In molti l’avranno già visto il film “Roma Golpe Capitale”, il documentario del regista Francesco Cordio, uscito nel 2018, che racconta la storia del sindaco Ignazio Marino, dall’elezione alla caduta per via notarile.
Per chi non l’avesse ancora fatto, consigliamo caldamente di approfittare dell’occasione fornita dai produttori di Own Air di poter vedere il film gratuitamente sulla piattaforma Vimeo.
Tutti i romani dovrebbero vederlo questo documentario, per capire dove eravamo, cosa si era messo in moto a Roma nel 2013 con Ignazio Marino e perché qualcuno ha deciso di fermare quel tentativo di rivoluzionare e risollevare Roma.
Chi volesse scartabellare nei nostri post in era Marino troverà che noi eravamo tutt’altro che acriticamente dalla parte del sindaco, avendolo spesso criticato su cose che a nostro parere non andavano bene. Le nostre erano però critiche fatte con spirito costruttivo, con l’intento di evidenziare eventuali errori nell’azione dell’amministrazione che potevano essere corretti.
Ricordiamo oggi con estremo rimpianto l’interlocuzione che si poteva avere con quella amministrazione, quando il sindaco non aveva paura di affrontare un incontro pubblico dove gli si facevano domande senza preparazione, quando i cittadini venivano direttamente coinvolti per contribuire a scrivere la riforma degli impianti pubblicitari, quando se scrivevi ad un assessore ricevevi risposta.
Quanta differenza con la situazione attuale, dove il sindaco Raggi ha dimostrato un’incapacità totale ad ascoltare i cittadini, rifuggendo da ogni situazione che la metta a diretto contatto con loro, dove si è persa una visione di città e si procede a vista barcollando come ubriachi, dove gli assessori sono tutti dilettanti allo sbaraglio che si nascondono ai cittadini per non dover rendere conto della loro nullità.
Nel documentario si rivedono le figure di Giovanni Caudo, che guidava l’urbanistica cittadina con una batteria di progetti oggi tutti fatti marcire, o di Alfonso Sabella, che a Ostia aveva cominciato a far vedere i sorci verdi ai farabutti che per decenni avevano fatto il bello e cattivo tempo. C’erano dei giganti nella Giunta Marino, soprattutto se paragonati ai nani che oggi fanno arrancare l’amministrazione capitolina.
Da non perdere la parte in cui Ignazio Marino racconta di quando, insieme all’assessore Caudo, incontrarono Malagò e Montezemolo per discutere di dove costruire il villaggio olimpico, con il duo “olimpico” a spingere per Tor Vergata, preoccupandosi solo della manifestazione, e loro a proporre il Foro Italico per ritrovarsi in futuro degli alloggi ben collegati alla città. Curiosamente Giovanni Malagò è ancora lì a guidare il CONI mentre Ignazio Marino è stato spedito altrove.
Ma la visione del film è indispensabile soprattutto per capire il danno che il Partito Democratico ha fatto a Roma nel 2015, quando ha deciso di far cadere il proprio sindaco facendo dimettere tutti i consiglieri davanti ad un notaio. Neanche il coraggio di presentarsi in Assemblea Capitolina ebbe il PD al tempo, bensì pensò di togliere di mezzo lo scomodo Marino alla chetichella, contando forse che nessuno se ne sarebbe accorto.
La cosa più grave poi è che il PD a Roma non ha ancora fatto un’autocritica di quell’errore madornale, tant’è che il partito è ancora in mano agli stessi che si resero responsabili di quel suicidio (proprio) e omicidio (alla città). E fino a che l’autocritica non verrà fatta il PD a Roma non potrà sperare di ritornare alla guida della città, almeno non come forza trainante di un’eventuale coalizione.
E non ci si venga a dire che il responsabile di quel disastro è stato Renzi, ora uscito dal PD, e che quindi il partito si è ormai “ripulito”. Tutti i responsabili della defenestrazione per via notarile occupano ancora posizioni di rilievo e continuano a guidare il PD a Roma e finché non si decideranno ad affrontare pubblicamente quanto fatto nel 2015 non possono sperare che i romani dimentichino.
Nel film ci ha colpito una frase detta da Roberto Tricarico, capo di gabinetto del sindaco Marino. Dice Tricarico riferendosi agli esiti dello scandalo Mafia Capitale: “Se esisteva un PD sporco e un Marino pulito, perché ti sei liberato del Marino pulito ed hai tenuto il PD sporco, solo un po’ smacchiato?”
Ebbene a nostro avviso il PD a Roma è ancora “sporco”, forse un po’ smacchiato, come dice Tricarico, ma ancora profondamente sporco e indegno di tornare ad esprimere un sindaco per Roma, quando i nani attuali saranno inesorabilmente rimandati a casa.
Una risposta
Ho sempre apprezzato e difeso Marino, pur riconoscendogli degli errori, soprattutto nella comunicazione. Come Marino, non sono di Roma e forse per questo apprezzavo i cambiamenti che voleva portare alla città, aveva una visione moderna che molti romani di nascita non gradivano. Chi avrebbe dovuto pagare era il Pd romano, le responsabiltà politiche erano di Orfini, non di Marino. Il Pd ha pagato elettoralmente e con lui i cittadini di Roma (non tutti sono romani ma tutti siamo abitanti di Roma) che si sono ritrovati un’amministrazione capace di distruggere quello che di buono aveva fatto Marino senza costruire nulla.