Residenza agli occupanti abusivi? Rimandata a fine mese

La proposta ha diviso la maggioranza capitolina e la mozione è rinviata. Il contrasto tra il diritto all'abitare e la legalità. Una soluzione ci potrebbe essere

 

La proposta aveva fatto venire i mal di pancia a molti esponenti della maggioranza. Concedere la residenza a chi occupa abusivamente edifici pubblici equivale ad una gigantesca sanatoria. Ecco perché qualcuno non ha retto e si è messo di traverso, a partire dalla lista civica Gualtieri. Sembra che i cinque consiglieri, in una riunione col Sindaco, abbiano espresso una contrarietà decisa e alla fine il provvedimento è stato sospeso.

Ma attenzione, non significa che sia stato cancellato perché dovrebbe tornare in aula entro fine maggio e a quel punto si vedrà come sarà il testo e se troverà più compattezza nel centro-sinistra.

Si tratta di una mozione delle forze di maggioranza che chiedeva di cancellare l’articolo 5 del decreto Lupi, quello che vieta ai comuni di concedere la residenza a chi occupa abusivamente uno stabile. A Roma gli occupanti sono più di 12 mila, alcuni dei quali risiedono in edifici pubblici senza alcun titolo da decenni. Costoro hanno difficoltà a richiedere documenti, ricevere raccomandate, aprire un conto bancario. Ecco perché i movimenti per l’abitare e diverse associazioni di volontariato (Sant’Egidio, Caritas, Nonna Roma, etc) hanno chiesto all’amministrazione di superare il problema derogando al decreto Lupi del 2014. Il Pd ha raccolto l’appello e tramite i consiglieri Trombetti e Converti ha presentato una mozione che in un primo tempo ha visto l’adesione della maggioranza ma poi ha suscitato un certo clamore che ha portato la lista Civica a dissociarsi.

Lo tesso Gualtieri, annusata l’aria che tira, ha chiesto modifiche al testo che verrà riproposto tra un paio di settimane. Il centro-destra ha parlato di un “tana libera tutti” e un incentivo a occupare. E’ chiaro – dicono dall’opposizione – che in questo modo non conviene più passare per le vie legali e mettersi in graduatoria, si fa prima a sfondare la porta ed entrare in un appartamento dove verrà concessa la residenza. Lo stesso Maurizio Lupi, ex ministro e estensore della norma, ha avviato una campagna mediatica per bloccare il Campidoglio. “Se legittimiamo il fatto che per ottenere un diritto alla casa si possa violare un altro diritto, quello alla proprietà privata, e venire meno al rispetto delle leggi che regolano l’assegnazione di un alloggio, non garantiamo più il povero ma chi urla di più“, ha detto al Messaggero.

 

Quando qualcuno occupa un alloggio popolare toglie la casa a chi la attende da anni e ne ha più diritto“, prosegue Lupi che esprime una giusta preoccupazione per la tenuta dello Stato di diritto. La norma prevede che neanche le utenze potrebbero essere allacciate ma questa parte della legge viene per lo più disattesa. Ad esempio allo Spin Time in via Santa Croce in Gerusalemme, centinaia di persone vivono in uno stabile occupato ma hanno acqua e luce e quando nel 2019 Acea provò a staccare le utenze, il cardinale Krajewski intervenne calandosi direttamente in un chiusino per riallacciarle. Nella quasi totalità dei casi le utenze vengono autorizzate per motivi socio-sanitari.

Diverso è il discorso della residenza che in effetti non viene quasi mai concessa, a meno che non si tratti di senza dimora. Per costoro è possibile ottenerne una fittizia in via Modesta Valenti (una strada che non esiste) solo ai fini di tutela del senza tetto. Chi invece occupa non ha soluzioni. Questo impedisce a volte (non sempre) di iscriversi al Servizio Sanitario e quindi di poter godere delle prestazioni assistenziali.

La soluzione probabilmente si potrebbe trovare: occorre un metodo per permettere agli occupanti di godere dei diritti necessari (scuola, sanità, assistenza) ma evitare di autorizzare il rilascio della residenza. Impedire i diritti essenziali non è mai una strada praticabile. Ultimamente lo Stato ha mostrato il pugno di ferro, privando addirittura dello stipendio e del diritto al lavoro (previsto dalla Costituzione) chi ha scelto di non vaccinarsi. Si tratta di un abuso di Stato e non è detto che in futuro la Corte Costituzionale non riconosca la gravità di questa scelta.  Avendo tenuto una linea così dura nei confronti dei non vaccinati, è possibile essere del tutto malleabili verso chi occupa uno stabile? La risposta sta nel buon senso che dovrebbe applicarsi in tutti i casi quando si parla di un’esistenza dignitosa e libera. I diritti alla sanità, al lavoro, allo stipendio sono inalienabili, per chiunque. Il diritto di occupare e vedersi sanata la residenza no.

 

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Una risposta

  1. Compliimenti ai consiglieri della civica Gualtieri,cè ancora qualcuno che ha la schiena dritta da quelle parti,e condivido anche le parole di Lupi, chi occupa una casa popolare la stä rubando a chi si era messo in fila prima di lui…io ce li ho sopra il mio appartamento da 5 anni, e vi garantisco che non cè nessun pericolo sociosanitario e idiozie simili…il rackett delle occupazioni delle case popolari è storia antica,è una mangiatoia per tantissima gente….

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