Non siamo a Parigi e neppure a Vienna. Eppure il paesaggio sembra quello: prati puliti, erba rasata, aiuole ben tenute, arredi curati. Insomma quello che in Europa, in tutta Europa dal mare del Nord giù fino ai Balcani è la norma per i parchi pubblici. Siamo invece al Parco del Pineto, esattamente in quella porzione delimitata dal curvone di via Montiglio, denominata Parco delle Mimose. In realtà il parco è lo stesso ma la gestione evidentemente no. All’ingresso un cartello spiega che l’entrata è riservata ai soci, anche se devo dire che io i bambini ce li portavo tranquillamente a giocare.
Adesso diamo un’occhiata ad un altra area ludica: vegetazione incolta, arredi deturpati, sporcizia ovunque. Un luogo in cui anche i guerrieri del Bronx avrebbero delle remore a portarci i propri figli. Si tratta dell’area giochi a fianco della chiesa che fa angolo tra Via Montiglio e via della Pineta Sacchetti, sembra di essere in un altro continente ed invece ci siamo spostati solo di un centinaio di metri.
Ora pensiamo ad un bambino che gioca in un contesto del genere, ammesso che un genitore abbia lo stomaco di portarcelo, quale messaggio possa riceverne.
Io lo valuto più o meno così: tu bambino che usi il bene comune, il bene di tutti, sei un povero sfortunato e solamente se tuo papà è socio di qualcosa hai diritto a giocare in un bel parco.
Un messaggio tanto più umiliante quanto più si pensa che il verde pubblico curato è prassi ovunque, mentre queste situazioni di totale abbandono sono un qualcosa che fatica a trovare uguali altrove.
Si dice che tutto il mondo è paese, ma mi sembra sempre più evidente che noi siamo un paese a parte!