La tragedia delle due ragazze, Gaia e Camilla, investite a morte in Corso di Francia, nella notte tra sabato e domenica scorsi, non è stata ancora spiegata completamente ma sono numerosi gli elementi emersi dalle indagini e riportati dai media ed è possibile fare qualche considerazione per uscire dall’ipotesi di incidente casuale ed ineluttabile.
Anzitutto vediamo il luogo dove le ragazze sono state investite. Corso di Francia è una strada a doppia carreggiata con tre corsie per senso di marcia, che corre quasi tutta in rettilineo da Viale Maresciallo Pilsudski, sotto i Parioli, fino alla biforcazione tra via Cassia Nuova e via Flaminia Nuova. In pratica è un’autostrada cittadina dove, in assenza di traffico, se si rispetta il limite di velocità cittadino, posto a 50 km orari, quasi si costituisce un pericolo per la circolazione, tale è la molto più alta velocità media dei veicoli che percorrono la strada.
Le ragazze avrebbero provato ad attraversare la strada al di fuori degli attraversamenti pedonali e in condizioni di scarsa visibilità per il buio.
Il giovane che guidava l’auto avrebbe preso le vittime in pieno e dagli esami post incidente sarebbe emerso un tasso alcolemico superiore a quello consentito, che per i neopatentati è pari a zero, oltre che una positività a qualche stupefacente.
Nella tragedia c’è quindi anzitutto l’azzardo delle ragazze che decidono di attraversare un’autostrada urbana al di fuori di un semaforo o delle strisce pedonali. È un comportamento ad altissimo rischio che però a Roma è quasi la norma, non preoccupandosi il romano medio di spostarsi sulle strisce per attraversare la strada ma preferendo affrontare con sfrontatezza i veicoli in transito.
L’altro probabile azzardo è la velocità del mezzo dell’investitore, non perché sia stata rilevata in qualche modo ma perché, come detto, su quella via molto difficilmente se ne vedono di veicoli che rispettano il limite di velocità; questo sia per le caratteristiche della strada sia per il fatto che, correndo tutti molto, procedendo entro il limite si finisce per divenire un pericoloso ostacolo alla circolazione.
A ciò si sommerebbero eventualmente gli azzardi dell’alcool e degli stupefacenti, se provati definitivamente, oltre al dubbio che l’autista stesse maneggiando col cellulare mentre guidava, cosa però ancora da provare.
Ma è un indubbio azzardo anche mantenere una strada del genere nell’ambito del territorio cittadino e quindi a portata dei pedoni, senza prevedere misure per obbligare al rispetto del limite di velocità, come ad esempio degli autovelox fissi e/o dei dossi ogni tot metri.
Tutti azzardi comunissimi a Roma, a chi infatti non capita di attraversare la strada dove non ci sono strisce o semafori, oppure di superare anche di molto il limite dei 50 km/h. Inoltre il controllo della velocità a Roma è del tutto inesistente, sia nel senso di costringere i veicoli a rallentare con qualche ostacolo sulla strada, sia in termini di sanzioni per chi oltrepassa i limiti.
Anche i controlli sulla positività all’alcool o a qualche droga sono rarissimi (chi scrive non ne ha mai subito uno nonostante gli oltre 30 anni di guida in quel di Roma), anche se è notoria la diffusioni di tali abusi, soprattutto nelle aree della cosiddetta movida.
Infine Roma è piena di strade come Corso di Francia, arterie cittadine a veloce scorrimento dove l’alta velocità dei veicoli è una costante e ogni impatto con le utenze deboli della strada, pedoni o ciclisti, ha conseguenze fatali.
Questa consuetudine a violare le norme del Codice della Strada da parte della stragrande maggioranza dei cittadini romani, così come la disattenzione dell’amministrazione nel rimuovere situazioni di possibile pericolo rappresentano chiamate in correità per tutti i romani rispetto all’ultima tragica morte delle due ragazze. Peraltro queste sono solo le ultime vittime di una serie che va avanti da diversi anni e che ha visto negli ultimi due la bellezza di quasi 100 pedoni ammazzati (solo un paio di settimane fa parlavamo dei tre pedoni in tre giorni investiti a morte a Roma).
