Ieri abbiamo auspicato che la commissione mobilità ponga la propria attenzione anche ai pedoni e non solo alle auto e al trasporto pubblico.
Oggi vi raccontiamo quello che sta accadendo in molte città europee dove sindaci coraggiosi hanno deciso di chiudere alle auto molte strade per restituirle ai cittadini. La più temeraria è proprio una donna, Anne Hidalgo, alla guida di Parigi da due anni. Ha sfidato le proteste dell’opposizione di destra e dei comitati di pendolari e a partire dalla prossima settimana chiuderà al traffico ben 3,3 km di lungosenna. Un tratto che va dalle Tuileries fino a piazza della Bastiglia. Un luogo congestionato dalle auto, utilizzato da migliaia di automobilisti l’ora che adesso dovranno ingegnarsi a trovare percorsi alternativi.
Perchè la filosofia della Sindaca è proprio questa: non creare strade in sostituzione di quelle chiuse, ma lasciare che il traffico si redistribuisca da solo, un pò come fa il sangue quando trova una vena occlusa. Secondo l’urbanista Paul Lecroart è questo il metodo per convincere i più incalliti del volante a lasciare l’auto a casa.
Esperimento simile era stato fatto dalla precedente amministrazione di Parigi (della quale la Hidalgo era vicesindaco) per un altro tratto di lungosenna, sulla Rive Gauche. Anche in quel caso le polemiche erano state violente eppure oggi, a due anni dalla chiusura, è diventato uno di luoghi di ritrovo preferiti dai parigini che fanno jogging, si siedono nei caffè che sono nati, portano i bambini a spasso. E il traffico nell’area circostante non è affatto peggiorato ma anzi è diminuito con conseguenze positive sulla salute degli abitanti (ogni anno la Santè Publique calcola che nell’area metropolitana di Parigi muoiano 9 mila persone per malattie respiratorie).
La tendenza è comune ad altre città europee. Nizza, dopo la pedonalizzazione di place Massena dove transita solo un tram silenzioso e senza linea area, ha creato un nuovo centro cittadino. Il progetto architettonico della piazza ha vinto diversi premi oltre ad aver eliminato centinaia di auto che sostavano impietosamente sotto i palazzi ottocenteschi. Il traffico congestionato si è via via spostato verso la tangenziale (la Voie Rapide Mathis) permettendo alla città di respirare.
Barcellona che ha una pianta composta da strade incrociate sul genere del nostro quartiere Prati, ha saputo scegliere le strade da chiudere e quelle da lasciare aperte. Ma anche in queste ultime non ha permesso la sosta su entrambi i lati (rarissima nella capitale catalana) creando una pista ciclabile laddove prima vi erano i parcheggi. Anche qui molti sbuffarono, ma alla fine dovettero ammettere che il progetto della municipalità era sensato ed ha permesso di respirare (e dormire) a molti abitanti che prima erano tormentati dal traffico.
L’arredo urbano corretto, assieme alle pedonalizzazioni intelligenti, possono – secondo gli studi di Lecroart – ridurre il traffico privato di auto e moto del 20% in pochi mesi. Soluzioni semplici per le quali occorre coraggio e un’idea di città. Quella che al momento manca del tutto alla nuova amministrazione capitolina.