I nastri gialli sulla Fontana di Trevi no! Risparmiateceli. Questa plastica – che già viene abbandonata in tutta Roma dai Vigili – da ieri delimita il percorso che i turisti possono compiere attorno alla Fontana di Trevi. Secondo Repubblica, che ha scattato le foto, si tratterebbe di una soluzione provvisoria per dar seguito all’ordinanza del Sindaco che vieta il bivacco.
Gli episodi di bagni nelle fontane, di panini con il ketchup abbandonati sui marmi, di lavacri dei piedi si moltiplicano in tutta Roma, così Virginia Raggi non ha potuto fare altro che emanare una serie di divieti che correttamente sanzionano i turisti maleducati. Ma come abbiamo più volte dimostrato, le multe servono a poco sia perchè i turisti non ne sono informati, sia perchè è molto complesso riscuotere 240 euro da un cittadino che risiede in Cina o in Canada.
Le multe hanno più uno scopo “pubblicitario”, cioè mostrare ai romani che il Campidoglio non resta inerte di fronte ad un attacco vero e proprio contro il patrimonio artistico. Da un paio di giorni gli agenti della Polizia Locale fanno del loro meglio per allontanare chi si stende a prendere il sole come se fosse accanto ad una piscina o chi mangia come se fosse seduto al bar. Questo video pubblicato dal Corriere della Sera mostra diversi vigili mentre allontano i turisti che sembrano quasi stupiti del rimprovero ricevuto
Ma proprio dal video si capisce che ci vorrebbero almeno 10 agenti per ogni fontana che si alternano su turni. Chiaramente un tale spiegamento di forze è impossibile, ecco perchè ieri a Fontana di Trevi sono apparsi gli osceni nastri gialli.
Ma un’idea per risolvere alla radice il problema arriva proprio da uno dei Sindacati della Polizia Locale. Il Sulpl, già nell’agosto del 2016, proponeva l’installazione di barriere trasparenti sul genere di queste qui sotto, attorno ai luoghi di maggior attrazione.
Una struttura leggera che permetta di ammirare il monumento ma impedisca di avvicinarcisi oltre un certo limite. Per chi volesse vedere più da vicino la fontana, potrebbe essere previsto l’ingresso con un percorso guidato e il pagamento di un biglietto dal costo contenuto (2-3 euro). In questo modo, oltre a difendere l’opera, si potrebbe finanziarne anche la manutenzione.
Sempre il Sulpl ipotizza attorno a Fontana di Trevi una recinzione di questo tipo.
Un po’ come fu fatto durante il lavori di restauro
Non si tratta di una cosa semplice, lo sappiamo bene, ma potrebbe essere avviato un percorso da concordare con le Sovrintendenze, con il Ministero dei Beni Culturali e con gli altri enti necessari, per giungere quanto meno ad una lista di monumenti da difendere e tecniche per progettare recinzioni le più leggere e invisibili.
E’ un discorso simile a quello che si fa sulla sosta selvaggia. Non è possibile presidiare fisicamente tutte le strade di Roma, per cui occorre che quelle principali dove la doppia fila è una regola, siano progettate in maniera tale da impedire il parcheggio irregolare (stringendo la carreggiata, creando le “orecchie” ai marciapiedi e così via). E’ ovvio che non tutte le fontane potranno essere protette dalle recinzioni così come non tutte le strade potranno essere modificate, ma se già si riuscisse a installare uno schermo in alcuni dei monumenti più affollati, si potrebbero liberare uomini da destinare ad altre opere d’arte.
Alcune città hanno già sperimentato con successo strutture simili. Non è detto che debbano per forza essere trasparenti. Saranno le Sovrintendenze a stabilire quale tipo di recinzione possa adattarsi ai singoli monumenti. A Napoli, per esempio, la Guglia di San Domenico – troppe volte vandalizzata – è stata protetta con una bellissima cancellata in ferro battuto.
La nostra è solo una proposta, non è detto che sia la migliore. Ma certamente una soluzione al problema dei turisti di massa senza rispetto va trovato, altrimenti le splendide fontane non arriveranno sane ai nostri posteri.