L’esempio che viene da via Albalonga e dai suoi abitanti fa tornare la speranza in una Roma migliore, in una città che può ancora cambiare. Ecco perchè anche diarioromano ha aderito convintamente alla campagna #lascialadoppia che culminerà sabato mattina alle 11.00 in un sit-in che chiederà a gran voce di rendere definitiva la sistemazione provvisoria della strada, in modo da impedire la sosta selvaggia.
La storia parte da lontano ed è il simbolo della totale assenza di regole che vige nel traffico e soprattutto nella sosta. Il notissimo bar Pompi ha attirato e continua ad attirare centinaia di clienti al giorno che vogliono gustare il suo celebre tiramisù. Ognuno di questi clienti pretendeva di lasciare l’auto proprio davanti al bar, ingolfando via Albalonga, rendendo la vita impossibile ai residenti, impedendo il passaggio dei bus. Una situazione che si è trascinata per anni e che si è improvvisamente risolta nel settembre del 2014 quando fu installata una doppia barriera centrale che ha ridotto le carreggiate.
Ma andiamo per ordine, perché il comitato cittadino ha documentato il prima e il dopo con foto e filmati che raccontano la situazione meglio di mille parole.
Ecco una serata tipo prima dell’installazione delle barriere e una serata tipo con le barriere montate.
La foto, pubblicata sul sito romafaschifo, ha convinto anche molti consiglieri del VII° Municipio della bontà della soluzione. Ma non tutti. Alcuni infatti pensano ancora sia necessario smontarle. Perchè? Non è dato sapere. Ma è probabile che la bagarre sollevata dai gestori del bar Pompi sia la causa delle perplessità di alcuni amministratori. Pompi, infatti, con un coup de théatre annunciò che avrebbe venduto l’azienda a fantomatici cinesi e licenziato 60 dipendenti. La notizia si rivelò presto una bufala, ma bastò a sollevare polemiche sulla nuova configurazione della sosta. L’idea malsana di alcuni commercianti è che la doppia o tripla fila possa aiutare gli affari. Peccato che in tutti il mondo è stato dimostrato il contrario e che invece sono le strade ordinate, con marciapiede larghi e carreggiate strette ad attirare i clienti, invogliati da un passeggio piacevole.
Prima delle barriere i camion dell’Ama non riuscivano quasi mai a svuotare i cassonetti che apparivano traboccanti di rifiuti per giorni e giorni, come si vede chiaramente in questo video
Sempre prima delle barriere per i bus era impossibile transitare. La doppia fila impediva il passaggio e i passeggeri per salire e scendere dai mezzi dovevano arrivare a metà della strada, con evidenti rischi per la loro incolumità. Anche in questo caso il video è eloquente.
E poi, grazie alla lotta degli abitanti e al nuovo comandante della Polizia Municipale Clemente, arriva lo spartitraffico sperimentale. Uno sprazzo di civiltà si apre sulla strada: il traffico diventa fluido, gli autobus scorrono, i cassonetti sono posizionati correttamente.
Non è un caso che in tutto il mondo occidentale le carreggiate siano state ridotte con un arredo urbano diverso. Non si può pretendere di avere un vigile in ogni angolo della città. Occorre copiare le soluzioni adottate nel resto d’Europa e che hanno dato ottima prova. Ecco perché l’esperimento di via Albalonga non solo va confermato ma va esportato in decine di altre strade congestionate dal traffico e dalla doppia fila. Pensiamo a viale Libia, viale Parioli, via Grimaldi, via Tuscolana e così via. Un arredo urbano corretto che renda impossibile la sosta irregolare potrebbe – secondo alcuni studi – ridurre di un terzo il tempo trascorso in auto quotidianamente, oltre ad incentivare l’uso del mezzo pubblico che diventerebbe più veloce ed efficiente.
Ecco perchè sabato mattina il comitato Cittadini Re di Roma non va lasciato solo. Siete tutti invitati a partecipare al sit-in che si terrà alle 11.00 in via Albalonga e speriamo sia da esempio per molti altri comitati che vorranno avviare una lotta per ridare standard minimi al traffico e alla sosta romani.