È uscita, a cura di Euromonitor, la classifica delle città più visitate da ospiti internazionali nel 2014 e Roma si piazza al quattordicesimo posto, con quasi 8,8 milioni di visitatori, in aumento del 2% rispetto al 2013.
A prima vista si direbbe un risultato deludente, considerate le innumerevoli attrazioni che la nostra città può offrire dal punto di vista turistico. Ma a ben vedere le cose stanno diversamente.
Anzitutto va considerata la presenza schiacciante nella graduatoria di città asiatiche, con Hong Kong che si aggiudica il primo posto, con quasi 28 milioni di visitatori, e Singapore il terzo con circa 17 milioni. Nelle prime 20 posizioni solo 5 città sono occidentali, tra cui Roma che è la quarta tra esse, dopo Londra (seconda), Parigi (quinta) e New York (ottava).
Si direbbe quindi che la classifica sia influenzata molto dagli enormi flussi turistici cinesi ed asiatici in genere che, ad esempio, portano una città come Kuala Lumpur, praticamente priva di attrattive turistiche, al decimo posto.
Detto quindi che Roma, pur con la metà dei visitastori rispetto a Londra, non se la cava male in questa classifica, vediamo se è buona cosa cercare di scalarne le posizioni, puntando quindi ad aumentare il numero di visitatori.
Ebbene ad opinione di chi scrive ciò non è auspicabile ed anzi bisognerebbe cercare di moderare il numero di arrivi in città per evitare fenomeni di affollamento eccessivo nei luoghi turistici più visitati. La parte attrattiva della città di Roma ha infatti una conformazione che mal sopporta i grandi flussi turistici. Basti pensare a luoghi come Fontana di Trevi, che spesso scoppia per il numero di persone che la affollano, o il Pantheon e la piazza antistante, o tante stradine del centro che si riempiono facilmente di gruppi di turisti che, quasi del tutto ignari di dove sono capitati, si accontentano di smarcare i luoghi cartolina di Roma, solo per poter dire di esserci stati.
Al contrario Roma richiederebbe un turismo più consapevole delle bellezze e delle innumerevoli peculiarità che la città può offrire; un turismo fatto di numeri più contenuti ma con persone disposte a fermarsi più tempo dei 2,5 giorni di permanenza media attuali ed a spendere di più in cambio di prodotti e servizi di maggiore qualità. In questo modo si avrebbe una minore pressione del turismo sul centro storico sperando nel contempo di aumentare il giro d’affari complessivo.
Purtroppo un tale approccio è esattamente opposto a quello che finora tutti gli ultimi governi cittadini hanno adottato, gongolando per i numeri sempre screscenti di turisti in arrivo a Roma senza pensare che è molto meglio una coppia che viene a Roma e spende 2000 euro stando 5 giorni che un gruppo di venti che per la stessa cifra si ferma 2 giorni mangiando pizzette seduti per strada. Non si tratta di fare gli elitari ma di governare i flussi turistici con modalità che invece di squalificare i luoghi, per i turisti ma anche per chi vi abita o opera, li mantengano decorosi e magari puntino al prestigioso.
Il report completo può essere scaricato a questo link mentre qui c’è l’articolo di Euromonitor che presenta la classifica.
2 risposte
si può fare un’integrazione alle argomentazioni dell’articolo.
In realtà se ci fosse un piano turistico (integrato con quello del commercio, con i PRG e le altre pianificazioni urbanistiche e non) che riguardasse non solo Roma ma tutta l’area metropolitana, allora sì che si potrebbe aumentare il numero dei turisti senza rischiare sconquassi.
Infatti, se si continua a puntare solo sul centro storico, che ha dei limiti fisici non superabili, è evidente che il numero delle presenze sarà contingentato dalla mancanza di spazi materiali: puntare solo su Colosseo, Ara Pacis e shopping nel Tridente alla fine porta all’inevitabile collasso e raggiungimento dei limiti di accoglienza della città storica.
Ed invece Roma è una delle pochissime città europee e non, che può vantare una vasta area metropolitana ricchissima di attrattive: dai Castelli Romani, al litorale a nord e sud della foce del Tevere, all’area etrusca di Cerveteri e dei Monti della Tolfa, alle zone ad est ed a nord (monti Prenestini, vie consolari, ecc. ecc.)
Perciò, un piano che puntasse anche al decentramento turistico non solo costituirebbe una valida ipotesi di sviluppo, ma alleggerirebbe la pressione antropica sulla città storica.
Lo capiranno i candidati sindaci? Temo di no.
Ad esempio, quel tal Morassut che si è candidato alla primarie del PD, pochi ricordano che fu l’ideatore del “modello Roma” che dal punto di vista urbanistico fu un disastro tanto che ancora i romani ne pagano le conseguenze (rammentate una certa puntata di Report?);ed è lo stesso Morassut che sponsorizzò illo tempore il progetto sul Cinema America, avallando la proposta di demolizione per far posta ad un condominio superlusso.
Con questi soggetti, parlare di decentramento turistico è come dialogare in romanesco con un marziano…..
Ior hai fatto una disamina eccellente però non è solo questo.
Ricordate ?
http://www.leggo.it/NEWS/ROMA/roma_casa_dell_amp_39_acqua_acea_mercato_magliana/notizie/1291951.shtml
sono tutte rotte, com’è possibile ?
Viene da se che mi piacerebbe sapere quanto sono costate, cosa si preveda in tema di manutenzione e quali assessori abbiano studiato il progetto (e ovvaimente il relativo compenso) ! Ci troviamo di fronte ad una di quelle situazioni dove stampa e tv evitano di parlare.
PS
spero che la magistratura agisca anche su questo punto, come ha già fatto ultimamente sugli “abusi d’ufficio per assunzioni esterne in campidoglio quando all’interno e a costo zero ci sarebbero già le professionalità “.
PPS
ieri avete letto l’articolo sulla sconfitta dei camion bar sulla cosap ? si è uscito di domenica (???) e almeno era questo il titolo, potete dirmi il contenuto ? ho chiesto in giro .Non ne sa niente nessuno. Bah. Poi il fatto che abbiamo già effettuato il pagamento rende tutto ancora più misterioso!