Tutto nasce da un tweet di Alessandro Gassman che, come accade con una certa frequenza, è l’unico ad avere il privilegio di ricevere risposte dalla sindaca:
Da notare che il tweet di Gassman è del 18 aprile alle 9 circa del mattino, mentre la risposta della sindaca arriva il 19 aprile quasi alle 21. Una risposta molto meditata, si direbbe, benché alquanto laconica sebbene provenga da chi, tra le altre cose, dovrebbe creare le condizioni per un’adeguata offerta culturale per la città.
L’impreparazione della sindaca non è passata inosservata ai più, che infatti non hanno mancato di sottolineare la cosa. Qualche esempio:
Stando ad alcuni organi di stampa, la reazione della sindaca avrebbe portato già a qualche riunione in Campidoglio per ragionare su cosa fare.
In attesa che l’amministrazione decida qualcosa, con tutta la preoccupazione del caso, riprendiamo una riflessione sull’argomento diffusa dall’Osservatorio Sherwood, un gruppo di cittadini che da anni si occupa del parco di Villa Ada.
Questo il post pubblicato sulla loro pagina facebook:
“Gassmann e le nostre ville
Molto apprezzabile il riferimento dell’Osservatorio al far west in materia di Occupazioni di Suolo Pubblico che l’attuale amministrazione ha scatenato con la scusa dell’emergenza Covid19. Con un precedente del genere c’è davvero da temere che le ville storiche vengano lasciate alla mercé di allestimenti senza limiti né scrupoli e di folle inconsapevoli ed incuranti del rispetto che va assicurato a certi luoghi.
Vengono anche ricordati i pessimi precedenti di troppe manifestazioni dell’Estate Romana, anche quelle organizzate senza assicurare a Villa Ada il rispetto che merita.
Noi pensiamo che la proposta di Alessandro Gassman sia assolutamente ragionevole, per quanto non molto originale, ma che a Roma richieda cautele particolari considerato lo scarso livello di rispetto di istituzioni e cittadini per le ville storiche.
Andrebbero anzitutto previsti allestimenti minimali che riducano al massimo l’impatto di mezzi e attrezzature. Inoltre andrebbero “guidati” gli spettatori su come arrivare e comportarsi in occasione degli eventi affinché le ville non subiscano danneggiamenti a causa dei grandi afflussi di persone.
Sono cose tutt’altro che impossibili da farsi ma che richiederebbero una “mano pubblica” forte e competente, cosa che al momento appare pura utopia.
Chi scrive ha avuto modo di sperimentare spettacoli di massa in parchi pubblici dove i luoghi erano stati trattati da tutti con le migliori cautele. Una volta al Central Park di New York, per un concerto libero dove una moltitudine di persone assistette facendo pic nic. Altre volte presso i Botanic Gardens a Singapore, un luogo privo della storicità delle nostre ville ma altrettanto prezioso e quindi rispettato in maniera maniacale dalle istituzioni locali e dai cittadini tutti.
E comunque, senza andare troppo lontano, a Roma c’è già chi si è cimentato con successo in spettacoli all’aperto per tutta la scorsa estate, quindi in epoca COVID19. Sono i ragazzi del Cinema America che anche lo scorso anno hanno allestito le arene all’aperto a piazza San Cosimato, al porto turistico di Ostia e al parco della Cervelletta.
Se Virginia Raggi e la sua amministrazione fossero un po’ più in contatto con la città, questi ragazzi li avrebbero coinvolti da quel dì per farsi dare una mano a moltiplicare in tutta la città spettacoli all’aperto di qualità e assolutamente rispettosi dei luoghi in cui si svolgono.