… anche per consentire di godere a sbafo dell’aria condizionata a qualcuno che ha avuto il solo merito (si fa per dire) di occupare con la forza una cosa pubblica.
La foto mostra infatti l’entrata del palazzo in via Maria Adelaide, di proprietà della Regione Lazio ed occupato abusivamente oltre dieci anni fa, con un tubo di scarico dell’aria condizionata che spunta da una finestra al primo piano.
La storia di questa occupazione l’abbiamo già raccontata qui, ma giova ogni tanto tornarci per ricordare agli ignari cittadini del Lazio che l’addizionale IRPEF regionale che mensilmente si ritrovano decurtata dalla busta paga è la più alta d’Italia, con l’aliquota massima che arriva al 3,33% (in Lombardia, per fare un paragone, l’aliquota massima è all’1,74%).
E se i soldi della Regione Lazio devono andarsene per pagare le bollette a chi occupa il patrimonio immobiliare regionale senza alcun titolo, allora deve esserci spazio per ridurle le tasse regionali semplicemente dando soluzioni degne e socialmente fruttose ad occupazioni come queste.
Come fanno i vertici regionali a non cogliere lo stridente contrasto tra chi deve fare i salti mortali per pagare le proprie bollette, oltre alle esose tasse regionali, dovendo rinunciare spesso non solo all’aria condizionata in casa ma anche a necessità ben più urgenti, e coloro che invece grazie solo alla loro prepotenza trascorrono al fresco le giornate più calde dell’anno senza che questo costi loro un solo euro. Dov’è la giustizia sociale in ciò?
Concludiamo ricordando la chiusa del pezzo già citato: la rinascita della città di Roma non potrà non passare anche per l’eliminazione delle sacche d’illegalità rappresentate da occupazioni abusive come questa.