Ieri ha ufficialmente riaperto il Cinema Troisi, in via Induno.
Così l’incipit del comunicato rilasciato dai ragazzi del Cinema America, i nuovi gestori della struttura di proprietà comunale:
“Riapre il 21 settembre, dopo 8 anni di chiusura, il Cinema Troisi, nel cuore di Trastevere, restituito alla città dall’Associazione Piccolo America, che festeggia così – con un traguardo che è anche un nuovo inizio – i primi dieci anni di un’esperienza che ha segnato nel profondo la scena culturale non solo romana.”
Sono infatti dieci anni che questi ragazzi hanno dato notizia di sé alla città e la riapertura del Troisi rappresenta l’ennesimo straordinario successo che sono riusciti a conseguire.
Chi scrive ha in realtà partecipato all’anteprima dell’apertura del cinema, lunedì 20, sempre con la proiezione della Palma d’Oro a Cannes “Titane“, presentato dalla regista e dal cast. Si è trattato di un’anteprima che i ragazzi del Cinema America hanno voluto riservare a chi nel tempo li ha aiutati e supportati in vario modo.
È stata una serata calorosa e il cinema è bellissimo.
Ricordo bene la prima volta che incontrai quelli che poi sarebbero diventati i “ragazzi del Cinema America“. Era il giorno del mio compleanno, nel 2012, e un paio di loro vennero ad una riunione delle associazioni del centro storico, una di quelle che tenevamo in una saletta nel palazzo dell’Anagrafe. Al tempo si chiamavano “Assemblea dei giovani al centro” e la loro principale richiesta era di poter avere uno spazio in cui riunirsi e da offrire ad altri giovani per socializzare senza essere costretti a farlo in un bar, pub o ristorante.
Poco dopo si appassionarono alla storia dell’ex-cinema America, in via Natale del Grande a Trastevere, una sala storica che la nuova proprietà voleva trasformare in abitazioni, negozi e garage. Cominciarono a contrastare quel progetto, volendo mantenere la storica sala con la sua preziosa struttura e decorazioni, ma soprattutto la sua destinazione a cinema.
Arrivarono ad occuparlo il cinema America e in pochi mesi lo rimisero a nuovo, ricominciando a farlo funzionare con la riproposizione di vecchi film spesso presentati da registi e attori. Nel cinema realizzarono anche un’aula studio che poteva essere utilizzata da chiunque.
Poi furono sgomberati dal cinema America, ma, testardi, si insediarono in un vecchio forno situato proprio a fianco del cinema, come a voler continuare a fargli la guardia. Rimisero a posto i locali del forno e lì ripresero a fare proiezioni.
Per sollevare il problema delle sale cinematografiche abbandonate, cominciarono a fare degli “schermi pirata“, ossia proiezioni improvvisate su cinema chiusi.
Quindi iniziarono con le arene pubbliche estive, prima a San Cosimato e poi a Ostia, alla Cervelletta e a monte Ciocci.
In tutto questo sollecitarono il Comune di Roma a riprendere il possesso del cinema Troisi, il cui gestore lo teneva illegittimamente chiuso, e quando la struttura venne messa di nuovo a bando parteciparono e vinsero quel bando.
Purtroppo però quando entrarono in possesso del cinema si accorsero che esso andava rifatto da cima a piedi, essendo tutto fuorilegge. Non si persero d’animo e affrontarono la cosa, insieme ad una serie di ricorsi amministrativi che allungarono i tempi per poter iniziare i lavori. Infine nel novembre 2019 comunicarono che i lavori potevano finalmente partire con inaugurazione prevista per la nuova sala nell’autunno 2020.
Il COVID ha rallentato tutto ma alla fine i ragazzi ce l’hanno fatta ed ora il Cinema Troisi ha potuto ricominciare a funzionare, impreziosito da un’aula studio aperta giorno e notte.
La nuova sfida per questi ragazzi è ora far funzionare in modo economicamente sostenibile il Troisi, potendo dimostrare così che non è vero che i cinema non ce la fanno più a stare in piedi.
