Abbiamo sempre cercato di unire l’impegno sociale all’attività di “citizen journalists”, pensandoci e vivendoci come una sorta di think tank sulle politiche del decoro, avviando un lavoro di documentazione scaturito dalla nostra esperienza sul campo.
I temi delle nostre battaglie sono contenuti nel programma presentato ai candidati sindaco nel 2013 e successivamente rivisto alla luce delle elezioni del 2016. Da allora tante forze politiche hanno preso spunto da noi, proprio ultimamente Roberto Giachetti ha inserito nel suo programma un punto specifico sul decoro, in cui riconosce il ruolo dei blog civici e i meriti dei cittadini che si riconoscono nel movimento antidegrado. Cittadini troppo spesso dimenticati dalla politica in cerca di facili consensi (Virginia Raggi e Giorgia Meloni, tanto per fare un esempio, ci hanno snobbati)
Dei programmi non frega niente a nessuno. Ciononostante, al netto della sfiducia nelle promesse elettorali, abbiamo sfogliato i programmi dei principali candidati alla Regione per capire chi meglio potesse andare incontro ai bisogni e alle istanze della “community” antidegrado. Non avendo la pretesa di trattare in modo completo ed esaustivo i diversi programmi, ci siamo focalizzati su specifiche tematiche a nostro avviso esplicative.
Riassumendo: il Lazio deve diventare un modello virtuoso per la qualità della vita, a livello nazionale ed europeo. Impossibile, fin quando non cambierà l’atteggiamento mentale dei romani. Indifferenza al bene comune, egoismo sociale, aggressività, menefreghismo: tutti i peggiori difetti di noi romani. Occorre un cambio di mentalità: se la sente il centrodestra romano di provare a cambiare abitudini, atteggiamenti e comportamenti incivili?
Londra ha 4 volte i turisti di Roma. Il Lazio è al quarto posto tra le Regioni più visitate in Italia. Come è possibile? Perché Londra è una città simbolo della modernità. Andarci è un “dovere” per il cittadino globale. E il Lazio, nonostante il suo patrimonio immenso, continua a vantare un potenziale inespresso e inesplorato dai turisti perché non è attrattivo come potrebbe e dovrebbe. Lavoreremo per rilanciare il brand Lazio nel mondo e per far sì che l’esperienza di chi ci visita sia confortevole e piacevole.
Una offerta turistica più ricc a e confortevole porta più ric chezza su tutto il territorio regionale. Per ottenere questo risultato è necessario costituire una cabina di regia unica tra tutti gli attori interessati. Fare squadra, per vincere.
Il romano che non vuole né le corsie preferenziali né le piste ciclabili (tolgono posto alle auto), che non vuole le isole pedonali (malviste dai commercianti) , che non vuole le fermate della metro sottocasa (crollano i palazzi?!?), che si disinteressa dell’aspetto esteriore delle case dove si abita (graffiti sui muri, selve di antenne sui tetti e fili che penzolano sulle facciate dei palazzi) inevitabilmente rema contro questo tipo di approccio. In che senso?
Come rendere il territorio più accogliente e attrattivo dal punto di vista turistico, se la bellezza e la fruibilità dei luoghi pubblici è ridotta ai minimi termini, per scelta di chi ci vive?
Vi invitiamo innanzitutto a leggere il paragrafo “Contratto di fiume” (p.47) non tanto per valutare la qualità tecnica della proposta, ma per capire quanto sia terribilmente complesso, contorto e assurdo il sistema delle competenze sul Tevere.
Attività Produttive/Commercio (p. 53):
1. Approvazione del Testo Unico del Commercio, al fine di aggregare in un unico documento normativo tutta la legislazione in materia, con conseguente semplificazione della burocrazia e prevedendo particolari misure a tutela dei piccoli imprenditori del settore.
2. Tutela del tessuto commerciale locale e tipico, negli obiettivi di equilibrio della rete distributiva, stimolando strumenti regolatori a tutela delle micro e piccole imprese del commercio rispetto alla media e grande distribuzione, partendo dalla specificità dei singoli territori e dall’esigenza di armonizzazione tra domanda, offerta, tutela dell’economia, del lavoro e dei consumatori.
