Lo aveva spiegato bene in questo articolo Rodolfo Bosi: per non lasciare in sospeso la riforma dei cartelloni pubblicitari, la giunta uscente deve approvare la delibera sui piani di localizzazione entro il 2 novembre. Si tratta cioè del periodo di 20 giorni nel quale la giunta resta in carica per la normale amministrazione. I 20 giorni si calcolano da oggi, da quando cioè Ignazio Marino ha formalizzato ufficialmente le sue dimissioni. E poichè i piani di localizzazione sono una conseguenza naturale del Prip, il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, la loro approvazione da parte della giunta rientra nell’attività ordinaria. Tanto più che la delibera è pronta da quasi 20 giorni ed è nelle mani del Segretario Generale.
Marta Leonori non vuole che il grosso lavoro fatto dal suo assessorato durante questi due anni vada perduto. E dunque ha spiegato ai colleghi assessori che l’approvazione di questa delibera è un passo importante in quanto subito dopo, durante la gestione commissariale, i piani potranno essere esaminati dai Municipi. Solo allora l’iter sarà completato.
Ma all’interno dei Municipi chi sarà legittimato a fare le osservazioni? Alla guida dei Municipi resteranno gli attuali presidenti e gli assessori sotto forma di commissari o verranno nominati dei subcommissari? A quanto risulta a diarioromano dovrebbe essere scelta la medesima soluzione che fu adottata dopo le dimissioni di Veltroni, nel 2008. All’epoca gli stessi presidenti dei Municipi restarono nella veste di commissari. Dal punto di vista della riforma dei cartelloni questo è un elemento molto importante, in quanto diversi presidenti di Municipio sono informati e consapevoli dell’importanza della posta in gioco. E così l’iter potrebbe concludersi in poche settimane.
Da quel momento in poi resterebbero solo i bandi di gara da indire. E’ difficile che il commissario straordinario si faccia carico di dare il via ai bandi, ma certamente non impossibile. Anche se è probabile che ad occuparsene sarà la nuova giunta. In questi due anni si sono persi mesi preziosi a causa dell’ostruzionismo di alcune frange della maggioranza, Pd in testa. L’architetto Bosi, nel suo articolo, ha ricordato giustamente la “melina” voluta da Orlando Corsetti con una specie di processo partecipativo che non portò a nulla. E le tante sedute di commissione andate a vuoto che provocavano l’ira di Marta Leonori. E’ la doppia anima del Pd che troppe volte abbiamo visto all’opera e che il prof. Domenico De Masi ha in queste ore ricordato. Non è Marino ad aver rotto il rapporto con la città ma è il Pd ad aver stretto troppi legami con lobbies di piccolo e grande cabotaggio. Nonostante ieri sera Renzi abbia indossato le vesti del moderato e abbia affermato che il rapporto tra Marino e i cittadini si era rotto, a noi sembra che a rompersi sia stato l’interesse che legava alcuni maggiorenti (costruttori, commercio ambulante, urtisti, etc) con il Pd. Se la giunta lascerà almeno l’approvazione dei piani di localizzazione e permetterà a questa riforma epocale di non restare impantanata per anni, lancerà un segnale politico importante. Al Pd, a chi governerà Roma per i prossimi anni e alla città.
Una risposta
sarebbe la miglior risposta ai detrattori di Marino e della Giunta.
In un paese in cui si cambia la legge elettorale a colpi di voti di fiducia e con golpe bianchi che esautorano sindaci democraticamente eletti