In molte città italiane ed europee segnali come quello che vedete qui sopra sono la regola. Una volta a settimana o ogni 15 giorni, è fatto divieto di sostare su alcune strade per permettere la pulizia approfondita da parte delle spazzatrici.
A Roma questa abitudine si è persa ormai da lunghi anni in quanto Ama non riesce minimamente a programmare i suoi interventi con cadenza fissa e preferisce passare qua e là senza una pianificazione regolare. In questi giorni dal I Municipio è arrivata una proposta che si è trasformata in sperimentazione: nessun divieto di sosta ma chiusura della strada al traffico per consentire un movimento più libero delle spazzatrici. Sulla via Beniamino Franklin, a Testaccio, è stato impedito il passaggio dei veicoli per testare questo modello tutto romano. Molto soddisfatto l’assessore municipale all’Ambiente, Stefano Marin, che a Romatoday ha dichiarato: “Siamo riusciti a pulire egregiamente con davvero ottimi risultati in 40 minuti“.
Non conosciamo Marin e sicuramente sarà un ottimo assessore ma ci vediamo costretti a spegnere il suo entusiasmo. Innanzitutto ci permettiamo di dubitare che la strada sia stata pulita egregiamente. E’ un po’ come quella massaia che afferma di aver resto la casa uno specchio senza però aver spostato il divano, il tappeto o i mobili. Avrà pulito la parte a vista del pavimento ma il resto dello sporco è rimasto tutto al suo posto. Le caditoie, infatti, sono posizionate tutte sotto le auto in sosta, accanto ai marciapiedi ed è lì che si accumula la gran parte del fogliame, dei detriti e dei rifiuti che alla prima pioggia autunnale andranno a rendere la strada un fiume in piena.
In secondo luogo, far spostare i veicoli in sosta un paio di volte al mese ha uno scopo molto importante e cioè quello di evitare che le strade diventino un cimitero per auto abbandonate. Lo spazio pubblico è limitato e non può essere proprietà di automobilisti che depositano una vecchia vettura accanto al marciapiede e non la spostano per anni. Non è un caso che Roma abbia il record italiano di veicoli da rottamare lasciati sui bordi stradali. In una nostra inchiesta del maggio 2020 avevamo raccontato di oltre 60 mila veicoli da rottamare che stazionano in città, il più delle volte senza assicurazione. La sana abitudine di liberare le strade per la pulizia, renderebbe subito evidenti questi veicoli che potrebbero essere avviati a un processo di rimozione forzata.
In terzo luogo c’è un valore educativo per i cittadini che acquisiscono la consapevolezza di non poter usare le strade come proprio garage e magari si sentiranno meno incentivati a compare la seconda o terza auto di famiglia. La scelta del I Municipio, invece, va nella direzione opposta e anzi l’assessore Stefano Marin si preoccupa di non disturbare i residenti. “Quando abbiamo provato a far spostare le auto, i residenti hanno lamentato troppi disagi – ha spiegato – perché i parcheggi sono troppo pochi“.
Resta dominante la filosofia macchino-centrica che è stata accantonata in tutte le grandi metropoli. Per non far spostare l’auto ogni due settimane, ci troviamo strade sporche e allagate.
La chiusura al traffico per due o tre ore non agevola una vera pulizia di fondo ma rende solo più facile il lavoro degli operatori Ama. E non è l’obiettivo che si deve porre un’amministrazione.