In Atac lo chiamano “modello Londra” e prevede la possibilità per i passeggeri di acquistare il biglietto a bordo direttamente dall’autista. Ma avrebbero potuto chiamarlo anche modello Parigi, o Berlino, o New York dato che nella gran parte delle città europee e americane funziona già così. Chi sale con il biglietto o con un abbonamento dovrà semplicemente vidimarlo. La macchinetta emetterà un suono destinato all’autista che significa che il passeggero ha regolarmente pagato la corsa. Chi invece ne è sprovvisto dovrà comprarlo direttamente dall’autista. In genere il biglietto comprato a bordo costa qualcosa in più rispetto a quello acquistato a terra.
Lo scopo è ovviamente quello di abbattere l’evasione e aumentare gli incassi per l’azienda. A Roma il tasso di chi viaggia senza pagare è elevatissimo: difficile darne una stima precisa, ma secondo alcune ricerche si avvicina al 40%. In particolare l’ex assessore alla mobilità della giunta Marino, Guido Improta, parlava di una forbice compresa tra il 18 e il 40% a seconda delle linee e degli orari. Il dato ufficiale di Atac è più contenuto e si ferma al 6,2% sui mezzi di superficie e 2,7 sulle metro. Cifre niente affatto credibili e basate sui controlli dell’azienda, notoriamente sporadici e poco affidabili.
Il dato reale si desume molto facilmente e diarioromano lo aveva calcolato esattamente un anno fa mettendo a confronto il numero di passeggeri e la cifra incassata a Milano e a Roma. Basta guardare questo semplice specchietto per capire che a Roma l’evasione è 5 volte superiore a quella di Milano
AZIENDA PASSEGGERI/ANNO INCASSO/ANNO
Atac 1.200.000.000 250 milioni
Atm 600.000.000 649 milioni
Quindi con il doppio dei passeggeri, Atac incassa un terzo rispetto ad Atm. Ogni passeggero a Milano rende circa 1 euro, mentre a Roma 5 volte meno.
Per stroncare questo fenomeno di evasione ormai endemico, l’Azienda vuole iniziare a sperimentare l’acquisto del biglietto a bordo. L’autista ha un effetto di dissuasione e soprattutto permette a chi non ha avuto il tempo di dotarsi del biglietto, di comprarlo a bordo. Occorre, però, che l’ingresso sia consentito solo dalla porta anteriore mentre le altre due porte (i nuovi mezzi dovrebbero averne solo due in totale) dovranno essere riservate alla discesa.
La sperimentazione inizierà nei prossimi giorni sul 669 che collega Garbatella a Marconi. Una linea poco frequentata e con un numero limitato di corse. Sembra che Atac abbia dato ascolto al consiglio di diarioromano che suggerì proprio di iniziare da linee minori in modo da concentrare i controllori su quelle più affollate.
Alla notizia della sperimentazione, però, i sindacati hanno avviato una serie di obiezioni. Per prima cosa temono per la sicurezza dell’autista che dovrà maneggiare del denaro senza essere adeguatamente protetto. Seconda obiezione riguarda la perdita di tempo che un’operazione del genere richiede: fare il biglietto comporta un rallentamento della velocità dei mezzi, già piuttosto scarsa. Pertanto, la proposta del sindacato Filt Cgil è di aumentare il numero dei verificatori e di lasciare le cose così come stanno adesso.
Al di là del fatto che sarà interessante osservare come funzionerà la sperimentazione sul 669, le contestazioni sindacali sono piuttosto deboli. Il sistema infatti è in vigore in decine di città del mondo. La protezione dell’autista è spesso affidata a una telecamera puntata sulla porta di ingresso e sulla biglietteria. Inoltre le somme disponibili devono restare sempre molto contenute. Addetti o vigilanti passano periodicamente a ritirare eventuali somme eccedenti una certa cifra.
Per quanto riguarda il rallentamento del servizio è certamente un problema, ma il costo maggiorato a bordo convincerà la gran parte delle persone ad acquistarlo prima di salire, in modo da rendere una minoranza chi lo compra dall’autista. Inoltre i 50 centesimi aggiuntivi saranno destinati proprio all’autista e costituiranno un premio di produzione per un lavoro in più.
La vera difficoltà, a nostro avviso, resta quella di far salire le persone dalla porta anteriore. A Roma è ormai abitudine salire e scendere da qualsiasi porta, senza neanche aspettare che anziani o disabili passino avanti. Nei primi tempi sarà quindi necessario che i controllori facciano la multa a chi usa la porta sbagliata. E poi gradualmente la gente si abituerà a salire a bordo con il biglietto cartaceo o elettronico (ormai diverse app permettono di scaricarlo direttamente dal telefono). Laddove il conducente svolge anche un attività di vendita e di controllo, l’evasione è ridottissima. Per un’azienda come Atac, sull’orlo del baratro, raddoppiare gli incassi potrebbe essere una mano santa oltre a trasmettere un segnale di civiltà e legalità a passeggeri sempre troppo “distratti”.
3 risposte
Come al solito un articolo che nel comunicare cose vere, alla fine deve sempre attaccare i romani ed esaltare Milano, che peccato. A giudicare dai pochi commenti, si capisce quanti vi seguono e soprattutto perché!
Iniziativa meritevole. Già sperimentata a Roma nei primi anni 2000 sulle linee periferiche, ma senza successo per priblemi sindacali e culturali. Detto ciò i problemi tecnici legati al sovraffollamento su alcune linee sono oggettivi (dipendono dal fatto che l’assenza di una adeguata rete metroferroviaria fa svolgere ai bus un compito che nelle altre grandi città non hanno). I dati economici e le stime che riportate sono completamente errati e fuorvianti. I ricavi recuperabili esistono ma sono estremamente più limitati. Per aumentare devono cambiare le tariffe, troppo basse per la rete rimana. Inutile illudersi. Posso spiegare il perché ma ci vuole più spazio.
Grazie Simone per il suo contributo. Se vuole inviarci un articolo lo pubblicheremo volentieri. In questo momento più idee vengono messe in campo meglio è. Una soluzione alla crisi del trasporto romano è ancora lontana, ma se non si semina oggi non si raccoglieranno mai i frutti.