Interessante, come sempre, articolo di Sergio Rizzo l’altro giorno sul Corriere romano, con l’esposizione dei tanti paradossi della questione rifiuti a Roma ma con una clamorosa omissione. Anche il solitamente ben informato Rizzo non sa, evidentemente, che l’Assemblea Capitolina ha approvato nel dicembre 2014 la delibera n.129 che che ha sancito l’indirizzo politico verso “rifiuti zero” all’interno del territorio di Roma Capitale.
Ed è paradossale che proprio nel momento in cui la città sembra sull’orlo di scoppiare per una produzione rifiuti eccessiva e mal gestita, un possibile percorso per ridurre drasticamente la produzione di rifiuti, fino a portarli a zero, percorso per di più codificato in un testo normativo approvato dall’Assemblea Capitolina, non venga considerato né dal governo cittadino in carica né dalla stampa istituzionale.
Si potrà essere d’accordo o meno col contenuto della delibera n.129/2014 ma sarebbe buona cosa che la giunta Raggi ne valuti il contenuto e decida se cominciare finalmente a seguirne le disposizioni oppure predisporsi per una sua abrogazione.
Riportiamo di seguito un nuovo testo diffuso da Massimo Piras, di Zero Waste Lazio, che è stato uno dei principali ispiratori della delibera.
“ La gestione dell’emergenza rifiuti a Roma:
tra un criminale immobilismo ed una palese incompetenza
Assistiamo esterefatti da un mese, come tanti cittadini preoccupati dalla degenerazione quotidiana della gestione dei rifiuti a Roma, ad un balletto indegno su come si stanno combattendo due apparenti contrapposte visioni che, purtroppo, di fatto nei due contendenti Fortini e Muraro incarnano entrambe il famoso detto “cambiare tutto per non cambiare niente”.
IERI sera abbiamo avuto intanto la buona notizia che il presidente “inceneritorista” di AMA Daniele Fortini finalmente sgombra il campo, dopo un indegna esperienza di tre anni in cui Roma non ha visto risolta quasi nessuna delle carenze strutturali ed impiantistiche che di fatto la tengono ancora sotto il ricatto del dover ricorrere agli impianti del pluri-indagato Cerroni. Gli impianti di cui AMA dispone sono tuttora due obsoleti TMB, fonte di una inaccettabile puzza che appesta sia i quartieri di Fidene e Villa Spada che quelli intorno a Rocca Cencia, un decrepito inceneritore di rifiuti ospedalieri a Ponte Malnome – Malagrotta che tuttora produce emissioni nocive che si addizionano a quelle della megadiscarica chiusa ma tuttora non bonificata ed il 40% di uno dei due obsoleti inceneritori di Colleferro RM, spesso fermi per manutenzioni continue.
Per il resto la gestione Fortini ha continuato allegramente a “galleggiare” nello schifo di una città come Roma Capitale in cui tuttora oltre il 60% dei rifiuti urbani sono da considerarsi Non-Differenziati, che quindi debbono essere avviati ai famosi TMB in cui escono a loro volta per il 65% come F.O.S. (frazione organica stabilizzata) e scarti da avviare a discarica (fuori Roma/Lazio) e per il 35% come C.D.R. (combustibile derivato da rifiuti fatto di carta e plastica contaminata) da inviare agli inceneritori di Colleferro e S. Vittore (FR) o negli inceneritori di altre regioni italiane. Per la parte di quel 40% (teorico) di rifiuti Differenziati si è continuato ad affidare il trattamento della frazione inorganica ai privati subappaltatori, a cui oltre alla tariffa viene ceduto gratuitamente anche il materiale anche se scarsamente riciclabile, inviando in tutta Italia la restante parte dei rifiuti organici differenziati con un appalto molto costoso e centinaia di TIR che viaggiano ogni giorno, senza aver mai rimesso in piedi l’unico impianto di compostaggio aerobico esistente a Maccarese su cui AMA ha tentato nel 2011 la carta perdente del mega-digestore da oltre 100mita tonn/anno nella Riserva naturale del Litorale, poi regolarmente naufragato !!!
