C’è tempo fino al 27 marzo per associazioni e cittadini per aderire all’evento “Roma Cura Roma – Tutta mia la città“. Si tratta di una giornata, sabato 2 aprile, durante la quale comitati e romani dedicheranno parte del loro tempo alla pulizia di strade, piazze, giardini e aiuole.
L’iniziativa è stata lanciata dal Comune di Roma in collaborazione con Ama, Legambiente, Fai, Retake, WWF e Csv Lazio.
Funziona così: entro il 27 marzo occorre proporre un luogo da pulire aggiungendolo all’elenco sul portale romacura.roma.it. Se non si intende indicare un luogo particolare, allora si può semplicemente aderire agli interventi già caricati da altri comitati e associazioni.
Ad oggi i luoghi sono tantissimi, tra questi: Colle Oppio, piazza San Cosimato, piazza Santa Maria alle Fornaci, la scalinata del Pincio, la scuola di piazza Gian Lorenzo Bernini per citarne solo alcuni in centro.
Poi vi sono molte iniziative nei quartieri semicentrali e periferici tra le quali: via Rosa Raimondi Garibaldi, piazza Puricelli, piazza Paolo Diacono, via Morozzo della Rocca, via Prato Vecchio di Fidene o piazza Vinci.
Ne indichiamo solo alcuni a titolo di esempio ma sul portale ciascuno può scegliere il luogo del proprio cuore o quello più vicino a casa propria semplicemente selezionando il Municipio di appartenenza o l’associazione organizzatrice.
Una giornata che il sindaco Roberto Gualtieri ha definito di “riappropriazione della città” ma anche un’occasione per trasmettere un messaggio positivo ai bambini e ai giovanissimi.
Queste iniziative, una volta appannaggio di pochi cittadini sensibili che venivano guardati in modo strano pure dalle istituzioni, si sono via via organizzate e consolidate. Non solo sono nate associazioni che hanno come mandato primario la pulizia della città, per esempio Retake, ma i vari comitati di quartiere si sono rimboccati le maniche e il loro scopo non è più solo denunciare i problemi del territorio ma anche supplire a quello che non fa il Comune.
Negli ultimi 10 anni, la collaborazione dei cittadini è stata una necessità. Mai, come dal 2010 in poi, Roma ha subito un abbandono così profondo. Ricordiamoci che fino al 2019 in città non si svolgevano potature, sfalci dell’erba, bonifiche di scarpate, manutenzioni di giardini. Non si faceva praticamente nulla.
Poi, piano piano, alcuni servizi pubblici sono stati reintrodotti grazie ad appalti concessi con una lentezza esasperante.
Adesso la città è indubbiamente in una condizione migliore rispetto a prima, ma non certo ideale. Per cui gli interventi della cittadinanza continuano ad essere utili sia per la pulizia vera e propria, sia per l’opera di sensibilizzazione che essi provocano.
Fu il Sindaco Alemanno che furbescamente avviò una collaborazione con i cittadini, mostrandosi al loro fianco in operazioni di pulizia. Marino seguì il suo esempio e anche la Raggi più di una volta scese in piazza armata di scopa simbolica.
L’evento del 2 aprile è realizzato nel solco di questa tradizione, ormai consolidata, di un’amministrazione capitolina che sa di doversi appoggiare alla cittadinanza per via della propria incapacità. Ci saranno, dunque, altre giornate nei prossimi mesi in cui tutti saremo chiamati a ramazzare i nostri quartieri. Ma quello che conta, come i lettori di diarioromano sanno, non è tanto l’intervento eccezionale, quanto la quotidiana attenzione a ciò che avviene sotto il nostro negozio, il nostro appartamento o il nostro ufficio.
Per partecipare a Roma Cura Roma – Tutta mia la città, cliccare qui