Come cittadini siamo quindi tutti responsabili perché ci ostiniamo a fare a meno delle regole sia da pedoni che da automobilisti o motociclisti.
Ma le maggiori responsabilità non può non averle un’amministrazione che a tutti i livelli continua a considerare la “mattanza pedonale” in atto una cosa normale per Roma. Nonostante infatti i tre morti in tre giorni di due settimane fa e le altre due vite sacrificate sabato scorso nessuno dei responsabili cittadini ha avvertito il bisogno di dire una parola o di prendere un’iniziativa per cercare di fermare una strage che potenzialmente più colpire chiunque a Roma (ricordiamo che qualche anno fa addirittura la moglie dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fu investita sulle strisce pedonali di fronte al Quirinale!?!).
Riportiamo allora di seguito quello che abbiamo scritto solo due settimane fa sulle responsabilità dirette in questa strage che hanno le maggiori figure istituzionali a Roma.
“Ma se a Roma si continua a morire come mosche sulle strade il motivo non risiede certo nella maledizione di qualche divinità, bensì nella totale disattenzione che l’amministrazione comunale riserva alla sicurezza stradale. Vediamo allora di fare qualche nome per cercare di metterla sul personale, visto che poi è della vita delle persone che stiamo parlando.
È responsabilità del comandante Di Maggio se la Polizia Locale continua a fare controlli e multe del tutto episodici, senza un piano che stabilisca delle priorità e riconduca pian piano gli automobilisti romani ad un minimo di rispetto delle norme.
È responsabilità dell’ex assessore Meleo se per i tre anni del suo mandato da assessore alla mobilità la sicurezza stradale è stata del tutto dimenticata, con la sola eccezione della Consulta Cittadina per la Sicurezza Stradale che però nulla ha fatto ed è sparita da tempo.
È responsabilità dell’attuale assessore Calabrese se l’andazzo di ignorare totalmente la sicurezza stradale continua senza spostarsi di una virgola. Con tre pedoni morti in tre giorni l’assessore non ha trovato il tempo per fare almeno una pubblica riflessione, troppo impegnato a difendere il Sindaco Raggi sulla chiusura indefinita della fermata Barberini, a dimostrare che Atac sta migliorando e a esprimere solidarietà ad un vigile di Fiumicino (sono i contenuti degli ultimi tre post sulla sua pagina facebook).
È responsabilità del presidente Stefàno se la sicurezza dei pedoni non ha evidentemente la giusta considerazione nell’ambito della commissione da lui presieduta (e noi che nel 2016 c’eravamo illusi …).
Infine è soprattutto responsabilità del Sindaco Raggi se a Roma sotto la sua amministrazione si muore sempre di più sulle strade romane. Non solo infatti nulla si è fatto per ridurre incidenti e morti, ma evidentemente la situazione è ulteriormente degenerata al punto da dover registrare numeri di morti e feriti in aumento. Eravamo stati facili profeti nel 2017 a prevedere che le passerelle organizzate in Aula Giulio Cesare con Jean Todt non avrebbero portato a nulla.
Purtroppo temiamo che nella sua conclamata irresponsabilità il Sindaco non si renda neanche conto di quanto il sangue che scorre sulle strade romane sia per larga parte una sua responsabilità, dopo che per oltre tre anni e mezzo di mandato non è riuscita a fare un singolo passo avanti.”
A questo elenco vogliamo oggi aggiungere l’assessore Meleo, sicuramente anche lei responsabile di tutte queste morti in quanto per oltre tre anni come assessore alla mobilità non ha fatto nulla per migliorare la situazione. Ma ora da assessore ai Lavori Pubblici sta facendo forse addirittura peggio.
È sua infatti la responsabilità della manutenzione della gran parte delle strade cittadine, soprattutto quelle a grande scorrimento, le più pericolose. Ebbene a fine ottobre l’assessore Meleo ha postato fiera le immagini di una via Bissolati riqualificata, a detta sua.
