Per la prima volta negli ultimi 10 anni, la Giunta comunale non ha inviato neanche un assessore alla presentazione dell‘Indagine sulla Qualità della Vita e dei Servizi Pubblici a Roma. Eppure il lavoro dell’Agenzia serve proprio a studiare le maggiori criticità percepite dai cittadini, i quartieri dove si registra più sofferenza, i settori sui quali intervenire. Insomma , sebbene sia un vademecum fondamentale per gli amministratori comunali, la Giunta Raggi non ha ritenuto di inviare un proprio esponente. Un segnale di snobismo che davvero questa amministrazione non si può permettere.
I dati raccolti dall’Agenzia capitolina per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici sono stati presentati giovedì scorso e mostrano una Roma senza speranza, con meno aspettative: solo un romano su tre ha fiducia nel futuro, mentre la soddisfazione sui servizi raggiunge uno striminzito 6 solo perchè frutto di una media tra quelli disastrosi (pulizia, trasporti) e quelli decenti (idrico, farmacie).
Per quanto riguarda le zone, il quadrante est si conferma quello con i maggiori problemi, dal 4° al 6° Municipio. Ma proviamo a vedere nel dettaglio alcuni aspetti di questa ricerca che è stata realizzata su un campione statistico molto ampio, con quasi 6mila interviste.
Qualità della vita. Non è una novità che Roma sia, tra le grandi città, quella nella quale si vive peggio. Ma il dato che deve far riflettere maggiormente è l’andamento negli anni. Tranne una breve risalita nel 2012, non c’è alcun miglioramento dal 2010 ad oggi. Segno che tutte le amministrazioni che si sono succedute non hanno inciso nel sentire comune. Inoltre rispetto al dato nazionale, a Roma si vive notevolmente peggio
Come dicevamo la suddivisione per zone, vede le aree ad est molto sofferenti, mentre il centro e i quartieri semi centrali registrano dati appena più alti, ma sempre del tutto insufficienti.
I servizi pubblici. Ad una lettura superficiale dell’indagine parrebbe che i servizi non siano così male se il voto medio è 6. Ma come insegnava Trilussa con il suo pollo, fare la media può voler dire molte cose. E infatti accanto a servizi che funzionano discretamente secondo gli intervistati (quelli culturali, l’acqua potabile e le farmacie comunali), ve ne sono altri che hanno un voto largamente insufficiente e sono i soliti: trasporti, rifiuti, pulizia delle strade.
Quindi tra i cosiddetti servizi universali, Roma è ad un livello da terzo mondo relativamente alla condizione dell’ambiente urbano e all’efficienza e offerta dei trasporti. Mentre se la cava sul fronte culturale: l’Auditorium, i Musei Capitolini, il Bioparco raggiungono un livello dignitoso. I servizi culturali, però, poggiano su una organizzazione più radicata dove le politiche delle giunte incidono meno. I Musei, per fare un esempio, camminano da soli a prescindere dall’assessore di turno.
Altro aspetto molto interessante riguarda la domanda potenziale di servizi che non viene sfruttata perché la qualità è bassa. In sostanza la gran parte dei romani userebbe di più – ad esempio la metropolitana – se funzionasse e fosse più capillare. Lo conferma la prossima slide che mostra come nei Municipi serviti meglio dalle linee metro il voto medio sia più alto (piena soddisfazione anche dove arriva la Metro C). Mentre le zone dove il trasporto è garantito solo dai bus (ad esempio il 4° Municipio) registrano una soddisfazione molto bassa. Tema che dovrebbe essere analizzato a fondo dall’assessore ai trasporti che esclude la costruzione di qualsiasi altra linea metro per i prossimi 20 anni a Roma, ritenendo sufficiente implementare tram e funivie!
La prossima slide sui rifiuti, si commenta da sola. In ogni parte di Roma il voto è scarso e il servizio è valutato come il peggiore in assoluto
Ma questa dei rifiuti e della pulizia non è una novità. Un aspetto da approfondire, invece, riguarda la percezione di sicurezza. Solo un 1 romano su 10 si sente insicuro nella propria città, mentre nelle altre metropoli europee la percentuale è assai più elevata. Segno che, al di là di poche e specifiche zone, Roma non trasmette paura a girare di notte o a frequentare aree isolate.
Un aspetto che interessa sicuramente i nostri lettori riguarda il decoro urbano. Per il 63,7 per cento degli intervistati nell’ultimo anno è peggiorato, più o meno la stessa percentuale che sostiene rimarrà uguale o peggiorerà ulteriormente nei prossimi 5 anni. E subito dopo le opportunità di lavoro (in stallo anche a causa dell’immobilismo dell’attuale giunta), il decoro urbano è quello che più preoccupa i romani.
Un quadro desolante quello emerso da questa ricerca che è però utile a stabilire le priorità di intervento. Trasporti, pulizia, rifiuti, decoro urbano sono i temi che più rendono bassa la qualità della vita e alcuni municipi soffrono maggiormente di altri. Una valutazione che la politica dovrebbe fare per seminare le basi per la soluzione dei problemi. E’ chiaro che i risultati non si vedranno subito ma tra alcuni anni. Non attuare interventi solo perché probabilmente i meriti se li prenderanno le giunte successive è miope e egoista.