Siamo sicuri che ce la faranno, così come rimaniamo in attesa di conoscere quale altra missione impossibile vorranno trovarsi, non riuscendo ad immaginarceli semplici gestori di una sala cinematografica.
Complimenti vivissimi a questi ragazzi, con l’auspicio che essi siano d’esempio per tanti altri che invece appaiono interessati a partecipare solo alle notti senza regole della movida.
12 risposte
Roberto Tommasi faccia il giornalista e dica che questi ragazzi hanno occupato un cinema e poi tramite il PD gliene hanno assegnato un altro ristrutturandolo a spese del contribuente! Per quale motivo una persona che si vuole aprire una propria attività deve richiedere permessi pagare tasse e rischiare i propri soldi? Da oggi tutti occupiamo e tutti dobbiamo avere l appoggio del comune e della regione! E lei parla di STRAORDINARIO SUCCESSO! Si dell illegalità! Ma mi faccia il piacere!!!
L’errore sul mio cognome è niente rispetto al cumulo di falsità e di idiozie che lei scrive qui e sui vari social. Evidentemente deve avere il dente avvelenato con i ragazzi del Cinema America, ma non è seminando falsità che può pensare di avere ragione.
Nell’ordine:
– non sono un giornalista,
– ho scritto chiaramente che il cinema America fu occupato e poi sgomberato,
– il PD non ha asegnato nulla a spese del contribuente, bensì l’amm.ne comunale si è “improvvisamente accorta” che il cinema Troisi era detenuto illegittimamente da qualcuno, ne è rientrata in possesso e ha pubblicato un bando per la sua riassegnazione; i ragazzi hanno vinto il bando e la loro vittoria è stata validata da diverse sentenze del TAR, si sono quindi adoperati per trovare tutti i possibili finanziamenti per ristrutturare uno stabile che, sorprendentemente, era totalmente fuori legge (un Comune che mette a bando uno stabile fuorilegge è cosa alquanto bizzarra) e ci hanno messo del loro ricorrendo anche ad ipotecare immobili di famiglia,
– la proprietà del cinema Troisi è di roma Capitale che quindi alla scandenza della concessione si ritroverà una struttura funzionante e a norma.
Contrariamente a quello che lei afferma, i ragazzi volevano avere un’attività in proprio, benché al servizio della collettività, e quindi hanno chiesto i dovuti permessi, pagate le necessarie tasse e rischiato i soldi in proprio.
Particolare da non dimenticare: nel Troisi è ora presente un’aula studio a disposizione di tutti gratuitamente 24 ore al giorno.
Ora se lei è in grado di replicare anche in minima parte il capolavoro che questi ragazzi poco più che ventenni hanno realizzato, proceda pure ad occupare quello che vuole. Noi di diarioromano la seguiremo con attenzione.
Se invece vuole solo continuare a sputare veleno su una delle poche realtà virtuose di questa città, si accomodi pure, ma non ci fa una gran figura. Anche perché si vede chiaramente che è obnubilato da qualche colossale pregiudizio.
