Agli inizi del febbraio scorso avevamo ripreso la polemica che era scoppiata sul Circolo Canottieri Aniene per il fatto che il suo statuto ammette solo uomini come soci effettivi.
Dopo aver parlato dell’interrogazione parlamentare presentata da alcune deputate e della posizione de Il Giornale che si stupiva per la polemica (!?!), avevamo sottolineato un aspetto che fino a quel momento nessuno aveva rilevato. Così scrivemmo:
“Ma c’è un altro elemento, finora sfuggito ai vari organi di stampa, che dovrebbe far considerare al Circolo Canottieri Aniene una revisione del loro statuto.
Tale circolo beneficia infatti di una concessione del Comune di Roma particolarmente vantaggiosa, in virtù della quale esso può utilizzare lo spazio esclusivo di cui dispone per la bellezza di 42 anni (“anni 6 + 36” recita il contratto!?!) alla modica cifra di circa 39mila euro l’anno.
Considerato che anche il Comune di Roma ha nel proprio statuto indicazioni chiarissime per il contrasto alle discriminazioni di genere, a nostro avviso l’amministrazione capitolina dovrebbe invitare ufficialmente il Circolo Canottieri Aniene a rimuovere tali discriminazioni dal proprio statuto, informando che in mancanza di ciò il contratto con cui il prezioso spazio è stato concesso al Circolo potrebbe essere rimesso in discussione.”
Qualcuno ci aveva fatto notare che la nostra era una polemica pretestuosa e che un circolo privato fa quello che vuole.
Ebbene c’è voluto un po’ di tempo, ma pare che il Comune di Roma abbia deciso di far valere i principi del proprio statuto nei confronti di concessionari come il circolo in questione. Lo scorso 8 marzo è stata infatti depositata una proposta di delibera in Assemblea Capitolina con la quale verrà imposta la parità di genere a tutte le società sportive che hanno impianti comunali in concessione. Primo firmatario della proposta è Ferndinando Bonessio, consigliere capitolino di Europa Verde nonché presidente della commissione Sport dell’Assemblea Capitolina.
Al momento si tratta di una proposta di delibera che finché non viene approvata non ha alcun valore, ma per qualcuno essa potrebbe convincere i soci del Circolo Canottierei Aniene a modificare lo statuto prevedendo anche per le donne la possibilità di associarsi.
Pare che tra la fine di marzo e l’inizio di aprile si dovrebbe tenere un’assemblea dei soci di quel circolo dove la modifica dello statuto potrebbe essere discussa.
Mentre cercheremo di seguire la cosa, perché essa ha un valore simbolico importante, con importanti proprietà pubbliche che vengono utilizzate in maniera discriminatoria per le donne, ribadiamo la conclusione con cui chiudemmo il post del 3 febbraio:
“Stando alle dichiarazioni del presidente del Circolo, Massimo Fabbricini, provare a forzare i soci per un cambio nello statuto potrebbe portare ad un rifiuto e quindi evidenzierebbe una vera opposizione alle donne.
Ottimo!, ci sentiremmo di rispondergli. Padroni i soci del Circolo di tenersi l’esclusiva della rappresentanza, a patto che si trovino un altro posto dove stabilire la sede sociale.
Una proprietà del Comune di Roma non dovrebbe mai essere appannaggio solo di un sesso.”