e di venditori abusivi di merce, oggetto di un percorso di desertificazione che le condanna a esclusivo sfondo per una movida o un turismo di bassissima lega.

Altre aree pedonali sono invece dei consolidati parcheggi per i più furbi o per i tantissimi che abusano dei permessi per disabili. Esempi a piazza Borghese, piazza di Spagna, piazza Farnese, largo S. Rocco.

 

Insomma è facile parlare in astratto dei vantaggi della riduzione del traffico in alcune aree, ma quando la cosa viene contestualizzata nella realtà di Roma tutto cambia e bisogna farci i conti con questa realtà, non sfuggirla convinti che tutto si risolverà in qualche modo.

Stante che ad oggi, ad oltre un anno dall’insediamento della nuova amministrazione, si continua ad occupare il suolo pubblico con tavolini abusivi o veicoli in sosta vietata con la ragionevole certezza di farla franca, come non dar ragione ai tanti residenti del rione Monti che temono che gli spazi liberati per la pedonalizzazione verranno occupati illecitamente con tavoli e veicoli abusivi?

Discorso ben diverso sarebbe stato se l’amministrazione avessee cominciato col dimostrare che l’aria era cambiata, che gli spazi oggi esistenti riservati ai pedoni venivano finalmente tutelati da veicoli in sosta, tavoli o venditori abusivi. In mancanza invece di una qualsiasi iniziativa di ripristino della legalità, non si può dar torto a chi teme che esempi devastanti come via dei Pastini vengano replicati anche a Monti.

 

Infine, sempre per dare credibilità all’intervento che ci si è incaponiti di promuovere a Monti, perché non si è mai neanche accennato all’esistenza di una isola ambientale in centro storico, quella del Tridente, per vedere come tali sistemazioni funzionano in un contesto particolare come quello romano? Come si può pensare di essere presi sul serio quando si dice di volere il bene dei cittadini se l’unica isola ambientale esiistente viene abbandonata al suo destino, preda di una disciplina lasciata a metà, con accessi criminali dai varchi contromano e sosta selvaggia un po’ ovunque?

Perché a Monti l’isola ambientale dovrebbe essere la panacea di tutti i mali mentre al Tridente non ha risolto un problema che sia uno? (tanto per dirne una, via Condotti non è più una strada pedonale da quando è stata istituita l’isola ambientale).

 

Il Presidente Stefàno dovrebbe sapere che normalmente siamo pregiudizialmente dalla sua parte, riconoscendogli di essere probabilmente il miglior elemento di tutto il purtroppo desolante panorama del M5S a Roma. Vorremmo essere dalla sua parte anche su questo tema, ma sono troppi gli elementi che fanno pensare ad un intervento mal pensato e peggio condotto.

Visto come si stanno mettendo le cose, col rischio a Monti di una vera e propria insurrezione popolare, consiglieremmo un’occasione di dibattito pubblica di cui ci faremmo volentieri promotori.

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4 risposte

  1. Gentilissimo Roberto,

    se mi esponi le tue perplessità possiamo sicuramente affrontarle. Riguardo il paragone con le altre aree pedonali della città, sulle cui condizioni non posso purtroppo che essere d’accordo, è sufficiente ribadire che il progetto di isola Ambientale di Monti (che non si basa esclusivamente sulle pedonalizzazioni) sarà protetto da varchi ZTL ulteriori rispetto a quelli del centro storico. In sostanza sarà più difficile accedere (eccetto residenti e commercianti) all’isola ambientale, figuriamoci parcheggiarci.

    Grazie

  2. Grazie Enrico.

    Quando parli di “varchi ZTL ulteriori” ti riferisci a qualcosa di simile a quelli installati nel Tridente, dove però tutti accedono contromano dalle strade laterali? Pensa che quando fu istituita l’Isola Ambientale del Tridente glieli facemmo vedere di persona all’assessore Pucci gli accessi contromano da via Brunetti (per saltare il varco di via Ripetta), ma passati tre anni il malcostume impera ed anzi si è ulteriormente diffuso.

    La verità è che le pessime condizioni che anche tu riconosci nel centro storico sono rintracciabili anche nell’unica Isola Ambientale esistente, per cui come dar torto a quelli di Monti che temono che la nuova disciplina rimarrà sulla carta e si farà solo più largo ai tanti furbi di cui è piena Roma?

    Comunque, come scritto, sarebbe utile discuterne pubblicamente di queste cose. Perché magari voi le avete smarcate tutte le problematiche e allora non dovrebbe essere difficile convincere le persone della bontà del progetto (salvo quelli che si oppongono per partito preso, ma sono sicuro saranno una netta minoranza).

    Grazie ancora e a presto,
    Roberto

  3. Ma scusate, gli accessi contromano (oltre a quelli nel giusto senso di marcia) sono anch’essi facilmente controllabili. Dunque vasta volerli dotare della necessaria strumentazione. Il fenomeno di fuoriuscita delle attività storiche dai centri urbani non è certo dovuta all’istituzione di ZTL di qualsiasi tipo, ma dal crescere dei canoni di affitto. Sul diffondersi di locali-mangifici rumorosi, darei invece ragione ai residenti, visti i controlli nulli su tutto (vedasi il caso di Trastevere). Detto ció, sarei comunque pienamente favorevole alla chiusura al traffico. Fossi in te Enrico, migliorerei prima i controlli, anche per dimostrare che l’autorità cittadina è inflessibile contro i furbi e i delinquenti di ogni risma. Cosa che ora sembra mooooolto lontana dalla realtá

    1. Ecco, sì, Cominciare a controllare le discipline esistenti darebbe senz’altro maggiore credibilità ad un progetto che se attuato “alla romana” si risolverà nell’ennesimo disastro in centro storico.

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Continuano i sit-in itineranti della Rete di Associazioni per una Città Vivibile per denunciare i problemi e chiedere all’amministrazione un dialogo strutturato e continuativo con i cittadini.

Dopo Campo de’ Fiori, tocca a Trastevere (il 21/11 p.v.)

Basta strage stradale a Roma (ma anche in tutta Italia)!
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