In tutto ciò il presidente Fortini ha voluto ancora tenere in piedi in larga parte il sistema di raccolta stradale con i cassonetti, funzionale alla filiera TMB – Inceneritore – Discarica, invece di puntare subito sulla loro graduale ma generale rimozione attraverso il sistema di raccolta domiciliare o “porta a porta” che la giunta Marino dietro la nostra pressione ha tentato di implementare anche se con modalità poco efficaci essendo nella maggior parte dei Municipi avviato “a macchia di leopardo”, senza la necessaria campagna capillare di comunicazione preventiva e, nonostante tutto, con il risultato di passare in due anni dal 25% al 40%.
Il percorso “verso Rifiuti Zero” da noi avviato nel 2013, intanto ha visto l’approvazione della Delibera di Assemblea Capitolina n. 129 a dicembre 2014, che ha sancito l’indirizzo politico di puntare sull’“autosufficienza” all’interno del territorio di Roma Capitale con l’avvio graduale ma generalizzato della raccolta domiciliare “porta a porta” e di piccoli impianti di “recupero di materia a freddo” con l’abbandono sia della produzione di C.D.R. che del ricorso all’incenerimento. Una Delibera quadro chiara e netta a cui è subito seguito il lancio del pessimo progetto di Fortini dell’Eco-Distretto di Rocca Cencia, che dopo tre mesi andava “in deroga” esattamente nel verso opposto, con la prosecuzione della produzione di C.D.R. e la previsione di un grande digestore anaerobico con combustione di biogas, progetto tuttora bloccato in Regione Lazio dalle centinaia di osservazione contrarie tra cui le nostre.
OGGI ci troviamo con la nomina dalla sindaca Raggi del M5S di una assessora-tecnica, del tutto estranea culturalmente al M5S essendo a capo dell’associazione ISWA Italia in cui l’incenerimento è promosso a pieno titolo, che viene nominata in quanto “pratica” della vicenda rifiuti proprio essendo stata paradossalmente consulente per ben dodici anni in AMA, e negli ultimi tre anni insieme a Fortini, con incarico in particolare su quei due obsoleti impianti TMB di AMA, inefficienti quanto puzzolenti che tuttora appestano interi quartieri di Roma nonostante la sua costosa opera di consulenza, che comunque “certificava la presunta bontà” e la destinazione in discarica della FOS.
La concomitanza tra l’annuncio prima e la nomina poi dell’assessora “pratica” con l’esplodere in questi mesi di una situazione di emergenza a Roma desta certamente il sospetto, anche se storicamente è sempre in piena estate che esplodono (chissà perché?) le “emergenze rifiuti”, che dietro ci siano sempre gli stessi personaggi per approfittare della debolezza strutturale di Roma.
Ma già prima delle elezioni viene messa in campo la filosofia dell’approccio “pratico” dal M5S tra la “designata” assessora ed il parlamentare “sedicente pratico” che la ha forse designata, che per la carica che ricopre di vice-presidente nella Commissione parlamentare di inchiesta ed i poteri insiti equiparati a quelli giudiziari dovrebbe essere del tutto imparziale ed estraneo a qualsiasi coinvolgimento personale che potrebbe avere un risvolto giudiziario, intentando un accordo diretto tra AMA e Cerroni per sminare il campo in vista delle elezioni comunali.
