Qualche giorno dopo l’annuncio del piano straordinario di pulizia della città fatto dal sindaco Gualtieri avevamo espresso le nostre perplessità sulla parte relativa alla rimozione delle discariche di rifiuti. Basandoci anche sui suggerimenti del LILA (Laboratorio Idee Lavoratori AMA), segnalavamo la debolezza di un piano che punta tutto sul potenziamento della raccolta dei rifiuti, senza minimamente intervenire sulle modalità di conferimento dei cittadini. Il maggiore problema a Roma è infatti la produzione fuori controllo di rifiuti indifferenziati, laddove un’immediata maggiore differenziazione farebbe aumentare le frazioni di valore e vendibili (carta e plastica soprattutto) riducendo nel contempo il problematico indifferenziato.
Passate quasi due settimane la situazione non appare migliorata, complici anche ulteriori problemi agli impianti di destinazione dei rifiuti indifferenziati. La novità degli ultimi giorni è però un accordo firmato da AMA e i sindacati che prevede un premio per i dipendenti AMA che nel prossimo periodo festivo non prenderanno ferie, permessi retribuiti o malattia.
Come prevedibile, in molti sono insorti contro un accordo che sostanzialmente premia i dipendenti AMA semplicemente per fare il loro normale dovere; e a poco è servito che il sindaco abbia precisato a più riprese che in realtà si tratta di una normale misura per aumentare la produttività dei dipendenti AMA in un periodo critico, con la parte relativa alla diminuzione delle assenze per malattia che è solo aggiuntiva rispetto a ferie e permessi retribuiti.
La realtà è che AMA, così come ATAC, ha un tasso medio di assenze per malattia circa doppio di aziende municipalizzate di altre città italiane. Ad esempio, nel 2019 in ATM si è registrato un tasso di assenza totale di circa l’8%, mentre in AMA il tasso totale è stato del 15% circa, con le sole assenze per malattia che hanno ruotato intorno all’8%.
Dopo le innumerevoli critiche all’accordo con i sindacati, il problema delle troppe malattie è stato riconosciuto anche dal neo amministratore unico di AMA, Angelo Piazza, il quale dopo aver ricordato che i controlli sui certificati medici spettano all’INPS, ha annunciato un potenziamento dei controlli che l’azienda può fare.
Tornando all’accordo AMA-sindacati, quello che a noi ha stupito di più non è stato tanto lo strumento per cercare di limitare le assenze durante le festività di fine anno, bensì il modo con cui si è formalizzato tale accordo. Quella che segue è la seconda pagina dell’intesa firmata da AMA e sindacati:
Riportiamo di seguito il testo evidenziato, quello che contiene il tanto vituperato accenno alla diminuzione delle assenze per malattia:
“Il premio aggiuntivo verrà riconosciuto qualora nel periodo considerato dalla presente intesa oltre alla totale pulizia di tutte le strade principali di Roma, della rimozione di tutti i rifiuti rimasti a terra attorno ai cassonetti, alla igienizzazione degli stessi ed alla rimozione delle discariche abusive ai lati della strade, oppure si registri una riduzione del tasso di assenza per malattia di almeno il 10% (almeno nei mesi di dicembre e gennaio) rispetto alla percentuale registrata nei mesi di settembre e ottobre 2021.”
Se il significato di tale testo non vi è chiaro, il problema non siete voi bensì il testo stesso, che contiene almeno un paio di evidenti incongruenze tali da non dargli un significato univoco.
Inoltre, come mostrato nell’immagine con la sottolineatura rossa, anche l’intervallo temporale di vigenza dell’intesa è evidentemente errato, riportando un “09 gennaio 2021” che invece avrebbe dovuto essere “9 gennaio 2022”.
Possibile che un accordo di due paginette, firmato da una della maggiori municipalizzate d’Italia, contenga una delle parti cruciali priva di senso logico e la data di vigenza errata? Parlassimo di un contratto complesso, qualche errore sarebbe stato più comprensibile, benché in una grande azienda vi sono fior di avvocati e dirigenti pagati profumatamente per ricontrollare mille volte i testi contrattuali. Ma in questo caso si tratta di due paginette scarne che anche uno studente delle medie sarebbe stato in grado di correggere.
In calce all’accordo vi sono almeno cinque firme di dirigenti AMA e sarebbe interessante conoscere i loro nomi per far loro presente che se firmano una cosa senza senso, probabilmente non sono le persone giuste su cui contare per riprendere il controllo dei rifiuti a Roma.
Già perché oltre a non vedere ancora la pulizia della città promessa da Gualtieri, quello che a noi più preoccupa è che l’AMA continui ad essere guidata dalla stessa dirigenza che in tutti questi anni ha portato al disastro che vediamo sulle strade. E ci preoccupiamo ancor di più se, come temiamo, qualcuna delle firme AMA dell’accordo è uno dei nuovi dirigenti introdotti dalla nuova amministrazione.
