Per i disabili a Roma, il lockdown non finisce mai

Il Campidoglio condannato: le barriere architettoniche di Ostia Antica discriminano. L'accessibilità resta un nodo irrisolto in strada e nelle stazioni metro

 

Da oggi e fino a mercoledì si torna ad uscire liberamente dopo la zona rossa dei giorni di Natale. Ma per molti romani il lockdown non finisce mai. I disabili, costretti su una sedia a rotelle o con difficoltà motorie, sono ostaggio di una città egoista e distratta. 

E’ di pochi giorni fa la condanna nei confronti del Campidoglio da parte del Tribunale di Roma per discriminazione nei confronti dei portatori di handicap. Un ponte pedonale che permette l’attraversamento della via Ostiense e della via del Mare, ad Ostia Antica, è una barriera insormontabile. Chi ha difficoltà a camminare non può accedere né al Parco Archeologico, né alla Stazione ferroviaria.

Il giudice ha intimato a Roma Capitale di eliminare entro sei mesi tutte le barriere architettoniche provocate dal ponte pedonale perché queste “comprimono il diritto all’eguaglianza, alla non discriminazione e all’inclusione sociale”.

Il ponte incriminato (foto Roma Today)

 

L’iniziativa legale era stata intrapresa dall’Associazione Luca Coscioni che aveva ricevuto decine di segnalazioni da parte dei cittadini meno fortunati relativamente all’accesso agli scavi di Ostia Antica. Il magistrato, la dottoressa Lilla De Nuccio, ha anche obbligato il Comune a sottoporre il piano alla stessa associazione Coscioni.

Non è la prima volta che Roma Capitale viene condannata per atteggiamento discriminatorio nei confronti dei disabili. In altre tre occasioni, sempre sulla base di esposti dell’Associazione della galassia Radicale, il Campidoglio è stato costretto ad intervenire o a risarcire per le proprie mancanze. Ma non è possibile che debba essere sempre la magistratura a supplire le carenze dell’amministrazione comunale.

Purtroppo nella capitale il tema delle barriere architettoniche è sottovalutato da tutti, perfino da chi progetta i lavori stradali. Proprio in queste ore, il segretario di Sinistra Italiana nel X Municipio, Marco Possanzini, ha segnalato l’assurda realizzazione di un posto auto proprio di fronte lo scivolo per disabili di piazza Tor San Michele.

Lo scivolo in piazza Tor S. Michele

 

Ma non basta. I recenti lavori di rifacimento dell’ingresso del Tribunale Civile di viale Giulio Cesare 54, non hanno tenuto conto dei gradini da salire che costituiscono un limite insopportabile per chi è costretto su una carrozzina.

 

E poi la fermata degli autobus di via del Plebiscito, una delle più frequentate del centro storico, che si trova su un “salvagente” completamente privo di rampa.

 

A questi tragici esempi, si deve aggiungere la continua inefficienza degli ascensori nelle stazioni della Metropolitana che più volte abbiamo documentato sulle nostre pagine e che Atac ha ammesso essere un problema serio.

Proprio ieri, un nostro lettore ha segnalato via Twitter, il fermo da ben due anni dell’ascensore alla Stazione Castelfusano della Roma – Lido che imprigiona il malcapitato che si trova a scendere in carrozzina dal treno. Una volta verificato che l’ascensore è bloccato dovrà aspettare un nuovo treno che lo porti al capolinea dove dovrà invertire la direzione e salire su un vagone che lo riporti in direzione Roma. Roba da brividi che abbiamo subito inoltrato al Disability Manager capitolino, Andrea Venuto.

Lo scorso 3 dicembre, si è celebrata la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità e l’assessorato alla Cultura ha promosso una serie di iniziative on line dedicate ai portatori di handicap per mostrare il Museo Napoleonico, raccontare la Fontana dei Quattro Fiumi di piazza Navona o l’assistenza che i disabili ricevevano nel Pleistocene. Attività culturali degne di nota ma che stridono ancor di più con la totale assenza di una politica di reale abbattimento delle barriere architettoniche in questi ultimi anni.

Nel 2017 incontrammo Andrea Venuto e trovammo una persona determinata ad incidere su un problema così profondo. Purtroppo due dei nostri consigli sono rimasti inascoltati: il primo prevedeva l’istituzione di una task force composta da Vigili dedicata a multare solo chi sbarra con la sosta selvaggia il passaggio sugli scivoli.

 

Il secondo era più politico ma non per questo meno necessario. Istituire una giornata per uno o più assessori da trascorrere su una sedia a rotelle, provando a districarsi tra le mille difficoltà di Roma. Sarebbe stata davvero utile e forse avrebbe evitato l’intervento della magistratura per risolvere la vecchia storia di un ponte pedonale ad Ostia.

 

 

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