Si fa un gran parlare della rinascita dei mercati rionali. La giunta Raggi ha stanziato 4 milioni di euro per ripopolare le strutture commerciali che stanno morendo. La Sindaca afferma che sono “luoghi di aggregazione…. che vanno valorizzati” e così via. Ma all’atto pratico le parole non si traducono in realtà. Abbiamo imparato ormai a conoscere il modus operandi dell’amministrazione 5Stelle che si ferma alla “fase orale”, senza cioè dare mai seguito alle proprie affermazioni.
E così – mentre si riempiono la bocca sulle tradizioni dei mercati rionali – approvano un provvedimento che raddoppia i costi annuali per gli operatori come diarioromano anticipò lo scorso febbraio. Nello stesso tempo i 70 mercati rionali della città si stanno spegnendo: si tratta di 32 strutture coperte e 38 plateatici. Molti di questi sono semivuoti con solo 8/10 box occupati. Il provvedimento più sensato sarebbe quello di spostare le centinaia di bancarelle che invadono le strade di Roma all’interno dei mercati. Si ridarebbe vita a questi spazi commerciali e decoro alla città. E invece la maggioranza pentastellata ritiene che le bancarelle sulle strade siano inamovibili e che la direttiva europea Bolkestein sia da cancellare.
Prova ne è il caso di piazza Alessandria dove ogni giorno un intero quadrante della zona viene chiuso al traffico per fare spazio ad assurde bancarelle. Al centro della piazza c’è un bellissimo mercato coperto, un edificio del 1920 con una grande cancellata liberty che potrebbe essere un luogo di attrazione per i turisti. Circondato dalle ex fabbriche Peroni (in una di queste è stato realizzato il Museo Macro), splendido esempio di recupero di archeologia industriale, il mercato è invisibile e irraggiungibile.
Coperto da una coltre di bancarelle che dovrebbero stare all’interno e svilito dalla sosta incivile di cittadini e operatori che lasciano le auto ovunque.
I tre quarti della piazza vengono chiusi al traffico privato fino alle 17.00 ogni giorno, costringendo chi deve raggiungere via Nizza, via Savoia e viale Regina Margherita a compiere giri assurdi, intasando le zone circostanti.
Come vedete qui sotto, l’intera piazza diventa un bazar. Mentre all’interno di questo e altri mercati gli operatori scarseggiano
L’ingresso della struttura è coperta dalle bancarelle che si posizionano sui percorsi pedonali
Scivoli per disabili, strisce, attraversamenti……..tutto viene invaso dai venditori. Si nota bene di fronte l’edicola
E poi c’è il capitolo sosta. Avendo invaso le corsie delle strade con gli stand, gli stessi operatori sono costretti a lasciare i furgoni per lo scarico delle merci in mezzo alle poche strade rimaste aperte al traffico.
Addirittura l’incrocio con via Messina viene occupato militarmente da chi trasporta le merci, con i mezzi nel bel mezzo della carreggiata!
Dopo le 17.00 l’area si presenta come una enorme discarica. Il lettore Eugenio Cardi, ha scattato la foto che vedete qui sotto il 3 aprile. Ma ogni giorno è la stessa cosa. Ore e ore di lavoro necessarie ai dipendenti Ama per ripulire la strada, quando basterebbe una diversa organizzazione e il posizionamento delle bancarelle all’interno del mercato.
Davvero servono 4 milioni di euro per ridare vita ai mercati o basterebbe compiere scelte sensate sull’intero comparto del commercio ambulante? La difesa ad oltranza dello status quo su bancarelle e urtisti è il vero ostacolo ad ogni rilancio dei plateatici. Nel resto del mondo (da Barcellona, a Parigi, a Vienna), i mercati sono luoghi piacevoli dove si possono gustare cibi genuini, si fa la spesa in mezzo a colori e profumi, si trovano prodotti di nicchia a km0.
A Roma invece tutto è ridotto ad una squallida kasbah, con rifiuti, veicoli in sosta ovunque e prepotenza di chi vuole operare per forza in strada. Restituire dignità a piazza Alessandria potrebbe essere il primo passo in una direzione diversa.
2 risposte
che tristezza, che schifo, che fine di merda che abbiamo fatto…..
Quanto hai ragione Gino. Chi pensava che Roma sarebbe finita così