Gentile Roberto Tomassi,
leggo diarioromano e lo ritengo un ottimo sito di informazione sulle tematiche e i problemi di Roma. Ho da sempre apprezzato le critiche costruttive e le analisi di tutta la redazione che puntualmente fanno luce su tanti aspetti riguardanti la gestione, l’amministrazione e ahimè gli innumerevoli problemi della cittá. Ma questo suo articolo mi ha fatto storcere il naso. Non ho niente contro i ragazzi del cinema America, non mi ritengo nemmeno una persona con dei pregiudizi ,o almeno mi sforzo di non averne, ma non posso nemmeno festeggiare o celebrare come Lei l’apertura di una sala cinematografica , anzi un capolavoro come Lei lo definisce, gestita da dei giovani che non hanno agito nel pieno rispetto delle regole. Scindiamo le due cose, cinema America e Sala Troisi, anche se poi il presidente è sempre lo stesso ovvero Valerio Carocci, non estraneo all’orbita del PD e spesso fotografato vicino a Zingaretti, a cui è stata anche assegnata per un periodo la scorta per le aggressioni e le minacce ricevute. Gran parte della storia dell’occupazione del cinema America è ben conosciuta. E dove c’è la parola occupazione non ci puo essere alcun sostegno. Riguardo le proiezioni pirata e le arene estive niente di tutto cio sarebbe stato possibile senza l’appoggio di esponenti dell’amministrazione locale, con la quale i ragazzi sembrano avere relazioni piu che buone. E attenzione sono relazioni trasversali che garantiscono anche l’appoggio di sponsor che puntualmente staccano l’assegno, e nessuno lo fa per beneficenza ma sempre a fonte di un ritorno economico. Nessun riferimento poi alla polemica con l’Anicagis sulla concessione delle proiezioni delle pellicole, in cui stranamente il tribunale ha dato ragione ai ragazzi del cinema. Loro possono proiettare quello che vogliono quando vogliono uscendo dalle regole della concorrenza. Oggi , anzi ieri, si inaugura una nuova sala, bella per carità, meglio di un rudere o di uno stabile abbandonato, ma non riesco a vedere un vantaggio per la collettività ma solo per uno sparuto gruppo di persone. E vorrei anche sottolineare come questi ragazzi “occupanti” stranamente non risultino nemmeno troppo simpatici alla galassia della sinistra antagonista, romana e nazionale, quella dei centri sociali per intenderci. Loro occupano diversamente, sembra che a loro sia concesso fare cultura e avere una visibilità sui giornali e sulle testate che altri non hanno o meglio non meritano.
Allora le rivolgo l’invito a continuare il suo lavoro come ha sempre fatto ma analizzando la questione da piu punti di vista e sono sicuro che saprà farlo in maniera esemplare.
Cordiali saluti.
Gentile Anonimo,
Lei scrive che non ha niente contro i ragazzi del Cinema America ma poi dice “… che non hanno agito nel pieno rispetto delle regole.” e questo non è vero. O meglio, è vero riguardo il periodo dell’occupazione del cinema America, durata circa un anno, ma non per i restanti oltre nove anni di attività dei ragazzi.
Riguardo l’occupazione, i ragazzi hanno trattato il cinema enormemente meglio di come la proprietà abbia mai fatto, per un anno l’hanno fatto rivivere a beneficio di tutti e quando l’autorità è giunta per sgomberare sono rientrati nella legalità senza frignare, recriminare per lesa maestà e assumendosi le responsabilità di tutto. Personalmente sono sempre a favore delle legalità, ma se da una parte c’è qualcuno che manda in rovina uno stabile in pieno centro cittadino con conseguenze per chi ci vive intorno e dall’altra qualcun altro che quello stabile prova a tenerlo in ordine e a dargli un valore sociale, mi faccio almeno sorgere il dubbio che ci sia qualcosa che non vada nelle norme. In ogni caso l’occupazione è terminata molto presto e da lì è partito un percorso di assoluta e certosina legalità mai interrotto.
Lei accusa i ragazzi di avere buoni rapporti con le amministrazioni locali, e seppure fosse? Come gliene si può fare una colpa? A parte che ciò non è stato vero con l’amm.ne Marino e con la Raggi, almeno all’inizio, ma dove sarebbe il problema a intrattenere buoni rapporti con le istituzioni per raggiungere i propri obiettivi?
Anche riguardo la capacità di trovare sponsor disposti a sostenere le loro iniziative, dove sarebbe il problema? Lei ha mai avuto l’impressione che le iniziative dei ragazzi fossero piegate alle esigenze di qualche sponsor o di qualche padrino politico? Li ha mai sentiti appoggiare qualcuno alle elezioni? Le sembra che stiano aiutando qualcuno alle prossime elezioni amministrative? Niente di tutto ciò. Semplicemente i ragazzi si sono sempre tenuti molto alla larga da condizionamenti o padrinati partitici, mantenendo però buoni rapporti istituzionali, a prescindere dal colore politico, e riuscendo ad attrarre sostegni economici dai privati interessati a sposare il loro nome con le loro iniziative.