Come si può apprezzare, è stata preservata nel pieno centro cittadino un’autostrada fatta per sfrecciare con i veicoli e dove i pedoni rischieranno sempre la pelle.
Un assessore che si compiace per un lavoro fatto tanto male è un problema serio per la città, giacché condanna i cittadini a rischiare la vita ogni qual volta abbiano bisogno di attraversare una strada.
Consiglieremmo all’assessore Meleo di farsi dare qualche consiglio dal suo omologo in Municipio VII, Salvatore Vivace, una persona che ha ben chiaro il valore della vita umana e la necessità di fare tutto il possibile per preservarla. In quel Municipio le stanno provando tutte per rendere gli attraversamenti pedonali, ma le strade in genere, più sicuri e non si capisce perché questa non sia un’iniziativa da espandere in tutti i municipi fino allo stesso Comune.
Cosa aspetta l’assessore Meleo a fare la sua fondamentale parte per rendere le strade romane meno insicure?
Vedremo il presidente Stefàno dedicare una seduta della sua commissione alla mattanza pedonale, visto tra l’altro che la sua è la “commissione mobilità” e la mobilità primaria, comune a tutti i cittadini, è quella pedonale?
Udiremo l’assessore Calabrese proporre qualche iniziativa non di pura circostanza per cominciare a proteggere sul serio le utenze deboli della strada?
Vedremo finalmente il sindaco Raggi lanciare una campagna prima informativa e poi di severa repressione per rendere le strisce pedonali a Roma un luogo sicuro per i pedoni?
Purtroppo temiamo che fino al termine della legislatura niente di tutto questo accadrà, mentre la conta delle vittime proseguirà a crescere imperterrita.
11 risposte
Condivido in pieno le considerazioni effettuate, aggiungerei non secondariamente la scarsissima illuminazione delle strade cittadine
I dossi sono esplicitamente proibiti dal cds, che ne consente l’installazione solo in aree residenziali e su strade che non siano normalmente utilizzate da mezzi di soccorso e pronto intervento. Gli autivelox fissi diventano subito inutili perché possono essere elusi in vari modi e le eventuali contravvenzioni annullate dai ricorsi. Quello che serve e che funziona veramente è il controllo su strada della polizia. Fermare,
controllare e multare sul posto chi infrange le regole è quanto di più efficace si possa immaginare, sul piano della prevenzione, della repressione e dell’educazione.
Oh che sciagura miei Quiriti
ve siete tutti rincojoniti
le sacre Mura o i Colli aviti
pè quattro feticci avete traditi
li scatoloni de nero feraccio
sbracati ‘n piazza a puro casaccio,
Bernini er genio diventa n’ poraccio
Barocco? no, ‘n parcheggiaccio
E le funtane der Farnese godimento
nun sò libbere manco ‘n momento,
la Biaggiotti c’a’ speso ‘na cifra
faceva mejo a restaurà là in Sira
Incazzati e vijacchi corete da ‘nfami
rallentate? seee, manco domani
sorcicorrenti senza coraggio,
incubo de’pischelli p’ogni paraggio.
Er vecchio ciclista molto più saggio
pè lui la vita è sempre ‘n belmaggio
cià millant’ anni e pedala sereno
de Roma gode ogni tereno…
ma er SUVnormale vommita veleno
davanti all’asilo và come ‘n treno,
e se c’è libbero ‘no spazietto
a pisoprincipessa cor su’ cagnetto
la smart sua ce infila a peletto.
Marino nostro li dovevi fermà
un bel dossone je dovevi piazzà
le suspensioni faje spaccà
se d’annà piano vergogna je fa
faje ‘na foto e falli pagà
dovevano piagne fino a stramazzà,
l’autovelocse nun è da delegittimà
ne servivan cento e falli funzionà
tante criature se potevan sarvà!
E Voi Dei de Roma c’accazzo state a fà?
L’Urbe sfregiata ‘sta a soffocà!
Se nun se move la Virginea nullità
Giove Tonante li voi furminà?
Minerva Saggia sotto falli cacà
MaVALErte Possente viecce a sarvà!
