Nella foto qui sopra si possono vedere le condizioni del sottopassaggio pedonale di corso Italia a dicembre scorso. E nella foto che segue, la situazione oggi, dopo l’intervento delle squadre Ama.
Situazione risolta dunque? No, niente affatto, anzi il lavoro svolto dagli operatori Ama serve solo a ridurre per poche settimane i cattivi odori e il razzolare dei topi, ma tra poco tutto tornerà come prima.
Siamo scesi nei sottopassaggi sperando di trovarli transitabili e invece restano alloggio di fortuna di tanti disperati, molti dei quali vivono qui da anni. Nel momento in cui gli occhi del mondo sono puntati sull’Ucraina con un probabile esodo di profughi, i nostri piccoli problemi romani potrebbero sembrare poca cosa. Invece la storia di questi sottopassi mostra la totale incapacità della nostra regione di accogliere chi scappa dalla guerra, chi ha davvero bisogno di accoglienza e tutela. Abbiamo raccontato pochi giorni fa la vicenda di Usman, fuggito dalla ferocia dei Talebani e lasciato mesi in mezzo alla strada da una burocrazia inefficiente.
Quello che succede sotto il suolo di Porta Pia è l’anticipo di quello che succederà in altri luoghi di Roma nel momento in cui molti cittadini ucraini dovessero raggiungere la capitale. Non siamo in grado di dare una assistenza alloggiativa dignitosa a chi la merita e finiamo per tollerare da anni che proprio di fronte il Ministero dei Traporti e a ridosso delle Mura Aureliane, possa nascere una città invisibile, popolata da infelici.
Da una delle entrate, alte tende impediscono la vista di chi vive qui dentro, si sentono voci, rumori di piatti e stoviglie, pianti di bambini.
Altre entrate, invece, lasciano vedere giacigli di fortuna, materassi, oggetti recuperati tra l’immondizia, panni stesi e uno scatolone che funge da comodino.
Qualcuno ha incollato sulle pareti dei manifesti pubblicitari che mostrano visi sorridenti e prodotti di lusso che queste persone non potranno mai permettersi. L’odore, rispetto all’ultimo nostro sopralluogo, è meno forte. Le lance degli “squaletti” Ama hanno disperso detersivi profumati, mentre le scope hanno rimosso gli escrementi che normalmente sono presenti su ogni gradino. Tra bottiglie, sacchi di rifiuti, avanzi di cibo e vecchi indumenti, gli operatori comunali hanno riempito due furgoni.
Un’idea della quantità di immondizia portata via si può avere dalle due foto che seguono tratte da RomaPulita! e scattate dagli stessi operatori.
L’associazione Amici di Porta Pia che rappresenta i residenti del quartiere non crede che questi interventi servano a qualcosa. Solo a marzo del 2021, il Simu (il dipartimento dei Lavori Pubblici capitolini) aveva riverniciato l’intero dedalo di sottopassi, sostituendo l’impianto di illuminazione e risanando le scale spaccate. Ma poche settimane dopo i senza dimora erano tornati tutti qui, confortati da un ambiente migliore. I soldi dei contribuenti sono stati mal spesi, perché sarebbe stato più opportuno trovare un alloggio a queste persone e sbarrare gli accessi con delle cancellate. Solo dopo si sarebbe potuta trovare una soluzione definitiva. Così, invece, non si fa altro che perpetuare un disagio per gli abitanti della zona e alimentare l’idea negli immigrati che a Roma si possa vivere in luoghi come questo.
L’aspetto più incredibile riguarda la mancata sicurezza per gli automobilisti che percorrono i sottovia di Corso Italia. Queste rampe servono come via di fuga in caso di incendio ma sono tutte completamente ostruite dai senza dimora e dunque non si comprende come i Vigili del Fuoco, severissimi con un bar che non ha installato l’ultimo modello di maniglione antipanico, chiudano gli occhi di fronte a questo pericolo.
Infine, il sottopasso che ha accesso a ridosso di via Augusto Valenziani non è stato risanato. Come si vede dalla prossima foto, qui rifiuti ed escrementi sono ovunque e il tanfo è così forte che si avverte fin dall’esterno come se fosse un avviso “Vietato Avvicinarsi”.