Sull’Anicagis, perché sarebbe strano che il tribunale abbia dato ragione ai ragazzi? Ha lei qualche motivo valido per pensare che sia stata una sentenza “addomesticata”? Si rende conto della gravità (e assurdità) della cosa?
Infine, lei non vede vantaggi per la collettività nel nuovo Cinema Troisi? Provo ad alencargliene qualcuno:
– anzitutto ora lì c’è una sala studio aperta 24 ore al giorno, gratuitamente e a disposizione di chiunque, ne conosce altre a roma?
– il Comune di Roma, ossia la colletività, da un rudere inutilizzabile ha ora una proprietà completamente rinnovata che ha ripreso a svolgere un servizio culturale,
– il percorso seguito dai ragazzi dimostra che, pur con difficoltà enormi e tempi biblici, è possibile raggiungere i propri obiettivi rispettando le norme e seguendo le procedure; certo, bisogna essere bravi, ma pare che questa indubbia bravura sia difficile da riconoscere da parte dei più ed anzi appaia alquanto fastidiosa.
Tutto ciò detto, debbo purtroppo concludere che no, non è vero che lei non ha nulla contro questi ragazzi. Evidentemente anche lei ha un pregiudizio nei loro confronti, come il tipo del commento precedente, che non le consente di riconoscere gli indubbi meriti che hanno accumulato.
Grazie comunqeu dell’interlocuzione e stia bene.
ooooooooooooohhhhh l’aula studio aperta 24 ore. Attenzione signori!! aperta 24 ore al dì.
eh si, che grande vantaggio per tutta la città.
Qualcuno che ci spiega come si è passati dall’occupazione all’assegnazione diretta del cinema America si trova? Perchè generalmente dopo uno sgombero finisce li la questione.
Riguardo gli immobili del comune di Roma in rovina quindi che facciamo, aspettiamo le nuove iniziative per occuparli e riportarli a nuova vita con gli sponsor? Bel concetto di autogestione. E poi ci stupiamo che mancano gli investimenti privati internazionali!
Ma basta notare come sul sito del cinema america ci sia una bella mappa dettagliata degli immobili abbandonati. quasi un invito.
fate una breve ricerca su google e vedrete con i vostri occhi quante belle foto di Zingaretti e Carocci abbracciati escono fuori. Altro che pregiudizi. Hanno scritto bene i commenti precedenti.
Solo una cosa buona hanno fatto i ragazzi: fare notare come AMA lasciava sporca piazza S.Cosimato dopo il mercato. Punto.
Se lei non capisce cosa possa significare per un ragazzo o ragazza avere un luogo dove poter andare a qualsiasi ora se non si ha l’ambiente necessario in casa per studiare, è un limite tutto suo.
Provo solo a rispondere alla sua domanda iniziale, che il resto crolla di conseguenza, ovvero: “Qualcuno che ci spiega come si è passati dall’occupazione all’assegnazione diretta del cinema America si trova?”
Ebbene, le sarà sfuggito più di un passaggio e mi dispiace darle questa notizia ferale, ma non è il cinema America ad essere stato assegnato, bensì il cinema Troisi, di proprietà di Roma Capitale.
Il cinema America fu occupato per circa un anno, periodo in cui rifiorì senza costi per nessuno ma evidentemente per lei questo non conta, e poi i ragazzi rientrarono nell’alveo della più totale legalità organizzando le arene estive gratuite e adoperandosi per vincere il bando per il cinema Troisi.
Purtroppo, anche nel suo caso, pregiudizi a go go e si vede lontano un miglio.
Stia bene.
E cosa ne é allora del vecchio cinema America attualmente?
Il cinema America di via Natale del Grande è tornato nell’abbandono più completo, con la proprietà che evidentemente non sa cosa farne ora che vi è stato apposto più di un vincolo.
