Sono mesi che chi scrive veste i panni di uccello del malaugurio riguardo al Pnrr. I fondi che l’Europa ha concesso all’Italia (in cambio di molte riforme) potrebbero non essere utilizzati in tempo, anzi mettiamo da parte il “potrebbero”.
Della difficoltà ad utilizzare questi denari è ben consapevole l’amministrazione Gualtieri che a gennaio scorso decise, assieme all’opposizione, di nominare Giovanni Caudo presidente di una commissione speciale per il monitoraggio del Pnrr. Ieri Caudo, ex presidente del III Municipio ed ex assessore all’urbanistica, ha stilato un elenco di opere ritenute indispensabili. In pratica, anche senza dirlo esplicitamente, il professore ammette che i tempi per realizzare tutto non ci sono, per cui meglio fare delle scelte.
Secondo la commissione occorre concentrarsi su questi interventi:
- Parco lineare delle Mura Aureliane: costo circa 22 milioni
- Citta delle Arti: al di là della bella definizione si tratta dell’ex Mattatoio di Testaccio in piccola parte già riqualificato, per il quale ci sono grandi possibilità di sviluppo. Costo 23 milioni
- Fori Imperiali: in questo caso il progetto è antico e risale addirittura all’idea di Cederna di realizzare una piazza pedonale e un accesso dedicato ai Fori da largo Corrado Ricci. Inoltre si parla del recupero della Torre dei Conti. Costo dell’intervento 8 milioni
- Parco del Colle Oppio: riqualificazione dal costo di 18 milioni
Dunque occorre essere realisti: tutto non si può fare, non ci sono i tempi anzi si rischia di iniziare delle opere e lasciarle a metà, creando nuove incompiute delle quali Roma non ha certo bisogno. Ecco perché la commissione presieduta da Caudo si è riunita assieme a quella dedicata alla cultura, presente anche l’assessore Miguel Gotor, e ha partorito un elenco. Sono stati individuati 12 progetti ritenuti “critici” (nel senso che non c’è tempo) ma necessari.
Tra i 12, ne sono stati selezionati quattro della massima importanza. E probabilmente saranno gli unici a vedere la luce.
Occorre fare un bagno di realismo. In questi mesi non si fa altro che leggere di assessori, presidenti di Municipi, consiglieri comunali e cittadini che aggiungono qualsiasi cosa all’elenco delle opere da completare o realizzare con i fondi Pnrr. Ebbene è tutta fuffa. Nulla di questa roba verrà effettivamente cantierizzata.
I motivi sono tanti, ma il primo sta nella struttura stessa del Piano di Ripresa e Resilienza. Perché i fondi siano concessi, le opere vanno completate entro il 31 dicembre 2026. Se vi sembra una scadenza lontana vuol dire che non conoscete i tempi italiani (e in particolare romani) di realizzazione di un’opera pubblica. Tra progettazione, gara e cantiere passano molti più anni dei 4 scarsi mancanti.
Secondo tema (e qui Roma non ha responsabilità) riguarda le mille riforme richieste da Bruxelles in cambio della concessione del fondi. Se avete sentito l’ex premier Conte parlare di regalo da parte dell’Europa, se avete creduto a Draghi che magnificava gli stanziamenti post Covid, beh siete dei poveri illusi! Nessuno regala niente. Come diceva Milton Friedman: “Non esistono pasti gratis“. In cambio di queste tranches di soldi, il nostro Paese deve centrare entro il 2022 ben 100 scadenze (alcune molto difficili dal punto di vista sociale). Altrimenti i soldi se li scorda.
C’è un rigido cronoprogramma da rispettare che prevede una serie di riforme che l’Italia non è stata in grado di realizzare in 30 anni e che (non si sa come) dovrà mettere a terra in 12 mesi. Openpolis ha riassunto le scadenze in questo articolo che invitiamo a leggere.
Dunque, tornando alle cose di Roma, gli ostacoli da superare sono più di uno: il primo riguarda il Governo nazionale forse troppo concentrato sulle politiche per il Covid e disattento sulle scadenze Pnrr. Il secondo è relativo ai tempi: se questi fondi arriveranno entro la fine del 2022 le opere dovranno essere progettate, messe a gara e terminate per la fine del 2026 (auguri!). Il terzo è appunto la scelta su quali interventi da realizzare.
E su quest’ultimo punto, le commissioni hanno dato un parere nella giornata di ieri. Facciamo almeno queste quattro cose, hanno voluto dire. Meglio di niente, il resto lo teniamo nel libro dei sogni e lo lasciamo ai giornali che continuano ad inserire pure il rifacimento delle toilette nell’elenco del Pnrr.
Nei prossimi giorni torneremo ad esaminare nel dettaglio cosa si prevede di fare per il parco delle Mura Aureliane, per l’ex Mattatoio, i Fori e il Colle Oppio.
Incrociamo le dita!
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