Si torna in presenza sui banchi a Roma (fino al 75%) ed uno dei nodi critici sarà il trasporto pubblico.
Nella settimana appena trascorsa, da lunedì 11 a venerdì 15 gennaio, abbiamo tenuto sotto costante monitoraggio il servizio ATAC, che si è confermato ancora una volta deludente.
Autobus: da metà 2019 a fine 2020 sono arrivati +500 bus nuovi, ma ne sono “spariti” 200 di quelli vecchi. Le percorrenze medie di tutta la flotta inoltre sono calate di un 10% circa, che equivale ad avere 200 bus in meno. In pratica quindi in strada ci sono solo 100 bus in più rispetto a prima, ed il risultato è un servizio sotto il 90%, che scende anche all’80% in ora di punta.
Tram: il servizio è in costante diminuzione, addirittura sotto il 70%. La linea 2 è sospesa dal 4 dicembre scorso, e non c’è alcuna stima sulla data di ripristino.
Filobus: ATAC ha a disposizione 75 filobus in tutto, di cui 30 “vecchi” Trollino (ne stanno circolando solo n. 8 al giorno, su linea 90), e 45 nuovi Breda, tutti buttati in deposito da maggio scorso. Non c’è alcuna traccia di un nuovo contratto di manutenzione e, cosa grave, da alcuni documenti sembrerebbe che il Comune sapesse dal 2019 che il discorso si sarebbe chiuso nel maggio 2020, con la fine del 1° accordo quadro.
Minibus elettrici: ATAC ne ha solo 24 a disposizione, e ogni giorno ne circolano una quindicina. Dovevano arrivarne 60 in base al piano del Concordato, ma pare sia tutto fermo. Un altro fallimento.
Questo sotto è il grafico TIPICO dei bus ATAC circolanti, che non è mai sostanzialmente variato nella forma negli ultimi anni. Proprio nell’ora di uscita delle scuole, c’è un minimo di mezzi circolanti, ben 200-250 in meno rispetto al picco di punta. Non c’è alcun motivo di credere che il Comune abbia concordato con ATAC un servizio diverso per l’emergenza Covid.
Dai dati pubblicati da Agenzia per il Controllo della Qualità dei Servizi, risulta che in totale a Roma nel 2019 si sono perse quasi 2 milioni di corse tra ATAC e le linee bus in periferia, pari ad oltre 6.000 corse perse ogni giorno feriale. Da allora la situazione non è cambiata di molto. Le 1.500 corse previste in più al giorno, non bastano nemmeno a compensare il minor servizio di ATAC.
Saranno riattivate anche le linee speciali “S”, gestite con pullman dei privati, che si sono già rivelate un clamoroso flop, perché ripercorrevano le stesse direttrici delle Metro ma con tempi triplicati, e quindi non le utilizzava nessuno. Inutile dire come andrà a finire anche stavolta, con l’unica eccezione forse della linea che passa per le stazioni metro B di Policlinico e Castro Pretorio, chiuse da mesi per sostituzione delle scale mobili, e di cui non si conoscono i tempi per la riapertura (forse se ne riparla per l’estate). Proprio le stazioni che servivano importantissimi centri come l’Ospedale Umberto I, l’Università La Sapienza e la Biblioteca Nazionale.