C’era un tempo in cui i volontari anti degrado erano visti come eroi, come coloro che arrivavano laddove le istituzioni erano carenti. Poi una delibera assurda dello scorso agosto, la numero 624/2017, li ha obbligati a sottoporsi ad una incredibile trafila burocratica ogni qual volta debbono svolgere un intervento su un parco o in strada. E soprattutto a stipulare una assicurazione sugli infortuni. E così – invece di premiarlo – il volontariato è stato ucciso.
Già il giorno dopo l’approvazione della delibera, le principali associazioni tra le quali Retake Roma, avevano protestato duramente contro un provvedimento definito insensato. Sul sito di Retake si parla di un “atto amministrativo ostile, di un passo indietro, di un’amministrazione che ignora il valore della mobilitazione civica e scarica le proprie inefficienze sulle spalle delle persone a cui dovrebbe offrire un servizio“. Molto duro anche il giudizio degli altri comitati, tra cui i Volontari di Grotta Perfetta che si sono fatti capofila di un ricorso al Tar contro questa assurda delibera. Il Comune – spiegano i rappresentanti del Comitato Grotta Perfetta sul proprio sito – non solo richiede un nulla osta da parte del Servizio Giardini ogni volta che si deve fare un intervento ma obbliga TUTTI coloro che partecipano ad una pulizia ad assicurarsi contro l’infortunio e la responsabilità civile. TUTTI, anche coloro che magari passano una mezz’ora per raccogliere qualche cartaccia e non solo chi maneggia macchinari tipo decespugliatori.
Insomma si tratta di una vessazione che non ha motivi logici e adesso il Tar dovrà decidere sulla legittimità di questa delibera che ha provocato sconcerto.
Ma intanto i rappresentanti delle associazioni hanno già tracciato un bilancio di questi primi mesi di volontariato in epoca Raggi. Chi vuole seguire la procedura prevista dall’assessore Montanari si scontra con una burocrazia ottusa. I nulla osta arrivano spesso in ritardo rispetto alla data stabilita per l’intervento. Nonostante Retake presenti le proprie richieste con un mese di anticipo, il Servizio Giardini non si cura di rispondere in tempo. Ma non basta: l’assicurazione stipulata dall’associazione Retake per il complesso della sua attività non è stata riconosciuta valida. Occorre che ogni singolo volontario sia assicurato. I costi sono così elevati che hanno scoraggiato anche i più determinati e sono ovviamente insostenibili.
Nel 2016, Retake ha svolto oltre 500 interventi, quasi 2 al giorno. Nella prima metà del 2017 il ritmo è stato costante, ma dall’introduzione della nuova delibera il numero degli interventi si è ridotto sensibilmente.
Insomma a questi cittadini andrebbe dato un premio e invece il Campidoglio ha dato loro solo un calcio nel sedere!
Si tratta di giovani e anziani che staccano adesivi abusivi dei traslocatori (che sono spesso all’origine delle discariche illegali in città), che cancellano le scritte sui muri, che ripuliscono parchi e aiuole e piantano fiori. Pensiamo al piccolo giardino di largo Boccea, intitolato a Francesco Fiori uno dei fondatori dell’associazione bastacartelloni, che viene curato amorevolmente dai Volontari Decoro XIII° che fanno a turno, rinunciando al proprio tempo libero, per innaffiare, pulire, restaurare. Ebbene potrebbero essere accusati e denunciati!
Siamo al paradosso: chi imbratta Roma come adesivari o graffitari la fa franca. E chi cerca di ripulirla si deve sottoporre ad assurde regole burocratiche oppure viene accusato di illegalità!
Una storia che a raccontarla non ci si crede. Il Campidoglio dovrebbe farsi carico dei costi assicurativi e istituire un semplice albo dei volontari al quale chiunque può iscriversi, senza necessità di nulla osta per i singoli interventi. E meno male che la giunta Raggi era un’amministrazione composta da cittadini!