In quell’accordo probabilmente si è cercato di trovare tutte le soluzioni “pratiche” per gestire la montante pre-emergenza rifiuti, tra cui l’utilizzazione di un impianto fuori normativa come il trito-vagliatore di Cerroni a Rocca Cencia, poi oggetto del famoso “blitz” via streaming per inchiodare Fortini alle sue presunte responsabilità connesse al rifiuto di utilizzare quel trito-vagliatore. Ma è proprio qui che emerge la totale incompetenza dell’assessora-tecnica “pratica”, e del suo fido tutore in parlamento, che dovrebbero sapere che la semplice trito-vagliatura dei rifiuti urbani è stata messa fuori-legge con la circolare ministeriale del 6/8/2013 l’ex ministro Andrea Orlando nel punto specifico rispetto agli obblighi derivanti dalle indicazione della Commissione Europea: “….Quindi, per quanto concerne le indicazioni della circolare in merito alla definizione di “trattamento” (di cui alla precedente lettera a), alla data del 1° giugno 2012, la trito vagliatura, pur rappresentando un miglioramento della gestione dei rifiuti indifferenziati, non soddisfa, da sola, l’obbligo di trattamento previsto dall’art. 6, lettera a) della direttiva 1999/31/CE …”.
Quindi non è affatto giustificato né legittimo il pressing su Fortini sul punto specifico di inviare i rifiuti indifferenziati al trito-vagliatore di Cerroni a Rocca Cencia, con il relativo costo “a strozzo” di ben 175 €/tonn, dato che la stessa assessora “pratica” dovrebbe spiegarci cosa ci farebbe poi Cerroni con un tale “immondo tritato” che per legge non può essere conferito in nessuna discarica italiana né tantomeno essere esportato all’estero senza una ulteriore selezione a pagamento, con ulteriori 120-130 €/tonn, presso chissà quali impianti di TMB che separino quantomeno la frazione organica da quella secca.
Ulteriore preoccupazione nasce dalla proposta avanzata in sede di confronto tra l’assessora “pratica” ed i sindacati confederali di AMA in merito al ripristino dei cassonetti stradali in alcuni Municipi, definiti dall’assessora stessa “non idonei” senza che sia stato chiarito quale sia il criterio per assegnare questa definizione, che riporterà indietro al 2012 anche i quartieri in cui è stata avviata una raccolta domiciliare “porta a porta” …. che solo teoricamente si dichiara di perseguire.
Una indicazione che, laddove perseguita, produrrà oggettivamente l’effetto opposto di abbassare la qualità della raccolta differenziata “davvero riciclabile” ed aumentare le quantità di rifiuti urbani da conferire in TMB – Inceneritore – Discarica, andando nel verso opposto a RIFIUTI ZERO che invece dovrebbe essere il paradigma principale su cui è nato il M5S stesso. Probabilmente sfugge il concetto di “legalità” e “trasparenza”, che teoricamente sono assi portanti del M5S, in tutta questa vicenda che rischia di finire con il commissariamento di Roma Capitale e con un bel “prefetto di ferro” che imporrà il trasferimento del trattamento nei TMB del Lazio che sarebbe l’azione che Roma Capitale dovrebbe chiedere con forza alla Regione Lazio, evitando sotterfugi e “trattative segrete” poco accettabili da chi vuole gestire il “bene comune” con modalità “personalistiche” che rasentano l’instaurazione di “domini e clientele private”.
Ribadiamo ancora una volta che l’unico programma “emergenziale” che necessita a Roma è fatto da una serie di provvedimenti urgenti, coerenti con il percorso per azzerare i rifiuti indifferenziati e di avviare una fase transitoria e graduale puntata sul percorso “verso Rifiuti Zero”:
· Promuovere convenzioni ed accordi con impianti di TMB nel Lazio per trattare i rifiuti eccedenti
· Avviare un programma straordinario di estensione generalizzata della raccolta “porta a porta”
· Fermare la produzione di C.D.R. nei TMB, con il recupero e selezione in coda di plastiche e carta
· Identificare aree idonee per trasferire i TMB di AMA e per i nuovi piccoli impianti “a freddo”
· Avviare subito un largo percorso di Partecipazione Popolare con Osservatori e Forum aperti.”
Per gli appassionati della materia c’è poi a questo link un documento con la bozza di piattaforma “Roma verso Rifiuti zero”, contenente il quadro di riferimento, le criticità e le proposte.