Rinvio del voto a Roma: ci si mette anche Fuksas

fuksas

 

 

L’ultimo in ordine di tempo a far capire che votare a maggio con le regole attuali sarebbe inutile è stato Massimiliano Fuksas. L’archistar – che ha avuto pessimi rapporti con Marino – ha spiegato ai giornalisti la sua visione della città di Roma. “Non basta un solo sindaco perchè Roma è diventata un mostro. Serve una nuova governance per le metropoli con più di 2 milioni di abitanti”.

L’idea di uno statuto speciale per Roma risale addirittura al 1870. Dopo l’unità di Italia, infatti, si avviò un dibattito sul ruolo della capitale e sulle strutture che l’avrebbero dovuta governare. Mussolini decise che il governatorato dovesse dipendere direttamente dal governo centrale. Per reazione, nel dopoguerra, si decise di trattare Roma come tutte le altre città, senza riconoscerle quel ruolo che tutte le altre capitali europee avevano assunto. La città – costretta ad ospitare gli uffici dello Stato, le ambasciate presso l’Italia e la Santa Sede, oltre 400 manifestazioni l’anno, nonché il Vaticano – non ha retto. Un sindaco con gli stessi poteri di quello di Asti o di Brindisi, non può governare un’area così complessa. Negli anni 90 si fece largo l’idea di Roma Capitale, un modello mutuato da altre grandi città europee, ma mai messo in pratica.

Per cui l’osservazione di Fuksas ha un fondamento ed è giusto aprire un dibattito. Occorre però andare oltre le parole e associarle ad una serie di circostanze che farebbero pensare ad un obiettivo diverso: il rinvio del voto. Il partito che più starebbe brigando per non andare alle urne a maggio sarebbe il Pd. Scottati dalla vicenda Marino e senza un uomo forte disposto a bruciarsi, i renziani stanno lavorando ad una proposta di legge molto articolata che ridisegnerebbe la governance di Roma. Lo afferma l’Espresso in un articolo ben informato e lo confermano voci interne al partito. Sarebbe questa la scusa migliore per rinviare il voto, nell’attesa che gli elettori siano chiamati a scegliere una figura diversa dall’attuale Sindaco. Forse più sindaci, proprio come chiede Fuksas, il cui intervento appare quanto mai studiato.

Anche al centro-destra non dispiacerebbe un’ipotesi rinvio, dato che nelle proprie fila non si parla di candidati, nè di aggregazioni credibili. Forza Italia ormai inesistente, Fratelli di Italia troppo sbilanciata per ricevere i voti centristi e una Lega con scarse simpatie per Roma, sono validi motivi per rinviare la patata bollente di almeno un anno.

Il Movimento5Stelle, poi, resta un mistero. Ha tutte le chanche per vincere, accreditato di altissime percentuali, è praticamente scomparso dalla scena romana. Non si registrano interventi di esponenti grillini su nessun tema. Non si vedono all’orizzonte idee o proposte. Sembra proprio che i 5Stelle non abbiano alcuna voglia di assumersi questa patata bollente.

Il confronto con le altre città chiamate al voto in primavera è lampante: a Milano ci sono già i candidati ben delineati. A Napoli molte personalità nazionali e locali sono al lavoro per la conquista del Municipio. A Torino si profila un ballottaggio tra Fassino e 5stelle. A Roma nulla! Nessuno si muove e lancia il primo sasso.

La sospensione della democrazia per altri uno o due anni non gioverebbe all’umore della città, dimostrando che Roma resta un caso a parte, che è un luogo ormai non governabile.  Se si vuole avviare una riforma dei poteri del Sindaco e della giunta si fa una cosa buona. Ma scappare dalle urne è un segnale di debolezza. Mafia Capitale insegna!

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Una risposta

  1. ma secondo te il commissario agisce in autonomia o ci sono ingerenze delle forze politiche ? risponditi a questo e poi capirai perchè il voto non è cosi necessario…

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