Ricapitolando: I ragazzi occupano il cinema America 10 anni fa per evitare che venga trasformato in edilizia residenziale e posti auto. Lasciarlo a destinazione culturale e restituirlo al quartiere. Vengono sgomberati. Occupano , anzi gli vengono concessi gli spazi di un vecchio forno adiacente. Continuano a proiettare e organizzare le arene estive con il sostegno delle amministrazioni locali. Raccolgono fondi da sponsor privati per finanziare le loro attività culturali. Vincono il bando per il cinema Troisi, lo ristrutturano e lo aprono. Il cinema America invece sta ancora a ramengo,in abbandono e sbarrato come 10 anni fa e per di piu vincolato.
Questo lei lo definisce un successo per tutta la città? Ottimo direi. Però stiamo parlando di un investimento di un privato allora , ripeto un privato come ce ne sono migliaia che rischiano i propri soldi ogni anno, in un settore che non è neanche particolarmente strategico visto i numeri che generano le sale cinematografiche in Italia. Un trend che non è proprio in controtendenza complice pure il covid.
La sala studio aperta 24h? Se i ragazzi di Roma vogliono studiare mi pare che il comune offra ancora degli spazi nelle biblioteche o sbaglio? Ma non sono aperte 24h è vero. Fanno degli orari normali come qualsiasi attività.
Ma se lei per qualche ragione vuole fare pubblicitá a questa iniziativa sulla sua pagina è libero di farla, ma non parliamo di pregiudizi perchè è falso.
Invece il suo nuovo messaggio lo conferma il suo pregiudizio. Il forno non fu infatti occupato bensì concesso in comodato d’uso gratuito dal proprietario, ma lei l’occupazione la deve ugualmente evocare.
Il fatto che il cinema America sia ancora in abbandono è una totale responsabilità della proprietà e a meno di non procedere con una nuova occupazione illegittima nessuno può farci nulla.
Il successo consiste nel recupero integrale e prestigioso di un bene comune, il cinema Troisi, che per anni è stato detenuto illegittimamente, chiuso e completamente fuori norma.
Una proprietà comunale che viene interamente riqualificata e torna a fornire un servizio culturale, arricchito dalla sala studio, per di più senza che il Comune investa un euro, noi lo consideriamo un successo.
Padrone lei di continuare a cercarvi qualcosa che non va, ma non ci fa una gran figura.
Ma legge prima di rispondere? Ho scritto che gli spazi del forno vengono concessi. E guardi che anche se fosse stato occupato, la parola occupazione per questi ragazzi è tuttora un vanto. Ho scritto che il Cinema America , all’origine di tutta questa (bellissima per lei) storia, si ritrova esattamente come 10 anni fa. Ho scritto che il Troisi altro non è che un investimento di un privato, e adesso aggiungo cofinanziato da BNP Paribas che ha sostenuto anche il cinema azzurro Scipioni, come ce ne sono tanti altri sul territorio, comprese le innumerevoli associazioni culturali. Solo che stavolta è un bene comunale concesso tramite bando (della durata di…?). Come i soldi del mutuo di BNP verranno restituiti mi interessa relativamente poco. Con i biglietti e i popcorn? potrebbe essere. Una cosa è certa: andranno restituiti. Qui da celebrare non c’è proprio niente. Guardi si vada a chiudere per un paio d’ore nella tanto osannata aula studio e faccia chiarezza una volta per tutte. E impari anche ad accettare un contraddittorio in un dialogo oltre a rispondere con la parola “pregiudizi”. Con questo la finisco una volta per tutte. A lei e ai suoi amichetti ambasciatori della cultura lascio l’ultima parola. Stia bene.
Forse è lei che si deve rileggere prima dì postare:
“Occupano anzi gli vengono concessi gli spazi dì un vecchio forno …”.
Comunque è evidente che parliamo lingue diverse. A chi perde tempo a leggerci decidere a chi dar retta.