Quei segreti inconfessabili che si celano dietro il logo Atac

A Roma esiste un privato che gestisce oltre 100 linee bus del trasporto pubblico, e per volontà del Comune ha tutti i mezzi con stesso logo e livrea di ATAC. Non compare sui biglietti né sulle paline di fermata. Come se non esistesse. Molti romani usano da anni autobus di RomaTPL credendo che siano di ATAC (vedi elenco alla fine).

RomaTPL ha vinto l’appalto nel 2010 a seguito di gara europea, quale unico concorrente con un ribasso dello 0,03% (pari ad uno sconto di 3€ ogni 10mila€, praticamente nulla). Parliamo di un appalto da 110 Milioni€ l’anno, pagati al 100% con i soldi delle nostre tasse.

Da metà 2015 sono iniziati i primi problemi con il pagamento degli stipendi agli autisti. La vera escalation c’è stata nel 2017, con l’intensificazione delle proteste e l’inizio del crollo del servizio. Sempre nel 2017 il Presidente fu arrestato per una presunta tangente, ma la storia è rimasta avvolta nel segreto.

A Maggio 2017 l’ex-Assessora alla mobilità Meleo minacciò la revoca anticipata del contratto per inadempimenti. Coerentemente alle sue tante parole e alla sua azione nulla, l’appalto è scaduto a Maggio 2018 e da allora va avanti in regime di proroga.

 

RomaTPL deve avere da ATAC un fiume di soldi: 83,4 Milioni€, un debito di oltre 10 anni fa finito nel concordato, e che ATAC dovrà restituire al 31% in 3 anni a partire dall’omologa (25 giugno 2019). ATAC e il Comune si erano opposti con tutte le forze, fino a beccarsi una condanna da 40mila€ per “lite temeraria” più 80mila€ di spese (Marzo 2018).

 

A luglio 2017 il Comune ha pubblicato sul sito Europeo il preavviso di gara per il nuovo appalto. Una storia surreale. L’avviso conteneva ben 3 errori: era sbagliato sia l’importo annuale che totale, e perfino il link al sito del Comune (che rimandava ad un sito esterno, in precedenza vietato ai minori di 18 anni).

A Novembre 2018 il Comune ha finalmente pubblicato il bando definitivo, che costringeva il vincitore subentrante ad acquisire da RomaTPL il parco mezzi per circa 61 Milioni€ (prezzo pre-stabilito nel 2010, PRIMA ancora che i bus fossero comprati), peccato che in elenco ci fossero anche diversi autobus andati a fuoco o rottamati nel corso degli anni. Ci furono 4 ricorsi al TAR, ovviamente tutti e 4 vinti, con la gravissima motivazione:

il bando “ha natura palesemente anti-concorrenziale e discriminatoria” e “comporta un ingiustificato vantaggio per il gestore uscente”.

Cosa fa il Comune, di fronte ad un bando palesemente scritto male? Lo corregge? NO! Fa ricorso al Consiglio di Stato! Udienza fissata al 12 Dicembre! Perché secondo voi il Comune ricorre contro il ricorso?

 

Date le premesse, nella migliore delle ipotesi il nuovo appalto non potrà partire prima del 2022, cioè tra oltre 2 anni. Nel frattempo il Comune non ha alcuna intenzione di fare un nuovo contratto, il servizio va a rotoli, gli stipendi agli autisti continuano a NON essere pagati, i bus cadono a pezzi, e i romani restano a piedi.

 

 

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Perché i tassisti romani devono sempre farsi riconoscere?
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Da romani, @GiorgiaMeloni e @gualtierieurope, se anche voi ve ne vergognate, perché non vi sedete ad un tavolo e affrontate il problema con le rispettive competenze?

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