Ogni volta che a Roma viene giù una pioggia minimamente consistente, senza arrivare alle ormai mitiche “bombe d’acqua”, leggiamo della fermata della metro Flaminio che viene chiusa per allagamenti.
È mai possibile questa cosa? Che problemi possono improvvisamente avere le fognature della zona nei pressi di porta del Popolo per non riuscire a contenere volumi d’acqua non straordinari?
Secondo noi il problema lì è di semplicissima individuazione: quando è stata riasfaltata la strada non è stato tolto lo strato preesistente di asfalto così da alzare il livello della strada, che infatti mostra un dislivello minimo con i marciapiedi. Peccato che ciò abbia anche comportato la quasi totale chiusura delle bocche di lupo relative all’impianto fognario, come mostrano le foto seguenti.
Come si dovrebbe capire dalle foto la dimensione residua delle bocche di lupo è talmente minima che basta un normale flusso di acqua per saturarle tutte, causando l’allagamento della strada, dei marciapiedi, posti a pochi centimetri di dislivello, con conseguente straripamento sulla scala di accesso alla fermata della metropolitana.
Non ci immaginiamo come degli scaltrissimi Sherlock Holmes e sappiamo che già in passato altri hanno fatto notare il malcostume sempre più diffuso di asfaltare le strade infischiandosene dell’impianto fognario esistente. Ma nel caso di piazzale Flaminio il problema comporta con frequenza preoccupante la chiusura di un’intera fermata della linea A della metropolitana, una roba da togliere il sonno a qualsiasi responsabile della mobilità minimamente presente a sé (e sappiamo non essere il caso dell’assessore Meleo, purtroppo).
La domanda è quindi se qualcuno ha preso atto di questo problema e sta lavorando ad una possibile soluzione.
Trattandosi di viabilità principale la competenza dovrebbe essere del SIMU, ossia dell’assessorato ai Lavori Pubblici, che peraltro sarà lo stesso ad aver seguito i lavori di riasfaltatura condotti in maniera tanto criminale. In questo caso quindi saremmo nelle mani dell’assessore Gatta perché il problema sia risolto, al che non possiamo che farci prendere dallo sconforto, sicuri che non se ne verrà a capo entro l’attuale legislatura.
Trovandoci in zona abbiamo anche potuto apprezzare gli elementi che seguono, tutti dettagli decisivi per confermare l’immagine sciatta e degradata di Roma anche davanti a quella che un tempo era la porta di accesso principale per i pellegrini.