In un’intervista pubblicata ieri su La Repubblica, il sindaco Gualtieri ha detto che verrà firmata una nuova intesa tra AMA e sindacati dove verranno superati i fraintendimenti evidenziati. Speriamo che questa sia la volta buona, ma si può stare tranquilli con una municipalizzata che incassa quasi un miliardo (mille milioni!?!) di euro l’anno dal Comune di Roma e non è neanche in grado di scrivere correttamente due pagine di accordo?
L’intervista di Gualtieri contiene altri spunti interessanti che vale la pena citare.
Anzitutto si direbbe che il sindaco abbia ridimensionato la promessa fatta a fine ottobre, quando parlò di una Roma ripulita entro Natale. Nell’intervista di ieri invece afferma di essere “… fiducioso che a Natale Roma sarà più pulita di come l’abbiamo trovata e gli obiettivi del piano saranno raggiunti.“. Chiaramente c’è una bella differenza tra una “Roma pulita” ed una “Roma più pulita di come l’abbiamo trovata“.
Vi è poi un accenno ad una sinergia tra ATAC e ATM, la municipalizzata dei trasporti di Milano, cosa che fa sperare che anche dal lato trasporti si stia facendo qualcosa, a dispetto dell’assoluta mancanza di comunicazione da parte dell’amministrazione.
Interrogato poi sulle critiche sollevate riguardo la composizione della giunta, da molti solo espressione delle fazioni della maggioranza, il sindaco ha risposto che “Gli assessori sono stati scelti sulla base della loro competenza e capacità. E sono tutti di grande qualità“.
Purtroppo per il sindaco questa è un’affermazione davvero temeraria. Non solo infatti lui deve aver ceduto al veto di qualcuno per la nomina all’assessorato all’urbanistica, preferendo all’esperto e navigato Giovanni Caudo un incompetente (senza offesa, ma solo perché non ha competenze specifiche nella materia) e inesperto Maurizio Veloccia, ma proprio in materia di rifiuti ci ritroviamo un assessore all’ambiente, Sabrina Alfonsi, privo di competenze specifiche, laddove una persona con la giusta formazione e una recente esperienza come assessore all’ambiente di Roma, Estella Marino, è stata dirottata a fare l’assessore all’ambiente in Municipio VII!?!
Chiaramente Gualtieri ha preferito premiare i campioni di preferenze della lista del PD, Alfonsi e Veloccia, ma indubitabilmente ciò è avvenuto a discapito della qualità della sua giunta.
Tornando al tema dei rifiuti, noi continuiamo a pensare che puntare tutto sulla raccolta straordinaria dei rifiuti, senza modificare in nulla le modalità con cui i cittadini li conferiscono, è semplicemente un suicidio. Con i cassonetti non controllati sulle strade troppi cittadini continueranno a non differenziare e a buttare dove capita, aumentando a dismisura i rifiuti indifferenziati che rappresentano il vero problema di Roma.
A nostro avviso, oltre che richiedere uno sforzo straordinario all’AMA, andrebbe chiesto un aiuto anche ai cittadini, ad esempio riducendo le postazioni di cassonetti in strada e accorpandoli con un presidio di personale AMA; in questo modo si chiederà ai cittadini di fare qualche metro in più per conferire i rifiuti, ma sarà possibile controllarli spiegando alle persone come differenziare al massimo. L’obiettivo deve essere infatti di avere quanti più rifiuti differenziati possibile, perché molti di questi hanno un valore e soprattutto perché in questo modo si riduce drasticamente la frazione più problematica da trattare, ossia l’indifferenziato.
Intervenire il più possibile a monte, anziché puntare tutto sulla pulizia a valle. Tra l’altro ci sono quasi 1.500 dipendenti AMA che per vari motivi sono esentati dal raccogliere i rifiuti e quindi potrebbero essere impiegati a presidiare le postazioni di raccolta.
Per fare un altro esempio, ecco come si ritrova una piazza di San Lorenzo la domenica mattina:
Ed ecco com’è dopo la pulizia fatta dall’AMA:
Invece di potenziare la pulizia a posteriori, non andrebbe immediatalente presa qualche iniziativa per evitare che ogni sera certi luoghi diventino un indegno immondezzaio?
Allo stesso modo, non sarebbe il caso, in una situazione di emergenza come quella attuale, regolare e ridurre le possibilità di conferimento dei cittadini per ottenere immediatamente una migliore differenziazione dei rifiuti e quindi una minore pressione per gestire il complicato indifferenziato?