3. Attenzione speciale al commercio nei centri storici, attraverso la tutela e il sostegno del tessuto commerciale tradizionale e l’armonizzazione degli aspetti architettonici, culturali, storici.
Ma perché bisogna prestare attenzione solo al centro storico? Il commercio nelle zone periferiche e semicentrali non merita l’armonizzazione degli aspetti architettonici, culturali, storici?
5. Norme regionali speciali per pubblicità (visive e acustiche), con l’obiettivo della tutela della salute pubblica, dell’ambiente, del paesaggio e del decoro.
Che senso ha promettere nuove regole per la pubblicità, quando il proprio partito al governo di Roma fa di tutto per rallentare la messa in atto della riforma dell cartelloni, peraltro votata dal M5S quando era all’opposizione?
6. Informazioni e sostegno ai Comuni nell’adeguamento normativo dei parcheggi pubblici. Supporto ai Comuni nella scelta dei siti per il commercio ambulante (mercati). Valutazione della possibilità di fissare quote minime di produzioni Italiane in alcune offerte commerciali dei mercati. Attivazione verso il Governo, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, per la modifica del D.Lgs. 59/2010, al fine di stralciare la categoria dei posteggi su aree pubbliche (commercio ambulante) dalla c.d. Direttiva Bolkestein.
Ecco il vero disastro del commercio ambulante, che tarpa qualsiasi tentativo di rilancio dei mercati rionali: la pervasiva invasione dei banchi su strada che l’accanimento scellerato sulla direttiva Bolkestein impedisce di regolamentare, delocalizzando i posteggi in aree adeguate, entro un numero ben definito e cirocstritto di strade e, principalmente all’interno dei mercati rionali.
7. Incentivi per il decoro e la pulizia di ogni marciapiede attiguo al proprio locale per i commercianti.
Sarebbe anche opportuno che la Regione intervenisse per dissuadere i commercianti a gettare i mozziconi di sigaretta per terra, magari favorendo (e rendendo obbligatoria) l’installazione dei posaceneri davanti ai negozi.
8. Garantire un maggior controllo sui mercati e sugli ambulanti.
Classica affermazione generale, che vuol dire tutto e niente, viziata dal falso ragionamento per il quale i venditori abusivi sono l’unico problema del commercio ambulante. Non è così, il primo vero problema da affrontare è l’eccessiva proliferazione di bancarelle autorizzate, che creano confusione e attirano abusivi che si intrufolano e confondono tra i regolari.
Turismo/Azioni (p. 61):
8. Valorizzazione delle aree protette e dei siti di interesse paesaggistico, storico e archeologico, anche attraverso il loro inserimento in contesti nazionali ed internazionali di promozione
Ma di quale promozione e valorizzazione stiamo parlando, se non riusciamo neanche a valorizzare i punti di interesse architettonico a Roma, vedi i luoghi più belli dei quartieri più caratteristici (qui e qui) devastati dall’incuria e dal vandalismo.
Il nostro rapporto con l’Europa/Azioni (77):
4. Impegno finalizzato alla chiusura di tutte le procedure di infrazione messe in atto dalla UE nei confronti della Regione Lazio, per non incorrere in ulteriori sanzioni e possibili iniziative di rivalsa da parte dello Stato italiano, gravose per le casse regionali.
Per assurdo l’onorevole Lombardi, se diventasse governatore del Lazio, rischierebbe di aprire una nuova procedura d’infrazione , qualora mantenesse l’impegno di “stralciare la categoria dei posteggi su aree pubbliche (commercio ambulante) dalla c.d. Direttiva Bolkestein.”
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E ci fermiamo qui anche se il programma della Lombardi – specie nei capitoli dedicati ai trasporti e cultura – meriterebbe ulteriore approfondimento. Un pò dubbiosi e sfiduciati, ma non rassegnati, ci appprestiamo serenamente ad andare al voto domenica. Ci dispiace constatare come ancora una volta il decoro sia rimasto fuori dalla campagna elettorale. Forse perché anche stavolta gli attori del movimento antidegrado, blog, associazioni, comitati e singoli cittadini, non hanno saputo fare squadra, dimostrando di non avere piena consapevolezza del ruolo politico conquistato dal nostro movimento di opinione.