Quella sirena assordante, quel treno che passa troppo vicino alle finestre, quel sottofondo del traffico che disturba le nostre notti e le nostre giornate. Il tema del rumore nelle grandi città è considerato un male minore e invece gli studi dimostrano che è causa di problemi alla salute anche gravi. Disturbi psicologici o anche fisici sono stati messi in relazione diretta con l’inquinamento acustico e con le scarse possibilità di difesa che hanno i cittadini.
Roma, che quando si tratta di problemi non si fa mancare niente, si piazza al secondo posto tra le città più caciarone di Italia, preceduta solo da Napoli, con Milano e Torino in posizioni migliori (Fonte GfK Eurisko).
Una legge saggia emanata circa 10 anni fa sulla base di una direttiva europea, impone alle grandi città di realizzare una mappa del rumore in modo da cercarne possibili rimedi. Il Campidoglio ha siglato pochi giorni fa una convenzione con l’Ispra, Istituto per la prevenzione e ricerca ambientale, per rinnovare la mappa che già è stata realizzata nel 2007. Entro i prossimi due/tre mesi sarà pronta la mappa e sarà compito della nuova amministrazione mettere mano alle situazioni più critiche.
TRAFFICO STRADALE E MOTOVEICOLI. Il traffico viene considerato da tutti il fattore che produce il maggior inquinamento acustico ma in genere le soluzioni per il traffico sono le più semplici. Ad esempio occorre intervenire sulle due ruote che producono mediamente il 30% in più di rumore rispetto alle 4 ruote. Un ciclomotore a due tempi può essere più rumoroso di un’auto di media cilindrata del 40%, mentre un ciclomotore a quattro tempi si attesta mediamente sul 20%. Controlli rigorosi sulle marmitte dei motorini (spesso alterate per ottenere maggiori prestazioni) e pressioni da parte del legislatore sui produttori potrebbero portare ad una riduzione importante del frastuono provocato dal traffico. Inoltre, altri interventi di facile realizzazione sono l’uso di asfalti fonoassorbenti, l’installazione di barriere alle uscite da gallerie o nei pressi delle tangenziali e la lotta alla doppia fila (c’è sempre lo sappiamo, ma le frenate e le ripartenze sono causa di aumento del rumore mentre un traffico fluido impatta meno sulle nostre orecchie).
In particolare l’asfalto fonoassorbente è anche ecologico, in quanto realizzato in parte riciclando vecchi pneumatici. Rende la strada più silenziosa e più sicura perché aumenta il grip delle auto in frenata. Il suo limite è che costa di più dell’asfalto tradizionale.
LE LINEE FERROVIARIE. Altro tema riguarda le linee ferroviarie molto diffuse nelle zone abitate di Roma. Basti pensare ai quartieri sulla Salaria (Villa Spada, Fidene), al lungo perimetro tra lo Scalo di San Lorenzo e Prati Fiscali (Tiburtina, Lanciani, quartiere Africano) dove transitano i treni ad alta velocità e quelli regionali. Questi ultimi sono estremamente più rumorosi perchè dotati di tecnologie obsolete. Un interessante studio dell’Ispra elenca i provvedimenti che possono ridurre del 30/35% le emissioni sonore dei vagoni: dall’uso di smorzatori e ruote silenziate, alla molatura della rotaia, all’adozione di freni compositi. Tutte cose che nelle città normali sono state realizzate da tempo tanto è vero che le capitali europee, sebbene abbiano ferrovie che passano al proprio interno, sono posizionate in punti molto bassi della classifica sull’inquinamento acustico.
ROMA E ITALIA IMPREPARATE. Rispetto a Parigi, Londra, Berlino e Vienna la nostra città soffre grandemente il problema del rumore. In realtà si tratta di un problema italiano tanto è vero che l’Unione Europea ha messo in mora il nostro Paese per il mancato rispetto della direttiva comunitaria 2002/49/CE alla quale si sono adeguate molte altre nazioni. Secondo il rapporto Malaria 2016 di Legambiente, in Italia sono 6 milioni le persone esposte a livelli di rumore inaccettabile. Roma in particolare non ha adottato il Piano di Risanamento Acustico Comunale, sebbene sia obbligatorio per legge. Senza questo piano è difficile stabilire interventi omogenei ed efficaci.
La questione rumore non è affatto da sottovalutare. I costi sociali, infatti, sono notevoli proprio per l’aumento delle malattie cardiovascolari e nervose. E’ un altro compito da assegnare al nuovo sindaco. Con la speranza che riesca a capirne l’importanza.
Una risposta
senza il “quasi”…