Accesi scontri ieri l’altro in piazza del Campidoglio, con le forze di Polizia che hanno dovuto contenere e poi disperdere la manifestazione dei sedicenti “movimenti per la casa”.
Apparentemente strano l’improvviso nuovo attivismo di questi movimenti, dopo la soddisfazione che solo qualche settimana fa avevano dimostrato a seguito dell’incredibile provvedimento con cui la Giunta Zingaretti ha praticamento riconosciuto l’occupazione abusiva un ulteriore titolo per ottenere un alloggio pubblico.
In realtà il motivo di queste improvvise mobilitazioni è chiaro ed è rappresentato dalla Deliberazione n.50 che il Commissario Tronca ha preso come Giunta Capitolina e con cui si dà seguito al “Piano di attuazione del programma regionale per l’emergenza abitativa”. Tale piano prevede l’assegnazione di tutta una serie di alloggi pubblici ma anche lo sgombero di tutte le occupazioni illegali di immobili di proprietà demaniale. La delibera riporta l’elenco di tali immobili ed a leggerlo fa davvero effetto sapere che una capitale dell’occidente presenta una tale sequela di situazioni di totale illegalità e degrado.
Il provvedimento del Commissario prevede anche delle priorità nell’effettuazione degli sgomberi, individuate in base ai seguenti criteri:
a) immobili pericolanti con rischio per l’incolumità degli occupanti;
b) immobili gravati da provvedimento di sequestro preventivo;
c) immobili la cui occupazione comporta danni erariali.
Su tali basi questa è la lista degli sgomberi prioritari:
1. Immobile sito in Via Carlo Felice n. 69 (Municipio I);
2. Immobile sito in Viale del Policlinico n. 137 (Municipio II);
3. Immobile sito in Via delle Provincie n. 196 (Municipio II);
4. Immobile sito in Via Gian Maria Volonté n. 9 (Municipio III);
5. Immobile sito in Via Tiburtina n. 1099 (Municipio IV);
6. Immobile sito in Via Tiburtina n. 1064 (Municipio V);
7. Immobile sito in Via Prenestina n. 944 (Municipio V);
8. Immobile sito in Via Collatina n. 385 (Municipio V);
9. Immobile sito in Via Tuscolana n. 1782 (Municipio VII);
10. Immobile sito in Viale del Caravaggio n. 105/107 (Municipio VIII);
11. Immobile sito in Via dell’Impruneta n. 51 (Municipio XI);
12. Immobile sito in Via di Torrevecchia n. 156 (Municipio XIV);
13. Immobile sito in Via Cardinal Capranica ex Scuola G. Calabria (Municipio XIV);
14. Immobile sito in Via Curtatone n. 3 (Municipio I);
15. Immobile sito in Via Tor dé Schiavi n. 101 (Municipio VII);
16. Immobile sito in Via Arrigo Cavaglieri n. 6/8 (Municipio VII).
Con un tale provvedimento, adottato dal Commissario alla fine di aprile, si capisce meglio il perché di tanta e accesa mobilitazione da parte dei movimenti. Per anni essi sono stati abituati ad essere lasciati in pace, liberi di gestire le occupazioni in essere (ve n’è di quelle che addirittura hanno ricevuto il sigillo di un accordo tra occupanti, Comune e Regione!?!) e di procedere con ulteriori, considerando la cosa pubblica come semplice res nullius.
La scusa è sempre stata la cosiddetta “emergenza abitativa”, benché parlare di emergenza in una città che presenta decine di migliaia di alloggi liberi in tutte le sue parti, dal centro all’ultima delle periferie, si direbbe cosa bizzarra. Vi è senz’altro un problema di mercato immobiliare chiuso a Roma, con i proprietari degli immobili liberi che preferiscono non affittarli o farlo con formule tipo casa vacanze o B&B, più o meno lecite, per evitare di incappare in inquilini morosi che una giustizia inefficace finisce sempre per tutelare. Ma la soluzione al problema non può essere la legge della giungla, dove il più prepotente, o più disperato, si fa giustizia da sé appropriandosi a tempo indeterminato di proprietà pubbliche o private, creando danni economici diretti e problemi di varia natura, anche gravi, a coloro che vivono nei dintorni.
Non è nostra intenzione infierire su chi versando in difficoltà economiche ritiene di passare dalla parte dell’illegalità per trovare un alloggio. Ma quello che continua a disturbarci è che nessuno sembra dare voce o anche solo considerare tutti quei cittadini che il diritto alla casa lo interpretano più come un loro obbligo a provvedervi, trovando un alloggio dove possono permetterselo e facendo ogni mese i salti mortali per pagare l’affitto o il mutuo, le bollette, la TARI e tutti gli altri balzelli. Parliamo di migliaia di persone, se non molte di più, che mai si sognerebbero di prendere qualcosa che non gli spetta, e parte dei loro sacrifici e rinunce servono a pagare tasse che in parte andranno a mantenere quelli che invece pensano gli sia tutto dovuto.
Purtroppo il ritenere un diritto l’appropriarsi illecitamente di cose altrui è qualcosa che anche alcune istituzioni hanno in qualche modo alimentato. Ma se in passato ci si limitava al lassez faire nei confronti delle maggiori entità che organizzano le occupazioni (perché a Roma l’occupazione di stabili è un business ben organizzato), col già citato recente provvedimento della Regione Lazio si è data una vera e propria dignità all’occupazione abusiva, considerandola addirittura un elemento preferenziale per l’assegnazione degli alloggi disponibili. In altri termini, ancora una volta chi si è iscritto alle graduatorie ed ha atteso pazientemente il suo turno, nel caso facendo i salti mortali per rimanere nella legalità, si vede superato da gente che agendo di prepotenza ha evitato di pagare boleltte e tasse per anni, e magari passando le estati al fresco dell’aria condizionata, che tanto paga sempre qualcun altro.
Non possiamo quindi che salutare positivamente questa iniziativa del Commissario Tronca, che finalmente sembra dare un senso al suo ruolo (meglio tardi che mai), con la speranza che questo cambio di rotta convinca gli occupanti di professione che una cosa è sollevare il problema del mercato immobiliare bloccato a Roma, o degli innumerevoli immobili pubblici che giacciono a marcire da anni, ben altro è arrogarsi diritti che non si hanno ricadendo poi sulle spalle di rispetta la legge e paga le tasse.
Come abbiamo detto più volte, non siamo pregiudizialmente contrari ad occupazioni dimostrative che sollevino i problemi prima enunciati, ma quando poi queste occupazioni diventano eterne si scopre che in fondo sono solo l’ennesimo modo con cui qualcuno pretende di vivere alle spalle degli altri. E questo è profondamente ingiusto, particolarmente per coloro che pur avendone tanti di problemi, si barcamenano per rimanere nella legalità e dignità.