Ellenico Ercole te stanno affumicà
proppio davanti a Bocca da Verità…
AVe caiofabricius VALE
Post perfetto, che centra in pieno la questine. Cui aggiungo solo questo: non bastano multe, autovelox, repressione e controlli, ma serve anche e soprattutto un’attento ripensare la viabilità urbana di questa città. Una città solo apparentemente “costruita a misura d’auto”, come spesso si sente lamentare: in realtà, è costruita a misura d’anarchia con le sue strade troppo larghe, non canalizzate, senza segnaletica orizzontale, spesso con quella verticale in pessimo stato, in condizioni di manutenzione pietose. Il “pilota” romano sguazza in quest’anarchia, facendo prevalere la sua proverbiale arroganza e contribuendo così attivamente al triste quadro dipinto dal post.
La responsabilità di ciò è al 100% in capo agli incapaci ammnistratori che, nei decenni, NON hanno amministrato questa città: e non parlo del Sindaco e della Giunta, che – lo sanno anche i sassi – a Roma contano “come il due di picche”, parlo dell’esercito di oscuri burocrati che stazionano ben nascosti nei palazzi romani, immutabili e impermeabili a qualsiasi istanza civile. Sono loro, innominati e intoccabili, che hanno sulla coscienza lo schifo di questa città. Staniamoli, mettiamoli di fronte alle loro responsabilità e portiamoli come esempio per tutti i romani, che imparino a convivere civilmente invece di ammazzarsi gli uni gli altri nell’indifferenza generale.
Ma da un Sindaco come Virginia Raggi(che non è riuscita nemmeno a prolungare l’orario della ZTL in centro storico fino alle 19:00-20:00)aspettarsi che faccia qualcosa contro un problema grave come questo è come chiedere un miracolo…Faccio l’autista di professione e le uniche cose che si possono fare sono due:più rotonde possibili che rallentano,ma fatte bene come in Francia,e semafori pedonali con bottone,con telecamere per chi non rispetta il rosso,però è anche vero che il pedone passa dove vuole,a volte nemmeno sulle numerose e a volte inutili strisce che abbondano in questa città…
A Roma, i nostri cosiddetti amministratori sono troppo impegnati nella difesa della qualità dell’aria . . Studiano costantemente norme e direttive per sostutuire il parco auto delle euro 0 , 1, 2, 3 . . a vantaggio delle case automobilistiche . . Non possono di certo occuparsi di trasporto pubblico, di manutenzione o miglioramento delle strade e delle piste ciclabili, di controlli mirati e accurati delle soste selvagge su incroci e divieti a scapito della visibilità e della circolazione in generale . . Cara Raggi, mi dispiace, ma l’Europa è lontana . . anni luce . .
Articoloe eccezionale.peccato che rimane un articolo.
Che Paese schifoso.
Raggi vattene a casa.
Perché non andiamo tutti sotto casa sua?
Io ci vengo
L 80,%delle stronzate aRoma sono sue.
Organizziamo.
Io vado in scooter tutti giorni da 50 anni e mi capita spesso di vedere gente che non si interessa di vedere, prima di attraversare la strada se giungono veicoli.
Pedoni che passano con il rosso correndo, che guardano dalla parte opposta da dove giungono i veicoli, guardano il cell.
La inesperienza della vita hanno fatto fare a queste due ragazzine una cosa sbagliata poverine. Se uno deve attraversare una strada deve assicurarsi che i veicoli siano a debita distanza e non azzardare mai attraversamenti incoscienti.
Fora I motorini dal centro che manco a Calcutta
Strappare le patenti a SUVnormali cocainomani altroché “colpa” di due ragazzine con la gioia di vivere in questa fogna di cojoni
Gira che te rigira il cetriolo finisce sempre in c**o a Virginia Raggi anche quando due incoscienti attraversano in quel modo sconsiderato. Bravi.
Incredibile
(che dopo più di 3 anni di)
Incuria
Incapacità
Inefficienza
Inettitudine
C’è ancora qualcuno che possa difendere la Virginea nullità
Ognuno fa come gli pare in una città abbandonata senza più regole
Se va bene nuoti tra la monnezza, ma può andar anche male e ti travolgono in strada