Piazza Navona: ecco perché questa festa della Befana è antistorica

LetteraArgan

 

Dopo la pubblicazione del nostro articolo sulla lettera che Giulio Carlo Argan scrisse nel 1977 a Nico Valerio sulla questione della Festa della Befana a piazza Navona, si è aperto un dibattito interessante tra i lettori nell’area riservata ai commenti. Lo stesso Nico Valerio, saggista e  studioso delle cose di Roma, ha voluto spiegare quale fosse la tradizione storica della festa in piazza e perché il mercatino di Natale, oggetto di tante polemiche, sia sbagliato dal punto di vista storico. Ad un lettore che chiedeva se l’allora Sindaco Argan avesse cambiato idea sullo spostamento del mercato, Valerio risponde così. icona180

Argan
Giulio Carlo Argan

 

Il sindaco Argan NON cambiò idea. La sua Segreteria, discretamente, mi fece capire che c’erano state opposizioni molto forti dei commercianti ambulanti che allora – credo – animavano la manifestazione, dei loro sindacati e di politici in Consiglio. Allora, storicizziamo, un Sindaco non aveva pieni poteri come oggi (e perfino oggi a un Marino non è stato permesso fare quello che voleva). Comunque sottolineo un concetto fondamentale: una cosa è la Festa dell’Epifania, tradizionale, come so bene da esperto dei Sonetti del Belli (tanto che ho un sito dedicato: “Il Mondo del Belli”), che avviene però il 6 gennaio. Altra cosa, molto diversa, la festa continua detta “di Natale”, che si trascinava fino a pochi anni fa, e solo a scopi bassamente commerciali (dove il “bassamente” si riferisce beninteso non al commercio, ma alla qualità e al tipo di mercanzie…) dal 1 dicembre fino alla fine di gennaio!

Oggi la manifestazione è ancora “natalizia”, anche se un poco più limitata. Ebbene, questa manifestazione per il Natale a piazza Navona NON è molto tradizionale per Roma e per la piazza. Come pochi sapranno, i regali i nostri Antenati non li facevano a Natale, che era una festa solo religiosa, ma alla Befana, probabilmente perché tutto il periodo post-natalizio coincideva nell’Antichità Romana con le grandi feste dei Saturnali, che la Chiesa Cristiana opportunisticamente divise in una parte religiosa (Natale) e una di infrazione della norma, divertimento e confusione (Carnevale).

Quindi, per tornare a noi, che si contui la festa della Befana a piazza Navona, ma con argomento solo riservato all’Epifania, e con mercanzie adatte all’antichità e bellezza della piazza. Va abolita del tutto invece la caotica mostra-mercato pseudo-natalizia, che è solo consumismo becero del più squallido aspetto con paccottiglia di plastica e dolciumi di bassissima qualità che neanche nei mercatini di borgata. Il Centro di Roma non può essere trattato come la piazzetta del mercato di un remoto villaggio. Per un fatto estetico (non si vergognano i romani di fronte ai turisti, specie stranieri?), per la visibilità dei monumenti impedita ai cittadini e turisti per oltre un mese, uno dei migliori dell’anno per visitare Roma, e per dignità storica.

Fu Donna Olimpia, con le sue manie di grandezza, ad abbellire la piazza che prima era una lunga spianata brutta, fangosa, sporca di letame di animali, non selciata, piena di rifiuti del mercato delle erbe (poi spostato a Campo de’ Fiori). Vogliamo ora tornare alla situazione pre-Donna Olimpia? Così sembrano volere molti romani (romani? Bah, sulla loro conoscenza storica di Roma avrei molti dubbi…) “realisti”, che – com’è come non è (e non parla un komunista ma un liberale) – stanno sempre dalla parte dei venditori. Ma non dovrebbero semmai stare dalla parte dei compratori, cioè dei cittadini, che sono molti di più?

Lo dico agli amici del PD, che forse avendo da farsi perdonare l’essere stati, alcuni di loro, comunisti ora sbracano in senso contrario e prendono sempre posizioni conservatrici o reazionarie, e stanno sempre “dalla parte del giaguaro”. Io, invece, non ho da farmi perdonare niente: sto con la libertà dei cittadini, cioè di godersi la città, e anche questo è un diritto, e che diritto! Il commercio ambulante davanti ai monumenti e nei luoghi artistici IMPEDISCE il godimento da parte di tutti di quei beni, a vantaggio dei diritti di una esigua minoranza che potrebbe benissimo vendere a 200 metri da lì. Non è prepotenza questa?

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3 risposte

  1. Credo che Roma stia diventando una città delle diseguaglianze ormai si usano tecniche linguistiche, come tutela dei monumenti, qualità dei prodotti per imporre in qualche modo i propri sillogismi (che sia chiaro non mi riferisco a Nco Valerio, quei due punti sono comuni a tanti, e magari qualche simpatico bloggeraro tirerebbe fuori dal cappello anche gli imprenditori della qualità che dovrebbero vincere i bandi….anzi lo ha già fatto ). La situazione del colosseo credo sia la metafora migliore ! A giorni alterni viene interpretato come finalmente liberato dagli ambulanti regolari oppure in mano a orde di abusivi di ogni tipo. Non voglio dare soluzioni e le certezze le lascio agli altri ma forse chi si lamenta ora ha contribuito in qualche maniera a creare il caos colosseo. Da domani si dirà nuovamente che non ci sono abusivi. Almeno per altre 24 ore !

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