“E’ la prima sfida per l’assessore Cafarotti”, titolava il Messaggero in un piccolo box alcuni giorni fa all’interno di due paginate tutte dedicate ai cartelloni pubblicitari. Il quotidiano romano ha avuto il merito di non dimenticare il grande lavoro fatto fin qui e ora lasciato in un cassetto per la evidente scarsa volontà politica della giunta Raggi.
L’articolo firmato dalla brava Camilla Mozzetti riportava qualche imprecisione ma era un lavoro ben fatto e sicuramente tempestivo. Le due imprecisioni che vogliamo correggere (non per tirare le orecchie a Camilla, ci mancherebbe ma solo per precisione) riguardano le dimensioni dei cartelloni (il Messaggero scrive che sparirà il maxi formato 6×3 che in realtà è già stato abolito da diversi anni e ora il massimo è 3×2) e il fatto che gli impianti abusivi si riconoscono dall’assenza dell’etichetta (non basta avere una etichetta per essere regolari. Anzi!).
Per il resto, dicevamo, l’inchiesta del Messaggero è stata tempestiva perché mette sul tavolo del neo assessore alle attività produttive uno dei dossier più delicati, finora colpevolmente trascurato. Adriano Meloni che ha lasciato la giunta per dissapori con Andrea Coia sulla questione di piazza Navona, ci aveva messo un certo impegno. Non sufficiente a sbloccare la riforma, ma almeno un pochino ci aveva lavorato. Il resto dell’amministrazione Raggi, invece, non crede all’importanza di questo cambiamento sebbene nella scorsa legislatura il M5S avesse votato a favore del nuovo Prip, il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari.
Cafarotti, in realtà, conosce le battaglie portate avanti dalle associazioni romane perché il gruppo bastacartelloni scrisse direttamente a lui quando, nel 2013, era consigliere municipale a proposito della necessità di un delegato al decoro urbano. E proprio il Municipio VIII° fu uno dei primi ad approvare la figura del responsabile per il decoro. La mozione, come si può leggere in questo documento, fu firmata da Carlo Cafarotti che dunque si mostrò sensibile alle tematiche portate avanti da quelle associazioni cittadine.
Sarebbe logico che da assessore proseguisse a portarle avanti e cominciasse da un lavoro che troverà già pronto. Si tratta appunto della riforma complessiva della pubblicità esterna che è stata approvata a luglio del 2014 grazie all’impegno di Marta Leonori. Con passi molto lenti, il procedimento è andato avanti durante il commissariamento Tronca e qualche avanzamento l’ha fatto anche con l’attutale amministrazione. Ma ad un certo punto si è fermato tutto. E ora, oltre ad un nuovo assessore, c’è anche un nuovo dirigente a capo dell’Ufficio Affissioni. Quindi si tratta di persone che dovranno studiare da capo la riforma e impegnarsi per la sua entrata in vigore. Il lavoro svolto è praticamente al 90%. Occorre adesso completarlo per assegnare tramite bando di gara i lotti in cui verrà suddivisa la città.
Ecco perché è bene continuare a parlarne e la scelta del Messaggero è stata tempestiva. I vantaggi saranno tanti, a partire dai maggiori incassi per il Comune, passando per un miglior decoro delle strade e finendo con i tanti servizi che la cartellonistica pubblicitaria potrà offrire gratuitamente ai romani tra cui toilette pubbliche, bike sharing, manutenzione del verde, etc.
E’ così che funziona in tutto il mondo e vedremo se il nuovo assessore vorrà far compiere questo passo in direzione europea anche a Roma.